Giovani coreani… e la fede

Articolo_voce_giovani_04dma2016
«“Vuoi venire a Messa?” Fu una semplice affermazione che io casualmente ho ascoltato, e che mi ha portato in Chiesa, ad avere fede» (Lee Sol). I giovani cattolici coreani che vivono in uno dei Paesi più secolarizzati al mondo, spronati a una competizione terribile sin da bambini “capiscono bene gli insegnamenti della fede” e praticare la religione “li aiuta a migliorare la comprensione del mondo e dei loro problemi quotidiani”.

“Non abbiate paura di portare la sapienza della fede in ogni ambito della vita sociale”. È stato il messaggio che Papa Francesco ha lasciato ai giovani (circa quattro mila i coreani) partecipanti alla VI Giornata della Gioventù asiatica. Un incontro importante, quello del Pontefice argentino con le giovani generazioni del Continente. «Rimanete uniti gli uni agli altri, avvicinatevi sempre più a Dio – ha esortato il Papa. ‘Alzati!’, è una responsabilità che il Signore vi affida. È il dovere di essere vigilanti per non lasciare che le pressioni, le tentazioni e i nostri peccati o quelli di altri intorpidiscano la nostra sensibilità per la bellezza della santità, per la gioia del Vangelo. Uniti a Cristo e alla Chiesa, camminate su questa strada che certamente vi riempirà di gioia».


La mia fede in Dio 

Lee Sol (Mary Stella) è una giovane coreana che così racconta la sua esperienza di vicinanza e apertura al cammino di fede. «Quando sono entrata all’Università, all’inizio ero molto stanca viaggiavo 4 ore, perché ero pendolare, e mi sentivo cosi sola. Nel frattempo, ero anche una volontaria e mi prendevo cura di un bambino, mentre sua madre insegnava ad una famiglia multiculturale. Un prete dell’Istituto di accoglienza multiculturale, dove sono incaricata di seguire i volontari mi disse: “Sol, vuoi venire a messa? Sarà bene per te avere qualcuno a cui rivolgerti: Non so perché mi fece questa proposta io risposi che ci avrei pensato e quando mi sarei trasferita lì sarei andata a messa. Non so perché quella richiesta e la mia risposta, ma quelle parole, furono per me come la voce di Dio, Lui che si rivolgeva a me che non ero credente.

Allora io non lo capivo, ma penso che quello fu il periodo in cui Dio mi ha teso la sua mano, e mi ha chiesto: “Vuoi venire a Messa?”
L’anno successivo mi trasferii nella casa e incominciai frequentare la catechesi. Ricevetti il battesimo, come un cattolico nella Cattedrale della mia Università il 5 novembre 2014. Volevo essere simile alla Madonna, Stella del Mare e così scelsi come nome di Battesimo “Mary Stella”. Ho ancora un ricordo fresco e vivace di quando il prete mi unse con l’olio e mi purificò, indossai la veste bianca, e mi fu data la candela, simbolo della luce della fede. Soprattutto fu l’esperienza della prima comunione che mi avvolse e riempì di gioia ad Hanti, dove si andava per il ritiro.
Io pregai Dio di custodire la mia fede in quel tempo, come i pellegrini che erano morti martiri in questo territorio, Hanti che è come una terra santa. Io credo alla forza del Battesimo, e la ragione per cui significa molto per me, in essa ho trovato Dio e la mia fede, accolta in una famiglia credente.
Guardando indietro ai passi fatti, riconosco le persone che mi hanno accompagnata e sostenuta nel percorso: il sacerdote che mi sollecitò ad essere cattolica, le suore Figlie di Maria Ausiliatrice che ho incontrato nel campus universitario, l’assistente e il direttore/prete che oggi sono molto contenti del mio cammino di fede. Ero una giovane egoista ed arrogante, ora ho una vita felice e rispettosa degli altri.
Ho visto e sentito attraverso la loro mediazione e adesso credo come loro in Dio. La mia fede è forte nel Battesimo che ho ricevuto; nel maggio 2016 mi sono accostata al sacramento della Cresima e ho pregato, ora sono al mio terzo anno del cammino di fede cattolica.
Qualche volta sono egoista, pessimista, nonostante ciò Dio è sempre con me ed è Lui che allevia il mio dolore quando sono scoraggiata o vivo un periodo difficile, e ringrazio Dio perché mi è sempre vicino. Come io ho sentito Dio attraverso altre persone, vorrei che qualcuno sentisse Dio attraverso di me e vorrei vivere il resto della mia vita con Gesù Cristo, come sta scritto: “Come dunque avete ricevuto Cristo Gesù, il Signore, così camminate in lui; radicati, edificati in lui e rafforzati dalla fede, come vi è stata insegnata, abbondate nel ringraziamento” (Col 2, 6-7).
Sono in cammino per l’incontro sempre più vero con Dio, ho momenti difficili, ma sono felice, non mi sento sola e ringrazio Dio per aver compiuto in me cose grandi».


All’inizio degli anni ’90 è nata l’ idea delle GMG asiatiche e della Federazione delle Conferenze episcopali dell’Asia (Fabc). Nel 1994 venne ufficialmente istituita la Sezione giovanile (Youth Desk) dell’Ufficio per i Laici e la Famiglia della Fabc che ha fatto nascere il Raduno dei giovani asiatici durante la Giornata Mondiale della Gioventù. La prima si è svolta nel 1999. Lo scopo è di promuovere e di valorizzare le potenzialità evangelizzatrici dei giovani del continente, offrendo loro un’opportunità per condividere, anche con i ragazzi di altre religioni, “l’esperienza di Dio” e il Vangelo lavorando insieme per la giustizia e la pace. L’evento si svolge ogni due o tre anni e di regola in tre giorni di incontri di approfondimento spirituale e culturale.

 

Rosa Ryu
fmakor@gmail.com

Condividi

Dalla rivista

Orizzonte famiglia
Per evitare di ridurre la pace a slogan, simboli e riti - religiosi e profani- ciascun di noi, impotente a siglarla ad alti livelli, dovrebbe ...
Educ@re
L’UNESCO, in occasione della sua 42ma Conferenza Generale nel 2023, ha approvato la nuova Raccomandazione sull’educazione alla pace e ai diritti umani, alla comprensione internazionale, ...
Parola

Vedendo la folla, salì sul monte, si mise a sedere, e i suoi discepoli gli si avvicinarono. Gesù, vedendo la gente che ti seguiva, povera ...

Camilla

C’è ancora un sassolino che vorrei togliermi dalla scarpa prima di chiudere l’argomento PACE. Un sassolino che a dir la verità non è poi tanto ...