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In cammino verso il Sinodo

Mi appresto a ripercorrere alcuni sentieri tracciati dalla pastorale giovanile della Diocesi di Modena-Nonantola, grata al Santo Padre, Papa Francesco, per aver convocato questo Sinodo che dona ai giovani un tempo fecondo per riscoprire e sperimentare l’amore e la cura della Chiesa che è madre: «Carissimi giovani, ho voluto che foste voi al centro dell’attenzione perché vi porto nel cuore. Anche a voi Gesù rivolge il suo sguardo e vi invita ad andare presso di lui. Avete incontrato questo sguardo? Avete udito questa voce? Avete sentito quest’impulso a mettervi in cammino?».

Nel cuore dell’estate una settantina di giovani dai 16 ai 30 anni, provenienti da tutto il territorio della Diocesi, ha inaugurato il cammino verso il Sinodo sullo sfondo incantevole delle Dolomiti, rispondendo a quell’invito che ancora oggi risuona nei cuori con tutto il suo fascino per dischiudere nuovi orizzonti di senso e di speranza: “Venite e vedrete” (Gv 1,39).

In cordata

Guidati dal Vescovo Erio Castellucci siamo partiti in cordata, indossando gli scarponcini e sulle spalle lo zaino dei pellegrini con l’essenziale: la cartina della Bibbia e la bussola del documento preparatorio per accompagnare i giovani a scalare i sentieri della fede e del discernimento vocazionale, orientando i passi e il desiderio verso la meta.

Dal sorgere del sole al suo tramonto siamo stati illuminati dalla Luce della liturgia, immersi nel creato per contemplare le meraviglie della sua Bellezza e nel cuore della notte abbiamo riacceso i sogni scrutando il cielo stellato. Siamo stati nutriti dal Pane di Vita spezzato per dare forza e vigore al cammino e dissetati alla sorgente inesauribile della Parola di Dio, respirando l’aria fresca e buona di una nuova fraternità. Sul far della sera poi, immancabile la sosta presso il rifugio per ristorarsi dopo la fatica della salita e per mettersi in ascolto della parola preziosa e sapiente della guida. Le catechesi del Vescovo Erio hanno delineato le tappe fondamentali per “scoprire e inventare” la propria vocazione all’interno di un cammino ecclesiale, accompagnati dal Vangelo e dalla presenza di accompagnatori: «La vocazione dunque è scoperta o invenzione? Io credo sia tutte e due: è scoperta, perché Dio viene prima di me e non sono io che gli devo suggerire la strada migliore per la mia vita, Lui c’è già e ha un sogno su di me; è invenzione perché mi permette di metterci del mio attraverso il contatto con la Parola di Dio, una vita di Chiesa e un accompagnamento spirituale». Queste attenzioni sono fondamentali per un buon discernimento vocazionale, poiché allenano la libertà a cercare, raccogliere e riconoscere le situazioni, le persone, le attitudini e i desideri preziosi seminati lungo il sentiero. I ramponi e la piccozza non possono mancare per trasformare in opportunità di crescita i possibili pericoli o gli ostacoli inaspettati e proseguire così sicuri, con passo costante, verso la meta che in fondo è il vero motore per arrivare ad intraprendere con fiducia una via che possa sostenere la parola per sempre: “Tutte le vocazioni sono chiamate dell’unico amore: la più grande di queste vocazioni è la tua!”.

Testimonianza 1

Giada 19 anni, proveniente da una piccola parrocchia di periferia e studentessa universitaria d’ingegneria, ci rivela: «Un’avventura inizia sempre con delle aspettative, dei desideri, e spesso essa si conclude lasciandoti qualcosa di diverso. Sono partita con la necessità di riflettere sul tema del discernimento, e allo stesso tempo con la determinazione di vivere questa esperienza nella fraternità e nella gioia che solo il Signore può donarci. Sono tornata a casa con un bagaglio più ampio e di questo non posso che essere grata. Abbiamo avuto l’occasione di capire che la vocazione è “scoperta e invenzione”, poiché il sogno di Dio sulla nostra vita non basta, serve sempre la nostra collaborazione. Abbiamo imparato che l’allegria non resiste alle avversità, mentre la gioia, quella vera, sì, perché è come le radici di un albero: se è radicata in Dio, essa sopravvive al vento e a qualsiasi intemperie. Abbiamo compreso che non dobbiamo fare sempre cose nuove, ma fare nuove le cose, costantemente aiutati dalla Parola di Dio, a cui dobbiamo aprire il nostro cuore affinché essa possa essere nutrimento quotidiano. Abbiamo (ri)scoperto quanto è bello vivere in comunione nella semplicità, lodare, cantare e ringraziare Dio per l’amore e la pienezza che ci regala ogni giorno».

Testimonianza 2

Giovanni, 24 anni, studente universitario ed educatore nella sua parrocchia cittadina, racconta: «I giorni trascorsi sono stati un’occasione preziosa per iniziare a riflettere sul Sinodo dei Giovani. Il Vescovo Erio ci ha aiutato a scaldare i cuori (e le gambe) per il cammino verso questa tappa importante che attende noi e tutti giovani. Abbiamo compreso che il punto di partenza di ogni vocazione è sapere che il Signore rimane sempre “connesso” con noi, perché il suo amore non si disconnette mai. Egli ci pensa (da) sempre, ci chiama sempre per nome perché ha in serbo per noi grandi cose. Come abbiamo cantato spesso in quei giorni, è un “Dio dell’impossibile” che da noi attende solo un «sì» libero e generoso per disegnare con lui il nostro futuro. Tornando a casa ho realizzato che Dio ci ha davvero “chiamato” a questa esperienza per ricordarci che ci ha fatto come un prodigio e che nel cuore di ognuno di noi ha nascosto un tesoro, il suo sogno su di noi da scoprire e continuare a scrivere insieme a lui per fare della nostra vita un capolavoro».

Testimonianza 3

Federico, 27 anni, attualmente alle prese con un lavoro precario d’insegnamento che lo conduce a sfrecciare ogni giorno tra Zocca, il suo paese natale di montagna, e Bologna: «Non si dimenticano il tempo passato insieme, le chiacchiere con il Vescovo in passeggiata, i canti, le nuove amicizie e i momenti di gioia. Il senso di una vita di fede completa, che non si limita ad occupare una parte, ma che abbraccia tutto il cammino. È stata una settimana sui monti per imparare ad assaporare le gioie di una vita piena al ritmo della tartaruga come cantava una vecchia canzone di Bruno Lauzi. Quella canzoncina oggi ormai sconosciuta è diventata l’accompagnamento dei giovani presenti a Moena con il Vescovo Erio e la pastorale giovanile di Modena, dal 21 al 27 luglio. Non più le corse in auto della vita di città ma le camminate in montagna, immersi nei paesaggi meravigliosi delle Dolomiti. E la metafora forse più azzeccata è quella del viaggio, diverso da una fuga o da una corsa: la prima ha come riferimento la partenza, la seconda è incentrata sull’arrivo. La parola viaggio associata alla vocazione indica invece un percorso che non si ferma, che continua in qualche modo per tutta la vita. Non è uno star fermi, ma un camminare sulle strade di Dio».

Testimonianza 4

Maddalena, 21 anni, racconta l’incredibile dono ricevuto e scartato in questa prima esperienza: «Non sapevo proprio cosa aspettarmi, sapevo solo che il Vescovo Erio ci avrebbe spiegato il documento preparatorio al Sinodo sui/dei (?) giovani. E così il 21 luglio sono partita incontro ad un gruppo di sconosciuti che, inutile dirvelo, nel giro di pochissimo tempo mi sembrava di conoscere da sempre. Avete presente quando in “Mamma, ho riperso l’aereo: mi sono smarrito a New York.” Kevin si risveglia la mattina di Natale e trova un’inaspettata montagna di regali? Ecco, è andata esattamente così: Dio in tutto ciò ha rivestito il ruolo di Babbo Natale rendendoci tutti felici e regalandoci le cose più importanti che potessimo desiderare. È stata una settimana di Grazia, una settimana in cui abbiamo riscoperto che con Dio tutto è più bello. Con la guida del Vescovo Erio ci siamo interrogati sulle scelte vocazionali scoprendo la bellezza di ognuna di esse e avendo la grazia di poterle vedere proprio tutte in mezzo a noi: laici, coppie di giovani sposi con bimbi bellissimi, preti e seminaristi, suore e postulanti. In ognuna di queste persone abbiamo potuto vedere la gioia di un “Sì” per testimoniare il Vangelo nella propria vita e nella Chiesa, un dono per sé ma soprattutto per gli altri. Non posso che ringraziare. Lodare Dio con tanti giovani desiderosi di fare esperienza del Suo Amore attraverso la Parola è un’esperienza indescrivibile. Il Viaggio è iniziato a Moena ma continua proprio qui a Modena».

Testimonianza 5

Martina, 23 anni, apre la sua riflessione condividendo dubbi, timori e domande, che poco a poco si sono dileguati lungo la strada: «Credendo di non riuscire ad affrontare ancora una volta da sola queste esperienze di crescita proposte dalla Pastorale Giovanile, tento vanamente di persuadere qualche conoscente a seguirmi, ma poi mi convinco perché in realtà non sono sola. Così decido di dire il mio “sì” e di partire con un po’ di titubanza. Se da principio nutrivo alcuni dubbi, cercavo qualche chiarimento, ero convinta di avere certezze o al contrario incertezze, o pensavo che in quel momento nella mia vita vi fosse il “nulla”….le difficoltà iniziali sono state superate. Quando infatti si mette da parte un po’ di sé stessi per accogliere l’altro, quando si fa spazio alla preghiera comunitaria, all’ascolto della Sua parola e alla celebrazione quotidiana della Messa poco a poco tutto passa. Il cammino verso la vetta con la guida del Vescovo Erio e la lettura del documento preparatorio “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” hanno gettato qualche seme, qualche consiglio e molte domande, alcune formulate e condivise, altre rimaste custodite cuore».

Inviati…

Al ritorno dai monti, non c’è niente di più bello che fare memoriale ed esclamare: «Non ci ardeva forse il cuore?» (Lc 24,32). Nasce così il desiderio di contagiare il cammino ordinario con l’ esperienza vissuta, attraverso la pubblicazione che racchiude l’itinerario proposto dalle catechesi del Vescovo Erio per offrire a tutti i giovani modenesi la possibilità di cadenzare i passi verso la scoperta e l’invenzione della propria vocazione.

L’icona dei discepoli di Emmaus viene scelta per percorrere i sentieri del nuovo anno di Pastorale Giovanile, dipingendo i tratti e lo stile educativo di Gesù che ci chiama a metterci in cammino con fiducia accogliendo il dono e il mistero di ogni giovane, nessuno escluso: «L’educatore è colui che accompagna il cammino, ne fa apprezzare la bellezza, attira lo sguardo sulle piccole cose della strada. Sa qual’ è la meta, ma aiuta il giovane a non bruciarla, a guadagnarla poco alla volta. Non fa l’errore di sedersi, indicando dall’alto quali passi compiere, come evitare di finire fuori strada, come rialzarsi; no: l’educatore cammina a fianco dei ragazzi, tiene il loro passo, li incoraggia e li aiuta a leggere il senso del cammino, valorizzando anche la fatica. I ragazzi hanno bisogno di sentire che i loro educatori non sono dei super eroi, ma donne e uomini che credono nella meta, nel Vangelo di Gesù, e pur faticando cercano di raggiungerla». Ecco allora che la prima attenzione del servizio diocesano è rivolta alla cura dei cammini di formazione degli educatori perché, nella condivisione di significati ed esperienze, possano riscoprire la bellezza di essere chiamati ad educare ed annunciare il Vangelo in squadra, inviati dalla comunità cristiana, crescendo nell’arte pedagogica e spirituale dell’accompagnamento.

Il cammino verso il Sinodo ci invita anche ad uscire per andare ad incontrare le parrocchie e le realtà giovanili presenti sul territorio nel desiderio di costruire ponti, tessere relazioni, mettere in rete e valorizzare i doni, le ricchezze e le buone prassi pastorali. La cura delle relazioni e l’ascolto dei giovani rimangono il cuore pulsante del nostro servizio che ci conduce a camminare in uno stile sinodale permanente, docili al soffio dello Spirito che ci invita a fare nuove tutte le cose per scalare con coraggio e creatività inediti sentieri di Pastorale Giovanile.

Tra questi ricordiamo il pellegrinaggio giovanile fuori porta per la festa di Tutti i Santi, che ci conduce di città in città per offrire ai ragazzi un’esperienza indimenticabile, capace di accendere i desideri più profondi di felicità. Quest’anno ben 460 giovani provenienti da 27 parrocchie, hanno accolto l’invito per per brillare nella notte “come le stelle del cielo” scoprendo, grazie all’accoglienza della Diocesi di Trento e alla guida del Vescovo Erio, di essere impastati con polvere di stelle, una polvere che non spara, ma spera, ama e illumina il mondo. Ancora proseguire sulla strada a “11 Km da Gerusalemme”, percorrendo simbolicamente la distanza che separa Emmaus da Gerusalemme, nell’ambivalenza delle due possibili direzioni di marcia, esprime il desiderio di accompagnare i giovani dai 18 ai 30 anni anche nel loro tempo libero. Proprio quei chilometri diventano il simbolo del nuovo itinerario proposto per accendere le luci del sabato sera con la gioia contagiosa del Vangelo, vivendo un momento di preghiera e di fraternità presso la “Città dei Ragazzi”.

Mentre sono già avviati i preparativi e i lavori in corso per attrezzare i sentieri che condurranno quest’estate i pellegrini modenesi alle soglie del Sinodo a Roma, le parole di Papa Francesco ci vengono incontro per sussurrare ad ogni giovane la via sicura da percorrere verso la gioia e la pienezza della vita: «Lì dove Dio ti ha seminato, spera! Sempre spera. Non arrenderti alla notte. Dio non delude, ci ha fatto per fiorire. Ricordo quel dialogo, quando la quercia ha chiesto al mandorlo: “Parlami di Dio”. E il mandorlo fiorì. Se sei a terra, alzati! Non rimanere mai caduto, alzati, lasciati aiutare per essere in piedi. Se sei seduto, mettiti in cammino! Se la noia ti paralizza, scacciala con le opere di bene! Se ti senti vuoto o demoralizzato, chiedi che lo Spirito Santo possa nuovamente riempire il tuo nulla. Se sbagli, non temere! Sai perché? Perché Dio è tuo amico. Ama le persone. Rispetta il cammino di tutti, lineare o travagliato che sia, perché ognuno ha la sua storia da raccontare. E soprattutto, sogna! Non avere paura di sognare. Sogna un mondo che ancora non si vede, ma che di certo arriverà. Impara dalla meraviglia, coltiva lo stupore. Vivi, ama, sogna, credi. E, con la grazia Dio, non disperare mai»[1].

Elena Rocchi

info@spgmodena.it

[1] Papa Francesco, Udienza generale, Mercoledì 20 settembre 2017.

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