Nei Paesi occidentali, e gradualmente anche in altri, si gode di una discreta libertà esterna, di movimento. La grande maggioranza crede di essere libera anche se, da qualche tempo, si va allargando il numero di persone che s’interrogano sul tipo di libertà vissuta anche nei Paesi con democrazie assodate. Serpeggia un sospetto, infondato, che molte scelte siano dirette e, in modo subdolo, imposte dalle superpotenze economiche. Forse si sta avverando l’inquietante presagio di A. Huxley, cioè l’avvento di una manipolazione invisibile e capillare, “una dittatura perfetta che avrà sembianza di democrazia. Una prigione senza muri nella quale i prigionieri non sognano di fuggire. Un sistema di schiavitù dove, grazie al consumo e al divertimento, gli schiavi ameranno la loro schiavitù”.
Oltre le fake news, le false notizie create intenzionalmente e divulgate dai social per influenzare l’opinione pubblica e le mode di sempre, una raffinata pubblicità sta pilotando molte scelte. La pubblicità puntando sul fatto che gli individui sono interessati al proprio benessere, che nessuno ama la fatica per la fatica e che viene spontaneo evitarla, riesce a convincere che l’uso e il consumo di questo e di quel prodotto facilitino il vivere e concorrano a una maggiore libertà. In realtà, tanti prodotti, fra cui quelli creati per il famigerato ‘usa e getta’, richiedono meno fatica e danno più tempo libero. Ma questa è libertà? E poi quell’andare verso una dipendenza comportamentale dalle molte offerte dello smartphone, che è quotidianamente sotto gli occhi di tutti, come si coniuga con la libertà?
Libertà interiore
Un’altra e forse maggiore fatica è quella di uscire dal proprio egocentrismo e percorrere quel frastagliato cammino umano e spirituale che porta alla libertà interiore, libertà che consente di discernere e di scegliere chi essere e cosa fare senza essere troppo pilotate/i. La libertà dai condizionamenti esterni dipende dall’aver raggiunto la libertà dai personali condizionamenti interni, quella libertà che, come testimoniano gli scritti di Etty Hillesum e di altri, è indistruttibile, sopravvive anche nei campi di concentramento e non si piega alle pressioni. È la virtù dei saggi, dei santi, dei martiri.
La libertà interiore richiede attitudine a pensare, alla ricerca, al confronto delle informazioni, alla vigilanza critica e un grande rispetto per le persone, le loro fragilità e per tutto ciò che vive. Richiede una conoscenza e una piena accettazione di sé, dei propri limiti e la capacità di mettersi in discussione senza perdere anzi potenziando la fiducia in se stessi. È una conquista umana, spirituale non facile, ma possibile. Secondo Layus sono poche le persone che la raggiungono e “mai in tutti i momenti della loro esistenza”. Chi sta leggendo, probabilmente, è fra queste.
Esprimere un proprio giudizio indipendentemente dalle opinioni dominanti; pensare che le varie culture, la propria compresa, possono avere lacune e storture; non seguire automaticamente un superiore gerarchico o una corrente di pensiero; non lasciarsi accecare dalle proprie passioni e dai propri interessi, saper cogliere i giochi del proprio egocentrismo e andare oltre, richiede coraggio, tempi di riflessione e di preghiera.
La libertà interiore riguarda gli altri, il mondo esterno, la tecnologia, ma soprattutto se stessi. Rayan Holiday, consulente strategico, titola un suo interessante libro: “Ego è il nemico. Come dominare il nostro più grande avversario” sempre pronto a insorgere, a coprire, a scusare.
Abbiamo bisogno di dire a noi stessi che siamo bravi, che abbiamo fatto il nostro dovere, che siamo nel giusto, che sono gli altri casomai a sbagliare, che abbiamo il diritto di fare quello che crediamo opportuno e di far valere i nostri diritti. Spesso abbiamo buone ragioni per pensarla così, ma possiamo anche ingannarci. Un autore scrive: “Il primo principio è che non dovete ingannare voi stessi. La persona più facile da abbindolare siete proprio voi stessi”.
L’egocentrismo porta a credersi migliori degli altri, a giudicare, ad assumere atteggiamenti di pseudo sicurezza con un misto di arroganza e di ambizione che non pondera adeguatamente i limiti della realtà e non tiene conto delle obiezioni e dei suggerimenti. Tende ad “usare” gli altri in funzione di sé, del suo successo, dei suoi bisogni. È un atteggiamento favorito dall’attuale cultura. Viene interpretato spesso come espressione di chi ha un carattere forte, deciso, sicuro, capace di arrivare dove vuole. Forme larvate di egocentrismo sono la rigidità (si è sempre fatto così), la permalosità, il perbenismo, la paura di ammettere i propri limiti e i propri sbagli.
Umiltà e carità
Per uscire dal proprio egocentrismo e raggiungere la libertà interiore, figlia della saggezza, si richiede quell’atteggiamento umile e realistico che consente di accettarsi per quello che si è fisicamente, socialmente, psicologicamente; con quello che si ha e che manca; con la propria storia di successi, fallimenti, difficoltà. L’accettazione di sé unifica, rassicura, libera dalla paura e dalle difese che portano ad assumere atteggiamenti che sfociano nell’arroganza o nell’infantilismo o nell’ossessività. Aiuta anche ad accettare gli altri per quello che sono e a creare fraternità. Nell’espressione parlata più che l’io, predomina il noi. Accanto alla persona libera e umile si sta bene: non si teme giudizio, né manipolazione. La vita sobria, lo sguardo lungimirante, distaccato e benevolo nei confronti di tutto ciò che vive emana fiducia e, specialmente nei momenti di dubbio e di sconforto, fa nascere il desiderio di incontrarla.
La persona umile non cerca e non ama le umiliazioni; non si prostra davanti a chi ha potere; ama servire senza essere servile e rifiuta il compromesso; non si meraviglia delle difficoltà, di chi anche volutamente le intralcia la strada, ma non si ferma, sopporta con pazienza, attende, resiste, va avanti con dignità e porta a termine i suoi obiettivi. Secondo Holiday, questa è la strada per raggiungere il successo. E anche la santità è un successo. Don Bosco, specialmente agli inizi della sua missione, ostacolato anche da personaggi influenti si fa pensoso, soffre, ma resiste, va avanti e raggiunge i suoi obiettivi. Si era reso “forte, umile, robusto” e libero. Molte caratteristiche dell’umiltà corrispondono a quelle della carità (Cf Cor.13, 4-7). Libertà, umiltà, carità si rafforzano reciprocamente.
L’umile non è il tipo remissivo, servile, collo torto, senza personalità, come molti pensano. È la persona forte, saggia, dignitosa, resiliente, libera dai condizionamenti interni ed esterni, che ama la vita e crea fraternità. Le persone umili e forti, scrive Holiday, “Non si lasciano andare alle lamentele e all’auto commiserazione. In loro c’è resilienza stoica, persino gioiosa. Non hanno bisogno di essere compatiti. La loro identità non è minacciata, possono farcela anche senza conferme costanti.”
La libertà interiore è una virtù scomoda. È ostacolata da chi detiene il potere politico e spesso minacciata da coloro che gestiscono quello economico. Le persone libere criticano il consumismo come atteggiamento indotto. Non è facilmente raggiungibile, perché spontaneamente si va verso ciò che è più facile e più comodo. Si preferisce non porsi tante domande, seguire le opinioni dominanti badare ai propri interessi e vivere in pace. È pure una virtù malvista da coloro che non tollerano chi esce dalla palude del qualunquismo. Non mancano coloro che apprezzano le persone interiormente libere anche se l’ammirazione difficilmente diventa imitazione. È scomodo vivere a quel livello, ma entusiasmante.
L’invito fatto a Don Bosco nel sogno: “renditi forte, umile e robusto” e libero, ritorna attuale e urgente. Assumere consapevolmente, con la forza dell’umiltà, la ricchezza, le fragilità e limiti della propria umana creaturalità e mantenere la mente protesa al Vero, al Bene e al Bello, rende possibile uscire dalle nebbie dei condizionamenti interni ed esterni e raggiungere quella libertà che irradia luce e serenità, crea fraternità e salva.
Maria Rossi
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