La Rete è una risorsa. Internet rappresenta una possibilità straordinaria di accesso al sapere, eppure si rileva anche uno dei luoghi più esposti alla disinformazione e alla distorsione consapevole e mirata dei fatti e delle relazioni interpersonali. La Rete, infatti, può intrappolare, snaturando l’umanità.
“Se la Rete è un’occasione per avvicinarsi a storie ed esperienze di bellezza o di sofferenza lontane, per pregare insieme e insieme cercare il bene nella riscoperta di ciò che unisce, allora è una risorsa” (Papa Francesco).
La Rete funziona grazie alla partecipazione di tutti, nessuno escluso. E non importa se sia giovane o adulto, esperto o uomo della strada.
La metafora della Rete richiama quella della Comunità. La comunità come rete solidale richiede l’ascolto reciproco e il dialogo, basato sull’uso responsabile del linguaggio. L’assunzione di responsabilità non è semplice: richiede una presa di coscienza autentica, un ascolto umile, uno sguardo sincero, un essere “membra gli uni degli altri”. Solo così si può rendere bella e giusta l’esistenza sia essa mediata da una tecnologia o vissuta faccia a faccia.
Come ritrovare, dunque, la vera identità comunitaria nella consapevolezza della responsabilità che abbiamo gli uni verso gli altri anche nella rete online?
Nella comunicazione e nell’incontro con l’altro. Che è anzitutto Cristo, modello perfetto di relazione e prossimità. “Dio non è solitudine ma Comunione: è Amore, e perciò comunicazione, perché l’amore sempre comunica, anzi comunica se stesso per incontrare l’altro”. In quanto creati a Sua immagine e somiglianza, ciascuno può proiettare nel Web e nei suoi infinti spazi la propria identità comunionale, il desiderio di relazione e di apertura all’altro.
Il contesto attuale chiama tutti noi a investire sulle relazioni, ad affermare anche nella rete e attraverso la rete il carattere interpersonale della nostra umanità. A maggior ragione noi cristiani siamo chiamati a manifestare quella comunione che segna la nostra identità di credenti. La fede stessa, infatti, è una relazione, un incontro; e sotto la spinta dell’amore di Dio noi possiamo comunicare, accogliere e comprendere il dono dell’altro.
“Sono veramente umano, veramente personale, solo se mi relaziono agli altri”.
Ciascuno è interpellato ad abbattere le barriere culturali e le tentazioni ideologiche che spesso inducono a interpretare la Rete come spazio del male; a individuare i tempi, gli spazi e le modalità che possono rendere i Social vere e proprie opportunità educative, pastorali e spirituali; a contribuire a rendere la Chiesa “una Rete tessuta dalla comunione eucaristica, dove l’unione non si fonda sui ‘like’, ma sulla verità, sull’‘amen’, con cui ognuno aderisce al Corpo di Cristo, accogliendo gli altri”.
“Questa è la Rete che vogliamo. Una rete non fatta per intrappolare, ma per liberare, per custodire una comunione di persone libere”.
Gabriella Imperatore, FMA
gimperatore@cgfma.org