Accogliere, proteggere…

Coloro che vagano da una parte all’altra della terra in cerca di un luogo dove vivere in pace devono essere accolti, protetti, promossi e integrati (Papa Francesco).

Nella Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato Papa Francesco approfondisce il discorso sugli “oltre 250 milioni di migranti nel mondo, dei quali ventidue milioni e mezzo sono rifugiati”. La Chiesa ha una “grande responsabilità ed è urgente condividere con tutti per esprimere sollecitudine verso i migranti e i rifugiati.

Accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati. Sono questi quattro verbi che esprimono l’atteggiamento del cristiano verso migranti e rifugiati.

Bisogna favorire in ogni modo la cultura dell’incontro, moltiplicando le opportunità di scambio interculturale, documentando e diffondendo le buone pratiche d’integrazione e sviluppando programmi tesi a preparare le comunità locali ai processi integrativi.

L’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice pone un’attenzione privilegiata verso i giovani migranti e minori non accompagnati come risposta e gesto concreto in preparazione al prossimo Capitolo Generale XXIV.

Tantissimi giovani migranti o minori non accompagnati sono costretti a partire… e partono in condizioni per niente umane! Ma in fondo al loro cuore, c’è ancora un sogno. E mentre il sogno c’è, hanno bisogno di sostegno, vicinanza e affetto per credere che potranno realizzarlo!

I migranti e i rifugiati, soprattutto i giovani e le giovani migranti, hanno bisogno di una terra e di un cuore che li accolga; hanno bisogno di qualcuno che si prenda cura di loro perché non cadano preda di false promesse e diventino vittime della tratta; hanno bisogno di adulti che valorizzino il loro potenziale e li aiutino a sviluppare le loro capacità; hanno bisogno di sentirsi a casa nonostante il cambio di lingua, di cultura, di nazione, di continente… hanno bisogno di esperimentare la cultura dell’incontro, che non sottolinea le differenze, ma le accoglie e le trasforma in dono e reciprocità”.

“È dovere di solidarietà contrastare la cultura dello scarto e nutrire maggiore attenzione per i più deboli, poveri e vulnerabili”, e anche impegno responsabile e concreto cui sono chiamate le Comunità Educanti per collaborare a una società giusta, di una pace solida e duratura.

Gabriella Imperatore, FMA    
gimperatore@cgfma.org

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