Il viaggio di ritorno

"Bisogna ricominciare ogni viaggio. Sempre. Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione". 

“La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi già fatti, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Il viaggiatore ritorna sempre per guardare il mondo e la vita” (cf José Saramago Viaggio in Portogallo, Einaudi Editore – 2003).

Il viaggio di ritornoè la fotografia della società del 2000 scattata da quattro ragazzi di 20 anni che anziché postarla nelle story con hashtag e gif, preferiscono esporla in una vetrina musicale. Parla di persone che tendiamo a rifiutare e di cui tutti, inevitabilmente, facciamo parte, dell’insofferenza dei singoli a caccia di un’identità, ma per cui è più forte la necessità di appartenenza, di riconoscersi in un gruppo senza un vero “credo” e senza sentirne addosso i presunti ideali e valori. «Il brano è un viaggio figurato alla ricerca di un profondo cambiamento di vita – raccontano i Réclame. La fiumana di individui che lo compie, fatta di vizi e contraddizioni, è lo specchio di una società che non sempre lascia spazio ai valori, uniformata; una società dalla quale, spesso, seppur volendo, non si ha la forza di evadere».

Il brano di Réclame è una riflessione sul viaggio di ritorno, quando le persone tornano da una vacanza, un periodo all’estero oppure, metaforicamente, indietro sui loro passi e sembra di tornare in un modo triste, tutto uguale, in cui le persone camminano a testa bassa, con gli occhi stanchi, senza ideali e molte cose da dire.

 

Il viaggio di ritorno di Réclame.

Il viaggio di ritorno è una corrente senza tempo
piena di facce qualunque ritratte sui muri
e persone perbene senza dei grandi ideali
che sperano un giorno o l’altro
di vedere un’altra faccia allo specchio
di non essere se stesse di non dovere camminare.

A testa bassa con gli occhi stanchi
essere una fra le voci dei tanti
che non hanno poi molto da dire
se non urlare a squarciagola
qualche frase fatta per non morire.

Le scarpe consumate sull’asfalto
il peso di qualche inutile affanno
le parole d’odio sgranate con furore
i manifesti di partito senza colore
e chi ritorna irrispettabile di giorno
e detestabile la sera chi ritorna a bere molto
e a rimanere in piedi ancora
con la fede al dito ma sempre pronto
a nuove occasionali storie d’amore
con i pugni stretti e una croce senza valore
con la speranza sotto le suole
di vedere un’altra faccia allo specchio.

Ma forse è giusto così
forse è meglio camminare
a testa bassa…

I Réclame sono una band romana. Il gruppo nasce dall’incontro e dall’amicizia fra Marco Fiore e i fratelli Edoardo Roia (batteria), Gabriele Roia (basso), Riccardo Roia (tastiere).
Il progetto musicale, ben radicato nella tradizione cantautorale italiana, volge lo sguardo alle sonorità alternative contemporanee.
L’intento è quello di creare canzoni che siano storie, all’interno delle quali convivano narrazione, sperimentazione sonora e strutture pop.

 

Quali giovani dovrebbero essere i protagonisti della storia? I giovani agnostici? Sì. I giovani che hanno una fede tiepida? Sì I giovani che sono lontani dalla Chiesa? Sì. Ogni giovane ha qualcosa da dire agli altri, agli adulti, ai sacerdoti, alle suore, ai vescovi e al Papa. Tutti noi dobbiamo ascoltarli! (Papa Francesco, Veglia di Preghiera per la XXXII Giornata Mondiale della Gioventù, Roma -Aprile 2017).

 

Gabriella Imperatore
gimperatore@cgfma.org

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