Nel cuore dell’umanità

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Essere un passeggero in transito è molto comune, quando si viaggia da un punto all'altro del mondo, facendo delle soste, e tocca stare in quelle condizioni molte volte. E ci si ferma in uno spazio-tempo, in un luogo a cui non si appartiene, perché si è in cammino verso un altro più definitivo.

Oggi, siamo tutti in transito, abitiamo uno spazio al quale non apparteniamo in modo stabile, perché il dinamismo della vita ci porta ad essere in un continuo viaggio verso la versione migliore di noi stessi. E quella versione migliore ha sempre a che fare con gli altri. Come sta accadendo in questo momento, in tutto il mondo, dove dolore, paura e malattia ci scuotono. È una situazione provvisoria, però è una nuova periferia dell’umanità che richiede cura, e l’impegno ad accendere la speranza e la gioia in chi la vive, è un nuovo modo dell’Annuncio, una missione per l’umanità.

Dal 2013, dopo l’inizio del suo ministero, Papa Francesco ha invitato l’umanità, con l’Esortazione Apostolica Evangelli Gaudium, a una nuova modalità gioiosa e contagiosa di trasmettere il Vangelo, e raggiungere le periferie esistenziali con la luce della Parola.

La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano (Evangelii Gaudium, 24). Questi verbi esprimono l’intenzionalità di un nuovo volto del missionario in questo secolo; un aprirsi alle domande dello Spirito e dell’umanità, in quel sensus fidei che rende il missionario capace di discernere la volontà di Dio negli accadimenti.

In sintonia con la Chiesa, l’Istituto delle FMA ha fatto di questa chiamata un momento di riflessione e di azione, come è espresso nella Circolare n. 985, che motiva la Convocazione al Capitolo Generale XXIV: “Ci mettiamo in ascolto per discernere “altri luoghi” dove vivere la logica evangelica del dono e della fraternità. Ci lasciamo interpellare da tutte le periferie umane, con particolare attenzione alla situazione dei giovani e delle giovani donne; dalla mobilità umana, dalla cura della casa comune, dagli spazi digitali, dalla ricerca di una pace giusta e sicura“.

È l’esperienza dell’essere in transito, in viaggio, e come ogni viaggiatore portando lo zaino in spalla; con l’esperienza vissuta e aperta al nuovo da conoscere, perché dinamica e mutevole. È un richiamo alla missione profetica e carismatica, per recuperare quella identità vitale dell’Istituto (Cost. FMA art. 75), per stimolare l’ingegno e la creatività affinché le risposte siano nuove, incarnate, di fronte alle nuove periferie umane.

Con i giovani

La scelta del tema per la 35ª Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) Giovane, dico a te, alzati, ha assunto oggi un significato particolare per la pandemia di Covid-19 che ha colpito l’intera famiglia umana. I giovani gli esploratori coraggiosi chiamati a lavorare per un domani migliore; sono le sentinelle del mattino che annunciano l’alba che verrà, come li ha definiti San Giovanni Paolo II (Circolare 996).

È un “pellegrinaggio” impegnativo che ha coinvolto i giovani in tutto il mondo, che attraverso i mezzi di comunicazione, diffondono ovunque messaggi di resurrezione, di vita e di salvezza, prendendosi cura degli altri e mettendosi a servizio di chi non ha voce per chiedere aiuto.

Nel 2015, in Argentina, un gruppo di giovani donne, ha creato Chicas en Tecnología, un’organizzazione senza scopo di lucro che mira a colmare il divario di genere nel settore informatico: “lavorare, aiutare, formare e accompagnare la generazione di donne leader nella tecnologia”. Chicas en Tecnología offre diversi programmi gratuiti, aree di ricerca, workshop, conferenze ed eventi per giovani e adolescenti, e per gli ambiti di ricerca.

Julian Weich e Nicholas Wertheimer, un imprenditore sociale e un giovane medico sono convinti che per cambiare il mondo è necessario l’impegno di tutti. Con il Progetto Acqua Sicura, offrono una soluzione all’impossibilità di accedere all’acqua potabile. Con la tecnologia di filtraggio dell’acqua e la nanotecnologia raggiungono tanti villaggi africani dove l’acqua è una merce scarsa e, quindi, la salute è a rischio.

Jack Thomas Andraka ha solo 16 anni (è nato nel 1997) ed è già un inventore di fama e ricercatore nel campo dei tumori. Negli Stati Uniti è possibile. Nel 2012, a 15 anni, ha ricevuto il Gordon E. Moore Award, il Gran Premio della Intel International Science and Engineering Fair. Per sviluppare la sua invenzione: un nuovo metodo, rapido e poco costoso, per rilevare l’aumento di una proteina che segnala l’inizio di un tumore al pancreas. E lo segnala molto precocemente, consentendo una cura vincente.

Questi e tanti altri giovani sono vicini alle vulnerabilità esistenziali di coloro che in “transito” come viaggiatori si sentono uniti dallo stesso dolore, oltre ogni razza, lingua e genere.

In cammino con la Chiesa

La Chiesa non è stata aliena, e si moltiplica con generosità e creatività per raggiungere ogni famiglia, ogni casa, ogni persona, affinché l’isolamento sociale sia un motivo per conoscere Gesù di più e meglio. Le comunità di vita consacrata, le comunità educative delle FMA, le famiglie dei giovani, le chiese locali, hanno formato una “nuova rete” che attraverso la comunicazione online unisce, conforta, abbraccia e assicura la presenza.

Papa Benedetto XVI, già con una visione del futuro, nel messaggio per la 47ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali nel 2013 I social network: porte di verità e di fede; nuovi spazi per l’evangelizzazione, ha scritto: “Cercando di rendere il Vangelo presente nell’ambiente digitale, possiamo invitare le persone a vivere incontri di preghiera o celebrazioni liturgiche in luoghi specifici come chiese o cappelle. Ci deve essere coerenza e unità nell’espressione della nostra fede e nella testimonianza del Vangelo all’interno della realtà in cui siamo chiamati a vivere, sia essa fisica o digitale. Siamo chiamati a far conoscere l’amore di Dio agli altri, fino ai confini della terra”.

Da questi spazi di comunicazione, che devono essere abitati con cura e impegno, ognuno si sente chiamato a vivere il suo discepolato, oggi ancora di più, per essere vicini all’umanità sofferente.

È bello che nel Magistero della Chiesa ci sia tanta sintonia con l’esperienza di familiarità, di vicinanza e di amorevolezza che sono alla base del Sistema Preventivo di Don Bosco vissuto nelle comunità FMA e nell’esperienza più profonda della persona.

 

Dire le cose con “vicinanza e proattività”, perché entrambe esprimono “tenerezza”, che è il linguaggio di Dio
                   (iJornada tuitera de IMisión, Evangelización y Cultura Digital, 14 giugno 2019).

Papa Francesco a un gruppo di evangelizzatori digitali, ha fatto appello a comunicare con tenerezza e passione per rafforza la fede e alimentare la speranza in chi si avvicina, anche nelle reti sociali, perché l’online parla di presenza, calore e accompagnamento. È una nuova forma di missione che trasforma il bisogno in opportunità, che annuncia Cristo e il suo Regno. L’evangelizzazione raggiunge il cuore degli utenti dei social network, le piccole chiese domestiche attraverso messaggi di testo, grafica, audio e video che vengono condivisi nello spazio virtuale. Non si tratta di una semplice trasmissione di contenuti, ma sono i nuovi linguaggi per nuove realtà: questa è la grande sfida, perché il Verbo della Vita, continui ad incarnarsi nel cuore dell’uomo.

Essere discepoli del Maestro nella Rete, in transito verso una nuova umanità che oggi si intravede, trasformandola con la forza dell’amore e della tenerezza misericordiosa.

 

Maria Baffundo, FMA
hmariab@gmail.com

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