Giovani e videogame

Don Bosco, Fondatore dei Salesiani, non si stancò di ripetere ai suoi ragazzi: «sono contento che vi divertiate, che giochiate, che siate allegri; è questo un metodo per farvi santi».  Divertirsi, stare insieme e condividere sono caratteri peculiari del “gioco”, e nel XXI secolo, con i videogiochi. Il videogioco è un mezzo espressivo e uno strumento aperto che qualifica l’esperienza educativa. 

Nell’attuale contesto, giochi sempre più sofisticati invadono il mercato e affascinano bambini e adolescenti. Due terzi dei ragazzi tra i 12 e i 19 anni si autodefiniscono giocatori regolari (cfr. Rapporto sui risultati dello studio JAMES 2018 – Giovani, attività, media). La tendenza al gioco è correlata allo sviluppo delle tecnologie: a casa praticamente tutti i giovani hanno un computer o un cellulare e una connessione a Internet; alcuni dispongono di una console fissa o mobile. L’accesso ai videogiochi è dunque largamente facilitato. Il videogioco è un mezzo espressivo, ma anche uno strumento aperto a costituire uno scenario che qualifica l’esperienza educativa e didattica.

Il gaming è una delle attività mediali più apprezzate dai giovani. Si gioca sia da soli che in compagnia di amici e amiche. Giocano a videogiochi molto di più i ragazzi che le ragazze e la percentuale di gamer aumenta con il crescere dell’età.

Numerosi sono i generi di video-giochi: di azione, giochi basati sulla rapidità e sulla reazione (Shooter games); di avventura; giochi di logica e di apprendimento (Edutainment); videogiochi di combattimento in cui il protagonista deve vincere l’avversario con i pugni, con armi e spesso con abilità particolari; giochi di ruolo che si svolgono quasi sempre in mondi fantastici, dove si sceglie un personaggio dotato di facoltà particolari, che sviluppa nel corso del gioco. Spesso si gioca online con altri giocatori. Giochi di simulazione e gestionali: si tratta di gestire un’impresa, una squadra sportiva o un’intera città con l’impiego di riflessioni strategiche e tattiche e abilità organizzative; giochi sociali (Social Games), piccoli giochi integrati nei social network, come Facebook, che rappresentano un veloce e semplice mezzo per trascorrere qualche momento di distensione mentale.

I videogiochi sono la nostra più avanzata frontiera e il nostro più affascinante futuro” 
                                                   (Alberto Abruzzese)

I videogiochi incoraggiano comportamenti cooperativi e competitivi; pongono in primo piano l’interazione con gli altri e permettono di seguire i successi e i progressi di amici e conoscenti. I giocatori interagendo simultaneamente con altri giocatori e con l’ambiente stesso, raggiungono cooperativamente obiettivi come superare i livelli più alti, esplorare, fare amicizie ed acquisire conoscenze e abilità.

Questi video giochi non tengono conto di alcuna classificazione rispetto all’età. Con le opportunità offerte dalle tecnologie digitali, i membri della community di videogiocatori interagiscono costantemente tra di loro. Uno dei fenomeni più osservati è quello dei video «Let’s play», in cui singoli giocatori presentano videogiochi, fornendo commenti e suggerimenti su come superare punti particolarmente difficili. Molto richiesti gli eventi sportivi elettronici (e-Sport-Events), in cui i giocatori gareggiano fra di loro, da soli o in squadre. È questo il genere che più di ogni altro favorisce l’incontro con gli amici per giocare insieme: tutti i giocatori vengono coinvolti nel gioco osservando la stessa porzione intera di schermo, gestendo i movimenti del proprio giocatore sul campo, ed interagendo contemporaneamente con gli altri personaggi. I premi e il numero di spettatori crescono di anno in anno, basti pensare che la partita finale dei mondiali di «League of Legends» svoltasi nel 2017 a Pechino, è stata seguita da 80.000 spettatori dal vivo e da oltre 40 milioni di appassionati dagli schermi.

Sono varie le abilità che i giovani acquisiscono con i videogiochi. Sviluppano capacità intellettive, senso di orientamento spaziale, abilità motorie, lavoro in gruppo e creatività. È interessante sottolineare l’esperienza che il giocatore vive tra il mondo reale e quello virtuale. Nel gioco s’impara a muoversi tra il mondo dell’esperienza e quello dell’avventura, tra lo spazio virtuale e quello reale. Grazie all’interconnessione e al digitale si entra a far parte di una comunità globale, si gioca con persone che vivono in altri Paesi e parlano lingue diverse, ci si confronta con identità diverse aprendo la mente e la propria cultura, si vivono autentiche esperienze interculturali.

“Coloro che fanno distinzione fra intrattenimento ed educazione 
forse non sanno che l’educazione può essere divertente e il divertimento educativo”.
                                  (M. Mc Luhan)

Nei videogiochi si può vivere anche l’esperienza ottimale (flow), che è lo stato in cui la persona si trova completamente assorta in un’attività per il suo diletto, durante il quale il tempo vola e le azioni, i pensieri e i movimenti si succedono uno dopo l’altro, senza sosta.

Chi riesce a raggiungere un controllo sempre più completo del gioco e a passare di livello in livello, sente di essere invincibile, sicuro di sé.  Ma è proprio questa esperienza può portare il rischio di una dipendenza da Internet. Vivere l’esperienza del gioco in solitudine e riporre in essa una così grande aspettativa di appagamento, rischia di incrementare insicurezze e tendenze all’isolamento, creando disagi nella socializzazione. Inoltre, i giocatori possono assumere comportamenti aggressivi e manipolatori.

Recenti ricerche evidenziano che la scelta di stare davanti a uno schermo per molto tempo deriva da un profondo senso di noia e dal desiderio di evasione dalla vita quotidiana. Il mondo affascinante dei videogiochi e la possibilità di assumere ruoli diversi possono indurre i giovani a rifugiarsi nello spazio virtuale per non affrontare la realtà.

E il gioco, si trasforma così in “evasione”, distrazione e sospensione della realtà, anziché esperienza di conoscenza e comprensione del quotidiano.

La relazione, lo stare insieme, il divertimento possono far emergere il valore educativo e sociale del videogioco: se si gioca in compagnia, è possibile socializzare e sentirsi parte di un gruppo; si impara a lavorare in squadra; ci si abitua a sviluppare strategie e a cercare soluzioni, in un’ottica di problem solving; si possono allenare le più svariate capacità, come ad esempio il ragionamento, il senso di orientamento e la creatività.

Bisogna ripartire, in ascolto e in cammino con i giovani, per ridisegnare ambienti ricchi di genuinità e spensieratezza, di apprendimento e cooperazione, come un in un videogioco.

 

Veronica Petrocchi 
veronica.petrocchi91@gmail.com

Condividi

Dalla rivista

Parola

Vedendo la folla, salì sul monte, si mise a sedere, e i suoi discepoli gli si avvicinarono. Gesù, vedendo la gente che ti seguiva, povera ...

Camilla

C’è ancora un sassolino che vorrei togliermi dalla scarpa prima di chiudere l’argomento PACE. Un sassolino che a dir la verità non è poi tanto ...

Editoriali

Per molti, l’idea di pace è legata a una visione riduttiva che attribuisce ai governi la responsabilità esclusiva di garantire ai cittadini le condizioni necessarie ...

Dossier
Viviamo un tempo di guerre e tensioni, violenze che si consumano, sempre più spesso, fuori e dentro le mura di casa e che coinvolgono giovani ...