Generatività, il senso della cura

«Generare non è azione solo biologica, ma antropologica, sociale e simbolica. Non si limita a mettere al mondo, ma implica il portare a maturazione, il prendersi cura» (Mauro Giaccardi, Chiara Giaccardi, Generativi di tutto il mondo unitevi! (2014). Feltrinelli Editore, Milano).

La vita è un continuo incontro con l’altro, è un tenersi per mano, in un fluire di parole, sentimenti, emozioni e silenzi di generazione in generazione. Ogni volta che ci si prende cura di qualcuno, ogni volta che si aiuta qualcuno a riprendere in mano la sua vita, a diventare autore o autrice della propria vita, ogni volta che si dà fiducia a qualcuno, ecco che lo si ri-mette al mondo. Nella Parabola del Figliol Prodigo il padre generativo non è quello che procrea biologicamente, ma è colui che rigenera, che rimette al mondo, se ne prende cura; però poi lo lascia andare mettendo in movimento un dinamismo di crescita del figlio che porta a una nuova Alleanza, a una rinnovata fraternità, a una rinnovata relazione nell’amore. Il senso della cura è avere lo sguardo attento alla totalità dell’altro, è farsi grembo dell’essere con e per l’altro, è la reciprocità nel costruire legami e vicinanza, è diventare sorgente di novità e di cambiamento, perché qualcuno possa esistere nel tempo e nella relazione.

Le Comunità Educanti dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice sono segni di relazioni generative nell’amare i giovani alla maniera di Gesù, nel servizio ai più bisognosi, nella difesa della dignità umana e nella solidarietà ai più poveri. “I giovani hanno bisogno di sapere che li amiamo, ma la cosa più importante è che si rendano conto della radice dell’amore con cui sono amati: al di là di noi stessi, sono infinitamente amati da Dio, in qualsiasi circostanza essi vivano” (cf Papa Francesco, Esortazione Apostolica post-sinodale n. 112). Si è generativi quando ci si fa carico degli altri e dei loro bisogni, quando ci si aiuta a porsi domande sull’esistenza riaprendo la speranza al futuro, quando si mettono insieme le risorse presenti sul territorio e si collabora a qualcosa di bello e di grande rinsaldando i legami comunitari.

L’Istituto FMA e la Famiglia Salesiana generano vita negli spazi dell’amore, cercando il bene dell’altro con azioni concrete e autentiche, di tenerezza e compassione, essendo, gli uni per gli altri, presenze significative di vita bella e solidale.

 

Intervista a Laura Avila – Messico

Nel mondo contemporaneo, con la tua esperienza di exallieva fma, come e dove si è generativi nel cuore di questo mondo?
«La mia riflessione, su come essere generativa oggi, è innanzitutto nella famiglia dove si semina speranza e gioia nella quotidianità, vivendo la vita con semplicità e armonia e ritrovando tempi per la preghiera e l’incontro personale con il Signore. E poi mettendo in pratica gli insegnamenti di Gesù «ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato» (Mt 25, 31-46): riconoscendolo nei fratelli migranti, consolando coloro che hanno perduto i propri cari per la pandemia, accogliendo le persone più emarginate, soprattutto i giovani, con gesti concreti di benevolenza e di cura».

L’Unione Exallieve/vi è impegnata a promuovere la cultura della vita. Quali sono i segni di questa cultura impregnata del carisma salesiano?
«Questa domanda mi riempie di gioia e speranza! Nella realtà attuale i progressi scientifici e tecnologici hanno apportato cambiamenti e innovazioni per migliore la vita, alleviare le sofferenze, curare le malattie. Eppure nel mondo si continua a lottare per i diritti umani che non sempre sono rispettati. Come Associazione ci impegniamo a promuovere la cultura della vita nel favorire il rispetto della donna e della dignità umana; vivendo lo spirito di famiglia, la collaborazione attiva con i diversi movimenti ecclesiali o le associazioni caritative e la partecipazione alla vita pubblica come esercizio di una cittadinanza evangelica».

 

La generatività è, dunque, un dinamismo che vivifica e continuamente rinnova, un cammino continuo, fatto di mettere al mondo (non solo figli!), dare inizio, poi prendersi cura, perché ciò che è stato generato o aiutato a rinascere possa fiorire e alla fine lasciar partire, fidandosi della capacità dell’altro di poter essere generativo a propria volta (Chiara Giaccardi).

Continuando a lavorare per far crescere, per fare stare al mondo, si costruisce vita generativa. E «dove si crea un’opera, si continua un sogno, si pianta un albero, si mette al mondo un bimbo, là opera la vita e si apre un nuovo orizzonte nella oscurità del tempo» (Herman Hesse).

 

Gabriella Imperatore, FMA
gimperatore@cgfma.org

Condividi

Dalla rivista

Parola

Vedendo la folla, salì sul monte, si mise a sedere, e i suoi discepoli gli si avvicinarono. Gesù, vedendo la gente che ti seguiva, povera ...

Camilla

C’è ancora un sassolino che vorrei togliermi dalla scarpa prima di chiudere l’argomento PACE. Un sassolino che a dir la verità non è poi tanto ...

Editoriali

Per molti, l’idea di pace è legata a una visione riduttiva che attribuisce ai governi la responsabilità esclusiva di garantire ai cittadini le condizioni necessarie ...

Dossier
Viviamo un tempo di guerre e tensioni, violenze che si consumano, sempre più spesso, fuori e dentro le mura di casa e che coinvolgono giovani ...