Mossi da questa speranza, accogliamo il nuovo anno che sollecita a risignificare la vita e il tempo vissuto che ha messo in luce una profonda crisi di umanità con la sua fragile capacità di agire insieme per il bene comune. Ha anche gettato luce sui piccoli e fecondi semi di vita, resi visibili nei gesti solidali di persone, organismi e istituzioni che si son fatti vicini e prossimi per alleviare il dolore di tanti, donando la loro vita.
Sentirsi interpellati dalla speranza è vivere in fine attenzione ai segni dello Spirito di Dio, lasciandosi condurre da Lui e, mossi dalle Sue ispirazioni, costruire un presente e un futuro “generativi”. È Lui che in noi genera la vita che trasforma il mondo e porta l’annuncio vero del Vangelo. È in Lui che abbiamo la consapevolezza di essere ospiti del mondo e, al tempo stesso, di impegnarci ad ospitare il mondo nella sua complessità, abbracciando le sue sfide, aprendoci alle sue bellezze e opportunità. In Lui, possiamo scoprire la “mistica” del vivere insieme, che può trasformarsi in una vera esperienza di fratellanza universale.
La realtà attuale, contrassegnata da tante situazioni di esclusione, disuguaglianze, povertà, interpella a generare nuovi stili di vita e una rinnovata fraternità. “Una terra sarà feconda, un popolo darà frutti e sarà in grado di generare futuro solo nella misura in cui dà vita a relazioni di appartenenza tra i suoi membri, nella misura in cui crea legami di integrazione tra le generazioni e le diverse comunità che lo compongono; e anche nella misura in cui rompe le spirali che annebbiano i sensi, allontanandoci sempre gli uni dagli altri” (Fratelli Tutti, 53).
La fraternità è una semina quotidiana, coltivata nella consapevolezza che è un impegno che conta sulla forza dell’Amore di Dio e che abilita a trascendere i progetti personali e istituzionali per vivere la chiamata continua alla reciprocità. Essa sollecita a reinventare una grammatica della gratuità delle relazioni che coniughino ospitalità, condivisione, comunione, solidarietà, promuovendo la cultura della generatività, per far crescere il Regno di Dio.
Siamo portatori di un carisma che ha in sé una forte carica di speranza. Dagli inizi Don Bosco e Madre Mazzarello si sono lasciati educare da Dio e hanno capito che la speranza salesiana si nutre di santità, di Vangelo. La speranza chiede che la vita sia messa tutta a servire, accogliendo l’altro come un mistero che svela incondizionata ospitalità.
Chiamati a ricreare l’originalità educomunicativa delle prime comunità di Valdocco e Mornese, nella responsabilità di intessere legami di comunione solidale e convergenza nell’unica missione, con i giovani, ci impegniamo a fare scelte generative di vita per una fecondità missionaria.
L’Istituto FMA, come un ecosistema generativo, interpellato dalla realtà contemporanea, continua ad accogliere il sogno di Dio che è quello di rendere le comunità generative di vita nel cuore del mondo. La presenza di Maria ispira uno stile educomunicativo che genera e nutre la vita: “fate tutto quello che il Signore vi dirà” (Gv 2,5), offrendo a tutti il vino buono della speranza, della cooperazione, della solidarietà globale e locale, della giustizia umanizzatrice.
Maria Helena Moreira
mhmoreira@cgfma.org