“Il genio femminile è necessario in tutte le espressioni della vita sociale e per tale motivo si deve garantire la presenza delle donne anche nell’ambito lavorativo e nei diversi luoghi dove vengono prese le decisioni importanti” (Papa Francesco).
Essere consapevoli del dono che sono le donne, accorgersi della ricchezza che la presenza della donna può recare alla vita delle singole persone e a tutta società. Tante sono le immagini che passano davanti agli occhi: la carezza di una giovane donna sul volto stanco e sofferente di un vecchio; la vicinanza di alcune donne accanto a persone che soffrono, con discrezione e naturalezza; la profondità della fede di tante donne che sanno affidarsi nell’amore alla persona del Signore Gesù; la dedizione di tante mamme, che con serenità affrontano la vita quotidiana: i bambini da portare a scuola, il lavoro, la casa, una telefonata alla nonna, la spesa; donne fedeli alle loro scelte, sostenute dalla decisione presa un giorno di vivere fino in fondo non per se stesse, ma per gli altri.
Giornate piene, tenute insieme non si sa come e così, giorno dopo giorno, si manifesta la fecondità e la forza del “genio femminile”. È il genio di una dedizione quotidiana portata avanti con naturalezza, senza scrivere sul libro dei propri crediti ciò che si fa per far crescere la famiglia, la comunità, il contesto di lavoro, il quartiere, il villaggio, la città, la società.
La musulmana Shahrzad Houshmand commentando l’Enciclica Fratelli Tutti, dice: “Le donne, con la bellezza della femminilità accogliente, leggono, sognano e sono sensibilmente in grado di contribuire a costruire un’unica famiglia umana”. Oggi di donne disposte a giocare fino in fondo il loro genio femminile c’è straordinario bisogno. C’è bisogno di persone capaci di gratuità, di attenzione alla persona e capaci di tessere relazioni di solidarietà e di dedizione.
“Dobbiamo andare avanti per inserire le donne nei posti di consiglio, anche di governo, senza paura” (Papa Francesco).
Nella casa di Betania, il Maestro vedendo Marta relegata nel ruolo di donna affaccendata, sembra dirle: «Tu sei molto di più; tu come tua sorella, puoi stare con me in una relazione diversa, di scambio interiore e non primariamente di scambio di servizi. Tu sei molto di più, tu puoi condividere con me pensieri, orizzonti e sogni». Dio ha creato uomini e donne ed è fondamentale tener conto che sono entrambi arricchenti e da cui si può sempre imparare. Nella Chiesa e nella società le donne offrono il loro contributo anche nei luoghi in cui si decidono le politiche e si prendono delle decisioni. Le donne sono attori non soltanto nell’evangelizzazione, anche nell’educazione e nella promozione sociale.
La filosofa canadese Jennifer Nedelsky dice che «quando si incontra una persona, si è soliti chiederle di “cosa” si occupa. Invece bisognerebbe chiederle di “chi” si occupa». Le donne hanno chiaro il senso dell’I care, ne fanno esperienza nella vita privata e possono trasferire questo approccio in ogni ambito della vita pubblica. Suor Alessandra Smerilli, Figlia di Maria Ausiliatrice, componente della Commissione Donne per un nuovo Rinascimento, istituita dal Ministero delle Pari Opportunità, sostiene che non si può guardare il mondo con un occhio solo: per governare, per pensare la società del futuro, c’è bisogno di uno sguardo maschile e di uno femminile insieme. «È il momento di preparare il futuro, non aspettare che arrivi. Abbiamo bisogno, oggi, di un modo diverso di stare nel lavoro, nelle organizzazioni, abbiamo bisogno della capacità di prenderci cura gli uni degli altri, abbiamo bisogno di empatia. Abbiamo bisogno di avere uno sguardo ad una famiglia che è di uomini e donne, che possano contribuire in reciprocità alla cura della famiglia e al lavoro, alla cura della società».
Oggi guardando la realtà si scopre che in tanti settori della società ci sono donne che lavorano e acquistano ruoli di primo piano nella medicina, nel diritto e negli studi sociali, nella sanità pubblica, nella Chiesa. È un tempo nuovo ed è forte l’impegno ad allargare gli spazi di una presenza femminile più incisiva nella Chiesa e nella società.
Gabriella Imperatore, FMA
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