A te le affido

La consegna "A te le affido" è, nella vita di Maria Domenica, un evento di grazia, perché l’iniziativa è da Dio che  la afferra con il suo amore; ma è anche ascolto/risposta di un bisogno della gioventù, quello di avere  vita e vita in abbondanza. Maria Domenica è una donna toccata dalla grazia e capace di vedere e sentire i bisogni delle giovani.

Quando Maria Domenica si ammala di tifo, vive un kairós, un tempo di grazia che le permette di riflettere sulle motivazioni profonde della sua vita e del suo agire, affidandosi radicalmente alla volontà di Dio. È il momento in cui da giovane credente pronuncia il suo “sì” al Crocifisso.

Maria Domenica comprende che ad una chiamata di Dio così profonda, non si poteva dare una risposta mediocre e incerta. La sua risposta, infatti, è piena di gioia, di speranza e di abbandono fiducioso. Prima della consegna della missione da parte di Dio, c’è la consegna fiduciosa, più consapevole e radicale di Maria Domenica a Lui: «A te mi affido», che si rivela nella preghiera fatta da lei in fondo alla Chiesa parrocchiale: «Oh, Signore! Se mi date ancora un po’ di vita, fate che io sia dimenticata affatto da tutti. Io sono contenta di essere ricordata solo da voi». La preghiera rivela un salto di fede nel cammino spirituale di Maria Domenica: non è una giovane ripiegata su se stessa, è capace di rivolgere lo sguardo sugli altri e convertirsi radicalmente al progetto di Dio. La preghiera rivela la piena consapevolezza della sua condizione di creatura, la sua fragilità e, allo stesso tempo, l’abbandono fiducioso in Dio. Maria Domenica accoglie la nuova missione affidatagli da Dio che da quell’istante diventa il filo conduttore della sua vita: l’educazione delle giovani!

«Il tempo della prova è il tempo della scelta» (Papa Francesco).

Nella visione di Borgoalto, la consegna fatta a Maria Domenica è una consegna concreta e attuale. Oggi le Figlie di Maria Ausiliatrice sono chiamate ad accogliere personalmente e comunitariamente la chiamata del Signore: “A te le affido”.

Il Signore oggi riaffida all’Istituto delle FMA la missione educativa tra i giovani. Essere comunità generatrici di vita, “appassionate”, dinamiche, amabili, instancabili, capaci di qualsiasi sacrificio al fine di accompagnare le nuove generazioni nel realizzare il progetto di Dio nella loro vita.

«Crescere nello stile comunionale in cui le relazioni siano umane, fraterne, reciprocamente ospitali, di dialogo e di perdono» (Cf Strumento di lavoro Capitolo generale XXIV). È bello condividere la missione e sognare il futuro insieme. Papa Francesco scrive nella Fratelli tutti «Ecco un bellissimo segreto per sognare e rendere la nostra vita una bella avventura. Nessuno può affrontare la vita in modo isolato […]. C’è bisogno di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare in avanti. Quanto è importante sognare insieme! […] Da soli si rischia di avere dei miraggi, per cui vedi quello che non c’è; i sogni si costruiscono insieme» (n 8).

 

Gabriella Imperatore, FMA 
gimperatore@cgfma.org

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