Sulle orme di A. Lupin

Colpo grosso per Lupin su Netflix. L’action crime drama francese ispirato al mito di Arsenio Lupin, il celebre ladro gentiluomo creato da Maurice Leblanc all’inizio del ‘900, è stato il miglior lancio di una serie tv originale sul servizio di video in streaming nel 2021. Con 70 milioni di account coinvolti nella visione dei cinque episodi durante i primi 28 giorni di disponibilità, come stimato dalla piattaforma, Lupin ha battuto gli esordi di Bridgerton (63 milioni) e La regina degli scacchi (62 milioni), considerati due fenomeni televisivi della stagione, posizionandosi al secondo posto nella classifica delle serie tv più viste di Netflix. Ed è stata la prima serie tv francese a entrare nella Top 10 dei più visti negli Stati Uniti raggiungendo velocemente la prima posizione in molti altri paesi, come Argentina, Brasile, Germania, Italia e Spagna.

Creata da George Kay e François Uzan, Lupin segue la star di “Quasi amici” Omar Sy nei panni di Assane Diop, un giovane la cui vita è stata sconvolta dalla morte del padre, accusato di un crimine che non aveva commesso. Usando il libro “Arsène Lupin, ladro gentiluomo” come ispirazione per fare giustizia al padre e alla sua famiglia, Assane escogita un piano brillante per derubare un prezioso collier dal museo del Louvre di Parigi.

Le caratteristiche tipiche del personaggio sono mutuate: lo spirito della Belle Époque, l’legante frac e l’immancabile bastone da passeggio lasciano il posto alla sete di riscatto del protagonista senegalese.

Nella serie, la cui prima stagione è composta da due parti, ciascuna di 5 episodi di 45 minuti, tutto è stato cambiato. E ciò è dovuto anche al fatto che “Lupin – Sulle orme di Arsenio” non è affatto un adattamento letterario in senso stretto, ma piuttosto è un omaggio moderno alla lettura e al modo in cui la letteratura ispira e plasma la vita quotidiana.

 

Il personaggio Lupin

Il protagonista della serie, Assane Diop (Omar Sy), ha avuto un’infanzia difficile: orfano di madre, da adolescente assiste alla ingiusta condanna del padre – un immigrato senegalese – che venne falsamente accusato di aver rubato una collana in casa del Signor Pellegrini, un uomo ricco e potente di cui era l’autista. Il padre, dopo essere stato ingannato e condannato, preso dalla vergogna muore suicida in carcere. Molti anni dopo, la collana sparita all’epoca venne in seguito ritrovata, e che era appartenuta alla Regina Maria Antonietta, finisce all’asta per ricoprire i debiti contratti dal Signor Pellegrini negli anni.  

Assane progetta un piano per far venire alla luce la verità sul padre – non soltanto nello spirito delle opere letterarie di Maurice Leblanc, il cui primo romanzo “Arsenio Lupin e la collana della regina”, offre lo spunto di inizio della serie, ma anche dell’Edmond Dantès de “Il conte di Monte Cristo” di Alexandre Dumas. Come quest’ultimo, infatti, anche Assane si mette sulle tracce dei responsabili della morte del padre per fare giustizia, per smascherare i veri artefici di un crimine compiuto 25 anni prima alle spalle del padre. Lupin, però è un ladro insospettabile e non ricorre alla forza per raggiungere i suoi obiettivi, le sue ‘armi’ sono i libri del suo scrittore preferito, letti, se non divorati, da ragazzino, quando la sua vita è stata sconvolta dalle accuse contro il padre.

Le storie dedicate ad Arsène Lupin sono un classico della letteratura francese, e non è affatto strano vederne comparire con regolarità i libri nel corso degli episodi. È però altrettanto vero che numerosi sono stati gli adattamenti cinematografici arrivati al cinema o in TV nel tempo (l’ultimo film è del 2004, con Romain Duris). Già nel 1910, infatti, venne realizzato nell’Impero tedesco il film seriale Arsène Lupin contro Sherlock Holmes, ispirato ai romanzi di Maurice Leblanc nei quali traspariva la grande ammirazione per il geniale detective uscito dalla mente del collega Sir Arthur Conan Doyle, in cui veniva ripetutamente inscenato uno scontro tra i due arguti personaggi.

In ogni caso, “Lupin – Sulle orme di Arsenio”, è in sostanza una traduzione contemporanea e inaspettata del materiale letterario che – a differenza della britannica Sherlock con Benedict Cumberbatch e Martin Freeman – non ‘trasferisce’ i personaggi novecenteschi nel presente, piuttosto opta per un coerente aspetto meta: c’è assonanza nei loro nomi (Assane al posto di Arsène), ma si ispira a lui in quanto grande fan delle sue imprese. La serie intesse una sottile rete di rimandi incrociati e di indizi, piccoli omaggi e accurati dettagli, attraverso i quali la creazione di Maurice Leblanc viene messa in gioco senza apparire mai irrimediabilmente datata e superata.

 

Tra flashback e colpi di scena

A parte la sequenza di apertura girata al Museo del Louvre (l’unica davvero ispirata), in cui il protagonista ruba la collana di Maria Antonietta, la serie è meno incentrata sulla spettacolarità dei furti e maggiormente sulle indagini circa la prima sparizione verificatasi nel passato – e ciò a sua volta implica l’utilizzo ricorrente dei flashback.

Nel corso degli episodi Assane Diop incontra una giornalista investigatrice (interpretata da una brava Anne Benoît), si imbatte in un agente di polizia anch’egli comprovato estimatore di Lupin (Soufiane Guerrab), deve fare i conti con un uomo d’affari senza scrupoli, Signor Pellegrini (Hervé Pierre) e si imbatte in sua figlia Julliette (Clotilde Hesme), con la quale ha avuto una relazione. Inoltre, ci sono l’ex moglie di Assane, Claire (Ludivine Sagnier) e il loro figlio Raoul (Etan Simon), ai quali Diop non fa mancare nulla, se non la sua presenza.

Al posto dell’eleganza e della raffinatezza letterari, la serie tv “Lupin – Sulle orme di Arsenio” procede intorno a tematiche contemporanee, a cui si aggiungono i ripetuti riferimenti all’integrazione e alla discriminazione, a cui Diop è esposto tanto quanto il poliziotto Youssef. Entrambi sono ‘invisibili’ alla società francese a causa del loro aspetto esteriore, passano sempre inosservati, cosa che almeno il primo può usare decisamente a suo vantaggio (e qui si spiega la scelta di Omar Sy). Gli spunti satirici non mancano, ma è anche vero che la narrazione si sviluppa senza grandi colpi di scena e attraverso situazioni ampiamente prevedibili in anticipo. In ogni caso, vista anche la brevità di questa prima parte di stagione, “Lupin – Sulle orme di Arsenio” è al contempo nostalgico e moderno, adattandosi allo spirito del modello letterario e raccontando la vicenda con una calma e una tranquillità non comuni, quasi rassicuranti.

L’avvincente storia di riscatto e di giustizia del ladro gentiluomo si chiude alla quinta puntata con un cliffhanger (finale a sorpresa), un ultimo episodio che spalanca le porte ad un’attesissima seconda stagione.

 

Andrea Petralia 
andrea.petralia95@gmail.com

 

Condividi

Dalla rivista

Parola

Vedendo la folla, salì sul monte, si mise a sedere, e i suoi discepoli gli si avvicinarono. Gesù, vedendo la gente che ti seguiva, povera ...

Camilla

C’è ancora un sassolino che vorrei togliermi dalla scarpa prima di chiudere l’argomento PACE. Un sassolino che a dir la verità non è poi tanto ...

Editoriali

Per molti, l’idea di pace è legata a una visione riduttiva che attribuisce ai governi la responsabilità esclusiva di garantire ai cittadini le condizioni necessarie ...

Dossier
Viviamo un tempo di guerre e tensioni, violenze che si consumano, sempre più spesso, fuori e dentro le mura di casa e che coinvolgono giovani ...