Educare nelle Reti sociali

L’educazione è questione di relazione, è “cosa di cuore” (San Giovanni Bosco, Fondatore della Congregazione dei Salesiani di Don Bosco) e la comunità di Valdocco è il primo laboratorio e ambiente educativo per mettersi in sintonia con le/i giovani, per ricercare le vie e i luoghi in cui incontrarli e accompagnarli. Il Capitolo Generale XXIII ha sollecitato l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) a guardare all’ecosistema comunicativo digitale come all’ambiente in cui la vita cresce sul fondamento di valori evangelici e carismatici. Le FMA sono chiamate ad acquisire una più profonda «consapevolezza della comunicazione come missione […] per entrare nel mondo digitale non solo come utenti, ma come cercatrici di senso e promotrici di nuova cultura (Istituto FMA, Allargate lo sguardo. Con i giovani missionarie di speranza e di gioia, Atti del CG XXIII, Roma 2014, n 47.)

Formarsi e formare nell’epoca digitale è fondamentale. Nella Rete si racconta di sé, si racconta la vita e la realtà, per questo è necessario sviluppare competenze comunicative per rispondere alle esigenze del contesto contemporaneo. La FMA è chiamata a vivere in un continuo esercizio di discernimento evangelico per riconoscere il passaggio di Dio sulle vie che percorre l’umanità, segnata da rapidi mutamenti in tutti i campi, per promuovere reti di solidarietà, di giustizia, d’inclusione.

Comunicare è educare, educare è comunicare (Don Bosco).

La cultura digitale offre grandi ed efficienti potenzialità comunicative. I giovani abitano i social network con naturalezza, facendone il loro cortile abituale d’incontro e di scambio, di amicizia e di aggregazione tra pari. Il virtuale costituisce una sfida che non esaurisce la profonda domanda di senso, soprattutto dei giovani, ma è il luogo irrinunciabile per raggiungerli e coinvolgerli.

L’impegno educativo di stare con i giovani nel cuore della contemporaneità richiede di convogliare positivamente la molteplicità dei canali e dispositivi, di opportunità e potenzialità che la rivoluzione digitale offre. Vivere nell’ecosistema comunicativo digitale richiede audacia e competenze per dare qualità alla vita dentro e fuori la Rete, perché diventi «un luogo ricco di umanità, non una rete di fili ma di persone umane».

“Nel mondo digitale non vi può essere annuncio di un messaggio 
senza una coerente testimonianza da parte di chi annuncia”.

(Papa Benedetto XVI)

La Rete non è un mondo parallelo, è parte della realtà quotidiana, dove è possibile quotidianamente andare incontro anche ai più lontani. La dimensione socio-relazionale si esprime anche nella Rete, diventata un luogo abitato da milioni di persone che, uscendo dai propri confini, si incontrano, esprimono la propria individualità e tessono interrelazioni planetarie. Adesso è il momento del discernimento evangelico per porsi domande di senso e per cogliere le conseguenze antropologiche ed etiche della presenza FMA negli ambienti digitali. L’accompagnamento delle giovani in formazione richiede una mentalità di cambio, una disposizione a disimparare per imparare con la generazione dei nativi digitali, perché si giunga alla maturazione di un’identità chiara e solida. L’appello è alle FMA e a tutte coloro che hanno una responsabilità nella missione di accompagnare le/i giovani al compimento del progetto di Dio su di loro.

Nello scenario digitale è fondamentale creare contenuti di valore e di verità. La conversazione va proposta sui valori che coinvolgono tutti, perché possa aiutare a rispondere alle domande esistenziali e universali.

– Che cosa l’Istituto FMA è chiamato a comunicare per garantire affidabilità alla visione e missione carismatica?

– Siamo capaci di comunicare il volto di una Chiesa che sia la “casa” per tutti?

– Siamo, oggi, capaci di camminare come camminava Gesù con quelli di Emmaus, riscaldando il cuore, facendo trovare loro il Signore?

– Siamo capaci di farci compagni fino all’incontro con Cristo?

 

Gabriella Imperatore, FMA 
gimperatore@cgfma.org

 

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