La crisi generata dal Covid-19 ha messo in evidenza le debolezze delle società, la fragilità e i limiti dell’attuale modello di sviluppo con tutta una serie di conseguenze, spesso dannose, che segnano ogni ambito dell’esistenza. In questo mondo interconnesso, se si vuole evitare una catastrofe a livello planetario, urge cambiare rotta. È necessario ripensare gli stili di vita, il modo di stare al mondo, la relazione con gli ecosistemi della terra e con gli altri esseri umani. Il grido della terra chiama a fare alleanza, ad abbracciare la fraternità e la solidarietà come nuove strategie per costruire un futuro sostenibile.
Cittadini alleati per il cambiamento
L’urgenza del cambiamento per un futuro sostenibile non è un dato recente, ma è stata accolta in modo corale e decisivo nel 2015 quando i governi di 193 Paesi membri delle Nazioni Unite hanno firmato “L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile” (OSS) che include 17 obiettivi e 169 traguardi. Nel preambolo si legge: «Siamo determinati a mobilitare i mezzi necessari per implementare questa Agenda attraverso una Collaborazione Globale per lo sviluppo sostenibile, basata su uno spirito di rafforzata solidarietà globale, concentrato in particolare sui bisogni dei più poveri e dei più vulnerabili e con la partecipazione di tutti i paesi, di tutte le parti in causa e di tutte le persone». Questa affermazione lascia percepire lo spessore dell’impegno a livello mondiale. Nello stesso anno, con la pubblicazione dell’Enciclica Laudato si’, Papa Francesco rinnova l’appello a unire le forze per il cambiamento: «La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare» (LS 13). Ciò implica un percorso di autoconsapevolezza per lasciarsi coinvolgere in prima persona e una nuova solidarietà universale per collaborare, ciascuno secondo i propri talenti e risorse. Infatti, la consapevolezza che il futuro dell’umanità e del nostro pianeta è nelle nostre mani e nelle mani delle nuove generazioni responsabilizza nell’impegno di passare il testimone alle generazioni future agendo nel segno della sostenibilità (Cf OSS 53).
Nel segno della sostenibilità
La sostenibilità è un concetto multidimensionale, dinamico e adattabile ad una pluralità di ambiti: ambientale, socioculturale, economico, giuridico e politico. Il termine risale già al Rapporto della norvegese Gro Harlem Brundtland, pubblicato nel 1987, dal titolo “Il nostro futuro comune”. Secondo questo Rapporto, lo sviluppo sostenibile «consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri». Questa definizione permette di intravedere la dimensione etico-sociale, guidata dal principio dell’equità intragenerazionale (parità di accesso alle risorse per tutti i cittadini) ed intergenerazionale (stesse opportunità per le generazioni presenti, passate e future). Così la sostenibilità va intesa in un modo olistico perché l’equilibrio fra sviluppo economico, progresso sociale e tutela ambientale possa determinare un miglioramento della qualità della vita per tutti mantenendo nei limiti naturali la capacità di carico degli ecosistemi che ci sostengono. In questo senso, garantire la sostenibilità dello sviluppo implica una partecipazione attiva dei cittadini e una maggior presa di coscienza e di responsabilità da parte dell’intera collettività. A tale scopo, è indispensabile una formazione ad hoc perché investire nell’educazione è investire sul futuro.
L’educazione via per investire sul futuro
Per costruire un futuro più sostenibile, secondo gli OSS, le nuove generazioni hanno bisogno di conoscenze, abilità, valori e attitudini che le responsabilizzino e le trasformino in autentiche agenti del cambiamento verso la sostenibilità. A tale fine, l’Educazione allo Sviluppo Sostenibile è fondamentale per acquisire queste competenze. Come si legge nell’obiettivo 4: «Entro il 2030, assicurarsi che tutti gli studenti acquisiscano le conoscenze e le competenze necessarie per promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso, tra l’altro, l’educazione per lo sviluppo sostenibile e stili di vita sostenibili, i diritti umani, l’uguaglianza di genere, la promozione di una cultura di pace e di non violenza, la cittadinanza globale e la valorizzazione della diversità culturale e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile» (OSS 4.7). Occorre riconoscere che la pandemia ha avuto un impatto negativo anche sull’educazione e ha rallentato il processo verso il raggiungimento di questo obiettivo. Per questo urge ripensare l’educazione orientata verso la sostenibilità come visione.
Educare allo sviluppo sostenibile
La letteratura sull’educazione allo sviluppo sostenibile è molto ricca e ampiamente sviluppata nelle organizzazioni nazionali ed internazionali oltre che nell’ambito della ricerca scientifica pluridisciplinare e mondiale. Basta un’esplorazione sul web per rendersi conto delle buone pratiche esistenti. L’educazione allo sviluppo sostenibile si concretizza in un’educazione chiamata a formare all’autonomia, abilitando le persone a costruire gli strumenti di cui hanno bisogno per essere produttive e creative, continuando ad imparare, a risolvere i problemi per una convivenza pacifica, a pensare al futuro curando le azioni del presente. «Quando le nazioni garantiscono a tutti e per tutta la vita l’accesso a una tale educazione, una rivoluzione silenziosa si mette in moto: l’educazione diventa il motore dello sviluppo sostenibile e la chiave di un mondo migliore» (Ripensare l’educazione 2018, 34). In questa prospettiva, l’educazione alla sostenibilità va impostata in modo trasversale per assicurare alle nuove generazioni un’istruzione di qualità inclusiva ed equa e offrire opportunità di apprendimento continuo per tutti (cf OSS 4). In altri termini, educare alla sostenibilità richiede un quadro di riferimento aggiornato di principi etici e democratici che possano ispirare progetti educativi capaci di generare cittadini responsabili in grado di promuovere il bene comune, rispettare i diritti propri e altrui, migliorare le condizioni di vita della propria collettività e di quelle più lontane. In questo senso l’educazione allo sviluppo sostenibile rimanda al concetto di educazione integrale, che tiene conto di tutte le dimensioni della persona e della vita per conseguire un benessere equo e sostenibile. Ecco perché è urgente ricostruire il patto educativo globale.
Patto educativo globale per un futuro sostenibile
Per raggiungere lo scopo dell’educazione allo sviluppo sostenibile, l’invito del Papa è più che mai attuale. C’è bisogno di costituire un «villaggio dell’educazione che generi una rete di relazioni umane e aperte, favorendo la creatività e la responsabilità. Tale villaggio deve mettere al centro la persona, favorire la creatività e la responsabilità per una progettualità di lunga durata e formare persone disponibili a mettersi al servizio della comunità» (Discorso al Corpo diplomatico presso la Santa Sede, 9-01-2020). Solo così si può sperare in un futuro sostenibile, dove le istituzioni educative siano promotrici della cultura dell’incontro, della fraternità, della giustizia e della pace di cui c’è tanto bisogno oggi.
Martha Séïde
mseide@yahoo.org