Chi non ha mai provato scoraggiamenti, delusioni, sconfitte? E chi non continua a vivere queste esperienze? È la vita! E anche se non sono davvero piacevoli momenti, dobbiamo ammettere che ci aiutano a crescere, ad andare in profondità nella ricerca del senso della vita, ci permettono di conoscere meglio la verità di noi stessi e del mondo che ci circonda.
Una storiella ci propone come modello un asino, l’animale che non gode di ottima reputazione nel sentire comune. Eppure anche gli umili hanno sempre qualcosa da insegnarci…
Pippo era il padrone dell’asino Peppo, cui era particolarmente affezionato. Con lui trascorreva piacevolmente quasi tutta la giornata. Un giorno Peppo cadde distrattamente in una buca molto profonda. Immaginate l’agitazione di Pippo! Le tentò davvero tutte per tirarlo fuori, con tutte le sue forze, ma senza successo. Al culmine della disperazione, decise di seppellirlo vivo. Così, dall’alto della buca, cominciò a versare terra che si riversava sul povero asino. Peppo, infastidito dal peso che sentiva addosso, faceva di tutto per scrollarselo dalla schiena facendolo finire sul fondo della buca che, a poco a poco, si alzava di livello. Così alla fine, l’asino fu in grado di salvarsi e di riprendere felicemente la sua vita, accarezzato dalla luce del sole e, soprattutto, dall’affetto del suo padrone. Peppo non si è rassegnato, ha saputo trasformare una situazione che lo avrebbe portato alla morte in opportunità per riconquistare la sua vita beata tra i campi, che gli appariva più bella e soddisfacente, dopo la triste avventura! Sicuramente da solo non ce l’avrebbe fatta…
Nel cammino della vita non siamo mai soli. Non dobbiamo rimanere soli. Possiamo contare su un “Padrone” che ci ama e desidera la nostra compagnia. Invece di ripiegarci sulle nostre difficoltà, investiamo tutta la nostra creatività per trasformarle in opportunità di crescita. È un atto di coraggio! Non perdiamo di vista l’orizzonte che orienta il nostro andare e ne giustifica la fatica, fissiamolo insieme, sosteniamoci nel cammino. L’orizzonte sarà sempre nuovo e ci aprirà prospettive di bellissimi paesaggi inediti. È un regalarsi speranza!
Benedetto XVI ha dedicato alla speranza un’intera enciclica, la Spe Salvi, e ha messo ben in evidenza i risvolti concreti di questa virtù teologale, in grado di “produrre fatti e cambiare la vita”.
Papa Francesco definisce la speranza la “più piccola delle virtù, ma la più forte”. Essa richiede un paziente esercizio quotidiano e la fiducia che il Signore conduce la storia e non delude mai. Nel viaggio della vita, una speranza condivisa alimenta il nostro desiderio di incontrarci, di dialogare, di stabilire relazioni, di cercare il bene comune, di sentirci fratelli. Il desiderio di costruire un mondo migliore anima il nostro andare, oggi più che mai.
La Chiesa, in preparazione al Giubileo del 2025, ci invita ad approfondire e vivere il motto “Pellegrini di speranza” esortandoci ad allargare lo sguardo al mondo intero. Significative le parole di Giacomo Trevisani, autore del logo che sintetizza bene lo spirito del percorso di preparazione al giubileo: “Ho immaginato gente di ogni ‘colore’, nazionalità e cultura, spingersi dai quattro angoli della Terra e muoversi in rotta verso il futuro, gli altri, il mondo, come vele di una grande nave comune, spiegate grazie al vento della Speranza che è la croce di Cristo e Cristo stesso […]. Siamo ‘Pellegrini di Speranza’ perché portiamo con noi le paure del prossimo nel desiderio di condividerle e farle nostre”.
Ci auguriamo che la preparazione al Giubileo del 2025 sia un allenamento a vivere la speranza, una speranza condivisa!
Maria Ausilia De Siena
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