Laudato si’ è un inno di lode alla creazione di Dio, un atteggiamento di riverenza verso la sacralità di ogni essere umano e della terra. Con la deliberazione del XXIV Capitolo Generale (2021), l’Istituto ha intrapreso un “cammino concreto e permanente di conversione all’ecologia integrale, assumendo i 7 obiettivi della Laudato Si’“: la risposta al grido della terra, la risposta al grido dei poveri, l’economia ecologica, l’adozione di stili di vita semplici, l’educazione ecologica, la spiritualità ecologica e l’enfasi sul coinvolgimento della comunità e sull’azione partecipativa per la cura del creato.
Questo Dossier si focalizza sulla risposta delle FMA sui primi due obiettivi della Laudato si’, cioè, al grido della terra e dei poveri. Una delle scelte prioritarie del XXIV Capitolo generale dell’Istituto, infatti, è quella di ascoltare il grido dei giovani, dei poveri e della terra, per compiere, come comunità educante, in rete, scelte evangeliche coraggiose nell’ottica dell’ecologia integrale.
La delibera del CGXXIV ci impegna ad “ascoltare il grido dei giovani, dei poveri e della terra, per compiere, come comunità educante, in rete, scelte evangeliche coraggiose nell’ottica dell’ecologia integrale.
Nel lanciare la Piattaforma d’azione Laudato si’, che riguarda sette anni, Papa Francesco ha sottolineato l’importanza di avere “un nuovo approccio ecologico, che trasformi il nostro modo di abitare il mondo, i nostri stili di vita, la nostra relazione con le risorse della Terra e, in generale, il modo di guardare all’uomo e di vivere la vita”1. Ci ammonisce che “non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale. Le direttrici per la soluzione richiedono un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura” (LS139). Com’è importante, quindi, “costituirci in un “noi” che abita la Casa comune” (FT 17).
Il primo obiettivo della Laudato si’, la risposta al grido della terra, è un appello a proteggere la nostra casa comune per il benessere di tutti, mentre affrontiamo equamente la crisi climatica, la perdita di biodiversità e la sostenibilità ecologica. Le azioni potrebbero includere l’adozione di energie rinnovabili e misure di sufficienza energetica, il raggiungimento della neutralità del carbonio, la protezione della biodiversità, la promozione di un’agricoltura sostenibile e la garanzia di accesso all’acqua potabile per tutti.
Il secondo obiettivo, risposta al grido dei poveri, è un appello a promuovere l’eco-giustizia, consapevoli che siamo chiamati a difendere la vita umana dal concepimento alla morte e tutte le forme di vita sulla Terra. Le azioni potrebbero includere progetti per promuovere la solidarietà, con particolare attenzione ai gruppi vulnerabili come le comunità indigene, i rifugiati, i migranti e i bambini a rischio, l’analisi e il miglioramento dei sistemi sociali e i programmi di servizio sociale.
Consapevoli che la cura della terra, la giustizia per i poveri, la protezione dei diritti umani, il perseguimento del bene comune e la promozione della pace sono interdipendenti e interconnessi, ogni membro della Comunità Educante è chiamato ad assumere una visione più integrale e integrante degli esseri umani e dell’ambiente.
Un primo passo indispensabile è quello di prendere coscienza della lente principale con cui guardiamo la vita, le persone e il mondo creato. “Qual è la mia/la nostra visione del mondo?” – è una domanda fondamentale che dobbiamo porci perché determina ciò che ci motiva e ci spinge all’azione. Normalmente, secondo Richard Rohr, la nostra visione del mondo risponde a diverse domande fondamentali: “Cosa dovrebbe essere?” o “Qual è la visione finale?”. Perché le cose sono incasinate?” o “Perché soffriamo?” o “Perché le cose non sono come dovrebbero essere?“. “Come viviamo per migliorare il mondo?” o “Cosa significa essere un buon essere umano?” e “Come dovrebbe essere la vita?“2.
È di primaria importanza che la nostra visione del mondo si intrecci con la visione onnicomprensiva di Dio sulla creazione. Il criterio dell’Incarnazione, infatti, ci aiuta a comprendere il mistero di Dio e della persona umana nella loro unità e mutualità e la nostra interconnessione con l’universo3.
Uno sguardo al nostro mondo ci fa toccare con mano la sofferenza dell’umanità e la distruzione della terra, l’impatto del COVID-19 a tutte le aree, la violazione della dignità dell’essere umana, le diminuire meno dei diritti umani, le persecuzione di vari tipi, il fenomeno migratorio, i disastri naturali come quelli che vediamo in Turchia e in Siria, la guerra in Ucraina e i conflitti tra le nazioni, la crisi planetaria, solo per citarne alcuni. Tuttavia, “il bene, come anche l’amore, la giustizia e la solidarietà, non si raggiungono una volta per sempre; vanno conquistati ogni giorno. Non è possibile accontentarsi di quello che si è già ottenuto nel passato e fermarsi, e goderlo come se tale situazione ci facesse ignorare che molti nostri fratelli soffrono ancora situazioni di ingiustizia che ci interpellano tutti» (FT11).
Nella nostra ricerca di una direzione e di una soluzione alle sfide contemporanee, è necessario tener conto dei quattro principi proposti da Papa Francesco per la costruzione di un popolo in pace, giustizia e fraternità. Essi costituiscono “il primo e fondamentale parametro di riferimento per l’interpretazione e valutazione dei fenomeni sociali“. Al tempo stesso essi “orientano specificamente lo sviluppo della convivenza sociale e la costruzione di un popolo in cui le differenze si armonizzino all’interno di un progetto comune” (EG 221). Questi quattro principi fondamentali sono: il tempo è superiore allo spazio, l’unità prevale sul conflitto, le realtà è più importanti dell’idee, il tutto è superiore alla parte (EG 222-237).
Progetti che generano vita
Sta crescendo nell’Istituto la consapevolezza di una cittadinanza ecologica e la responsabilità sociale. Nel 2019, l’Ambito di Pastorale giovanile dell’Istituto ha lanciato il Progetto “Insieme, noi possiamo! Progetti di ecologia integrale” come “risposta concreta alla sfida di una rinnovata coscienza ecologica“4. Il progetto è stato proposto a tutte le Ispettorie dell’Istituto con l’invito a socializzare le iniziative sul loro impegno a promuovere l’ecologia integrale e ad attuare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite – Agenda 2030. L’Ambito di PG è riuscito a raccogliere un totale di 299 progetti, attività e processi realizzati nei diversi contesti educativi dell’Istituto. Sono stati raccolti in due volumi e condivisi con le Ispettorie delle FMA nel 2021. Le risposte al grido della terra sono evidenti in 242 progetti, mentre 103 progetti sono risposte concrete al grido dei poveri espresso in solidarietà con i gruppi vulnerabili e 251 esperienze sono legate all’educazione e all’azione ecologica.
I due volumi sono scaricabili in formato Pdf:
Tra gli impegni delle Ispettorie vorrei evidenziare i tre che seguono:
Brasile – Green Bees: il ronzio della cura e della giustizia per la terra
Il Progetto “Green Bees Brasil em Ação – Semeadores do Futuro” (Api verdi Brasile in azione – Seminatori di futuro) inizia nel 2019 presso il CENSA – Centro Educacional Nossa Senhora Auxiliadora di Lins, San Paolo, Brasile. Si ispira all’organizzazione delle api, “insetti sociali”, che svolgono funzioni specifiche ai fini della sopravvivenza del gruppo mentre il colore verde simboleggia la speranza, la natura e il paese. Il progetto è interdisciplinare ed è stato avviato dagli studenti del Liceo CENSA che si sono impegnati a intraprendere azioni concrete per affrontare le questioni ambientali nel loro territorio e garantire che i diritti umani e l’ambiente siano rispettati, protetti e promossi.
Il processo sistematico utilizzato consiste nell’identificazione delle sfide e degli obiettivi, nella ricerca approfondita, nei dibattiti, nel lavoro sul campo, nelle interviste alle parti interessate e nello sviluppo di un piano d’azione per garantire l’efficace attuazione del progetto, concentrato sulla questione ambientale dei rifiuti, del riciclaggio dei rifiuti solidi e sui problemi ad essi correlati: la spazzatura e la fame, i raccoglitori di rifiuti e il lavoro dignitoso, la salute, il riciclaggio e la riduzione dell’inquinamento.
L’intera comunità educativa è coinvolta nella realizzazione di questo progetto. I bambini e i giovani raccolgono carta, plastica, lattine e bottiglie per un ambiente pulito e non inquinato e per aiutare le organizzazioni che lavorano per le fasce deboli. Si lavora in collaborazione con il Comune e il commercio locale per preparare una logistica appropriata per una migliore raccolta di materiali riciclabili per la cooperativa di netturbini. In particolare, si sono stabiliti legami con la cooperativa di riciclaggio Coopersol di Lins per migliorare la qualità della vita dei loro lavoratori, la maggior parte dei quali sono donne. Attraverso la Campagna di Solidarietà Drive Thru, gli studenti hanno raccolto cesti alimentari e attrezzature di sicurezza per i membri della cooperativa. Preoccupati per la salute dei raccoglitori di rifiuti, gli studenti si sono mobilitati per fornire dispositivi di protezione, per esempio per le orecchie a coloro che schiacciano le bottiglie. Per aumentare la consapevolezza ambientale, gli studenti frequentano le strade per sensibilizzare la gente sulle questioni ambientali.
Green Bees Brasile, per questo progetto che promuove il protagonismo giovanile, ha ricevuto un riconoscimento dalla Conferenza globale “I Can” (Io posso), tenutasi a Roma lo scorso 2019. Green Bees testimonia che i bambini e i giovani sono efficaci difensori dei diritti umani e dell’ambiente e artefici del cambiamento.
Corea – Didimteo: Il “luogo di sostegno” delle donne vulnerabili
Didimteo è una risposta concreta delle Suore Salesiane di Seoul, in Corea, al grido delle donne migranti vittime di violenza e discriminazione. Didimteo, in coreano, significa “luogo di sostegno”. È infatti un rifugio per le donne, insieme ai loro figli, provenienti da diversi Paesi asiatici che sono emigrate in Corea sperando in un futuro migliore, ma che sono finite vittime di violenze, abusi, minacce e privazioni della libertà.
Il Centro accompagna queste donne, per lo più divorziate, nel processo di ricostruzione della loro vita, offrendo loro un ambiente familiare favorevole, sostegno spirituale e aiuto psicosociale. Allo stesso tempo, le responsabilizza fornendo loro le competenze necessarie per essere autonome e integrate nel mondo del lavoro. Quasi tutte le donne che hanno partecipato a questo programma biennale sono riuscite a ricostruirsi una vita e a trovare un impiego. Il governo coreano sovvenziona interamente questo progetto, riconoscendo il prezioso contributo di Didimteo al ripristino della dignità umana, alla promozione dei diritti umani dei gruppi vulnerabili e al loro potenziamento come agenti di trasformazione sociale.
Liwayway è solo una delle protagoniste delle tante storie di riscatto e trasformazione del Centro. È una lavoratrice migrante filippina, vittima di violenza domestica. I maltrattamenti subiti da lei e dai suoi due figli hanno creato in loro un trauma, una ferita profonda e una forte sfiducia nel mondo esterno. Per due anni lei e i bambini hanno trovato a Didimteo una dimora sicura e una famiglia accogliente. Dopo aver ricevuto un sostegno psicosociale e spirituale e una formazione specifica presso il Centro, Liwayway ha ritrovato l’autostima, la motivazione per riprendere in mano la sua vita e credere nel potere della fede, della speranza e dell’amore. Si è qualificata come barista in un hotel. Con determinazione, coraggio e duro lavoro, lei è riuscita ad aprire una propria caffetteria, comprare un appartamento e integrarsi nella società.
Torino, Italia – Progetto A3: una casa per i “care leavers”
Il Progetto A3 (Accoglienza-Accompagnamento-Autonomia) nasce nel 2022 come dono dell’Ispettoria Piemontese (Italia), all’Istituto nel suo 150° anniversario. È una Casa per accogliere e accompagnare i “care leavers” verso l’autonomia. È una nuova risposta loro al “grido delle care leavers”, cioè delle giovani adulte, tra i 18 e i 21 anni, che al compimento della maggiore età si trovano a vivere fuori dalla propria famiglia di origine sulla base di un provvedimento dell’autorità giudiziaria che li abbia collocati in comunità residenziali o in affido. Loro non possono contare su un supporto familiare stabile e funzionale nel loro affacciarsi alla vita. Con questo progetto, si cerca di non lasciar sole queste ragazze, ma di prendersi cura di ognuna di loro perché venga riconosciuto il diritto e la possibilità di costruire da protagoniste il proprio futuro e di realizzare i propri sogni di autonomia, di stabilità e d’integrazione sociale.
La partenza, infatti, è nella prima A di Accoglienza! Un’accoglienza fatta di spazi pensati e curati per loro, ma soprattutto un’accoglienza di affetto da parte della Comunità FMA presente nella casa e degli operatori che vi collaborano. Accoglierle come dono mandato da Dio, per poi Accompagnarle (ecco la seconda A) verso l’Autonomia tanto desiderata (ed ecco la terza A punto di arrivo).
Queste risposte al grido dei poveri e della terra possono sembrare solo una goccia nell’oceano, ma “non bisogna pensare che questi sforzi non cambieranno il mondo“, ci ricorda Papa Francesco. “Tali azioni diffondono un bene nella società che sempre produce frutti al di là di quanto si possa constatare, perché provocano in seno a questa terra un bene che tende sempre a diffondersi, a volte invisibilmente. Inoltre, l’esercizio di questi comportamenti ci restituisce il senso della nostra dignità, ci conduce ad una maggiore profondità esistenziale, ci permette di sperimentare che vale la pena passare per questo mondo” (LS212).
Le periferie esistenziali e geografiche ci sfidano e ci chiamano al “risveglio di una nuova riverenza per la vita, per la risolutezza nel raggiungere la sostenibilità, per l’accelerazione della lotta per la giustizia e la pace, e per la gioiosa celebrazione della vita” (Carta della Terra, L’Aja (2000) /LS 207). Ogni nuovo giorno possiamo imparare e re-imparare il linguaggio di Dio-Amore.