In margine ai dati statistici dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice nei 150 anni di storia

In occasione della celebrazione dei 150 anni di vita, è stata realizzata una ricerca statistica sulle FMA, le Case (Comunità) e le Opere che hanno dato vita all’Istituto nel suddetto arco di tempo.

Il Convegno Apporto delle Figlie di Maria Ausiliatrice all’educazione (1872-2022). Percorsi, sfide e prospettive, realizzatosi a Roma dal 25 al 30 settembre 2022, ha offerto la possibilità di “leggere” i dati della ricerca e di interrogarsi su come la storia può rappresentare una chiave ermeneutica importante per porsi in continuità con la fecondità vocazionale delle origini e per progettare con audacia il futuro.

Fonte della ricerca sono state le informazioni dell’archivio messe a disposizione dalla Segreteria generale, in particolare, l’Elenco generale dell’Istituto e, per gli ultimi anni, anche i dati forniti dalla Piattaforma collaborativa dell’Istituto.

Nel Convegno citato è stato più volte ribadito sia il valore del mettersi in ascolto sapienziale della storia, maestra di vita, non con uno sguardo di nostalgia per il passato (che non c’è più) ma con l’audacia e lo sguardo delle sentinelle (Sal 129) che precedono l’aurora e annunciano l’avvento del nuovo giorno, sia come la vita dell’Istituto è stata tessuta da comunità di sorelle che, proprio perché si sono sentite tali, sono state capaci di “fare grandi cose” riscrivendo così il Magnificat di Maria di Nazareth.

La forza dell’essere comunità ha realizzato il sogno di Madre Mazzarello e di Don Bosco per i tanti giovani incontrati, ha superato difficoltà e ostacoli apparentemente insormontabili. Si può ben documentare come le comunità siano state generative: il loro esserci (nella linea della presenza richiamata dal CG XXIV) ha “incarnato” il carisma nello spazio e nel tempo, ha dato vita a molteplici esperienze, ne ha generato di nuove e ha rigenerato le già esistenti, dove necessario. La passione per la missione ha creato unità pur nella diversità delle esperienze e dei processi vissuti; ha attivato reti di ascolto e di servizio fraterno; ha contagiato di entusiasmo le persone che le FMA sono state capaci di coinvolgere.

Nel corso del Convegno, ripercorrere la vita dell’Istituto attraverso le comunità e le opere è stato denso di significato: un invito e un sollecito a progettare oggi con audacia la profezia di una presenza coraggiosa, nel solco del carisma ricevuto in eredità.

 

Le FMA nel mondo: una presenza che dura da 150 anni

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La tabella riporta l’andamento dei dati relativi alle FMA nel corso dei decenni da cui scaturiscono alcune riflessioni che stimolano ulteriori approfondimenti.

                    • A livello socio-culturale, quali fattori hanno favorito l’espansione dell’Istituto – soprattutto in alcuni decenni e in alcune aree geografiche – per cui le giovani hanno chiesto di entrare e farne parte? Pertanto, quali elementi potrebbero aver ostacolato l’espansione?
                    • Nei decenni in cui si sono avuti i numeri più alti di entrate nell’Istituto, si possono identificare alcune figure di superiore “carismatiche” che hanno suscitato, favorito e accompagnato tante giovani nella scelta vocazionale?

 

 

 

Le Case delle FMA nei 150 anni della loro presenza

 

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Il grafico evidenzia il numero delle Case aperte e soppresse nei decenni considerati. Sarebbe interessante studiare quali scelte e quali orientamenti a livello del governo centrale dell’Istituto ne hanno motivato sia l’erezione che la soppressione nei diversi momenti storici e nelle aree geografiche.

 

Le Opere realizzate dalle FMA nei 150 anni della loro presenza

 

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Il Graf. n.2 riporta in numero delle Opere realizzate per ciascun decennio.

Con il termine “Opere” si intendono tutte le attività che le FMA hanno implementato nel tempo e nello spazio, sia quelle ben strutturate (es. una scuola primaria, una scuola professionale, un centro giovanile, una casa di riposo e cura per le FMA, ecc.), sia quelle meno strutturate (es. assistenza alle mamme, visita agli ammalati, convegni per adulti, incontri di preghiera, ecc.).

Le Opere censite dagli Elenchi generali per ciascuna comunità sono state raggruppate nelle seguenti categorie: Istruzione; Formazione Lavoro; Oratorio-Gruppi; Formazione religiosa; Missioni; Associazioni; Assistenza; Ospitalità; Casa e servizi di cura; Prestazioni domestiche; Casa Formazione; Altro (che include tutte quelle opere che non rientravano nelle categorie suddette).

Il Convegno ha dato voce alla ricerca per rendere ragione di quale dono l’Istituto sia stato per la Chiesa e nella Chiesa attraverso la vita di tante sorelle che si sono spese per generazioni e generazioni di giovani in tutto il mondo. I risultati della ricerca, disponibili per ulteriori studi e approfondimenti, interpellano con alcune questioni significative.

  • I periodi storico-sociali critici per guerre in atto, crisi economiche, ecc., con cui l’Istituto ha dovuto confrontarsi, hanno portato, da una parte, a una diminuzione di FMA, Case e Opere preesistenti, ma dall’altra, hanno stimolato la creatività delle comunità che si sono lasciate interrogare dai bisogni emergenti attraverso l’implementazione di nuove opere (es. orfanatrofi e, di recente, in collaborazione con le istituzioni del territorio, strutture per l’accoglienza degli immigrati, delle varie tipologie di profughi, ecc.). Dall’altra parte, in forza della sensibilità educativa propria del carisma, le FMA si sono fatte attente a nuove forme di povertà che coinvolgono non solo i bambini e i giovani, ma anche adulti in forte situazione di disagio. Così sono nate “reti di solidarietà” sul territorio che, in tempi detti “migliori”, non era possibile nemmeno immaginare.

Alcune considerazioni invitano ad una lettura più approfondita dei dati.

  • Oltre a lasciarsi interpellare dalle emergenze – certamente da non escludere – forse sarebbe opportuno pensare luoghi e formare persone capaci di anticipare il futuro, di intuirne le sfide?
  • Si considera che il futuro delle nostre società non è un evento da attendere, ma è un processo da disegnare fattivamente già da oggi?
  • Qual è il ruolo delle FMA nel disegnare il futuro, se preventività non significa solo evitare, ma soprattutto promuovere, disegnare e realizzare il ben-essere delle persone che le FMA intercettano?
  • Disegnare il futuro è compito che riguarda solo le giovani generazioni di FMA oppure ciascuna – indipendentemente dai suoi dati anagrafici – ha la sua responsabilità e il suo compito?
  • Quale nuovo stile di vita comunitaria il futuro chiederà di attivare per attualizzare il carisma?
  • Lungo la storia dell’Istituto, la risposta alle emergenze e alle urgenze ha quasi “obbligato” le comunità FMA a strutturarsi in funzione della missione e dei bisogni a cui rispondere. E tutto questo grazie alla forza insita nel carisma che ha “spinto” ad ascoltare, ad “uscire”, a farsi attente, a farsi prossime. Come educarsi maggiormente e formarsi in quanto comunità che fanno della missione il cuore che dà senso e significato all’esserci nella Chiesa e nel mondo?
  • Dai dati si educe il decremento del numero delle FMA soprattutto negli ultimi decenni, ponendo l’interrogativo sul futuro della missione e del carisma.
  • Si può pensare come lavorare in rete per cui, pur mantenendo la specificità propria alle FMA, non si abbandonano i luoghi dell’educazione così importanti e fondamentali per le nuove generazioni? Il tempo del covid e del post-covid ha fatto emergere ancora più forte il bisogno di educazione e ha lasciato la triste eredità di relazioni fondamentali in crisi; di educatori disarmati di fronte alle problematiche educative…
  • Quale apporto le FMA possono offrire per costruire una cultura che metta al centro l’educazione? Quali competenze è necessario acquisire e maturare? Quali risorse si possono mettere a disposizione?

La contemporaneità sta attivando processi culturali nuovi: le profonde trasformazioni del mondo del lavoro; le nuove esigenze del mondo della scuola; il moltiplicarsi dei cosiddetti modelli di famiglia e le loro implicanze, per citarne alcuni. Alla velocità supersonica delle trasformazioni è sotteso un fondo di malessere e una sorta di angoscia esistenziale (talvolta disperazione). che tentano di imporsi e di far morire la speranza di tempi nuovi, di vita rinnovata, È il tempo per maturare la capacità di fare le giuste domande prima di offrire risposte già confezionate e obsolete. Il futuro dell’Istituto interpella fortemente.

Urge la necessità di conoscere e di approfondire la cultura/le culture giovanili per poter educare adeguatamente; è chiesto l’impegno di “frequentarle” per comprenderne i valori, per intercettare la domanda di senso che esse portano dentro, per decodificarne i significati nascosti nelle pieghe più profonde. L’Istituto è atteso sulle nuove frontiere dell’educazione!

Maria Teresa Spiga, FMA

mteresaspiga@gmail.com

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