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La giustizia da conquistare

La giustizia è un concetto che nell’arco dei secoli ha avuto diverse definizioni e anche oggi è un termine controverso. Per giustizia possiamo intendere la capacità di rapportarsi tra persone in modo corretto secondo leggi condivise. Ma già da questa possibile definizione vediamo che deve esistere una norma che classifichi i comportamenti non ammessi in un certo gruppo sociale e un soggetto garante dell’applicazione. In fondo la giustizia si può tradurre in un dovere e in un diritto che ogni persona ha e può esercitare. Victor Hugo diceva: “È facile essere buoni. Difficile è essere giusti”. E la musica ha cercato negli anni di tradurre tutti i possibili significati di giustizia in parole e suoni che sappiano toccare l’anima e farne comprendere il significato profondo.

Pensare per realizzare la giustizia

Il cantautore Fabrizio Moro nel 2007 porta a Sanremo il brano Pensa, un vero e proprio inno alla giustizia in favore di quelle persone che hanno dato la vita per questo valore. Parla, infatti, della criminalità ispirandosi alla vita del magistrato Paolo Borsellino: «Ci sono stati uomini che hanno scritto pagine, appunti di una vita dal valore inestimabile, insostituibili perché hanno denunciato il più corrotto dei sistemi, troppo spesso ignorato. Uomini o angeli mandati sulla terra per combattere una guerra. Ci sono stati uomini che passo dopo passo hanno lasciato un segno con coraggio e con impegno. Ma nessuno potrà fermare mai la convinzione che la giustizia no, non è solo un’illusione.» La giustizia si può tradurre così in quella volontà che si trasforma in un’azione concreta che permette ad ogni persona che gli venga riconosciuto ciò che gli è dovuto. Diventa così quella legge che legittima il rispetto del diritto di tutti di esistere e di vivere. Come canta Ivano Fossati: «Mio fratello che guardi il mondo e il mondo non somiglia a te. Mio fratello che guardi il cielo e il cielo non ti guarda. Se c’è una strada sotto il mare prima o poi ci troverà. Se non c’è strada dentro il cuore degli altri prima o poi si traccerà.»

Di giustizia parla anche Mr. Rain che vede la speranza anche dove è avvenuto un disastro naturale come l’esplosione della centrale nucleare a Chernobyl nel 1986. Nella sua canzone Fiori di Chernobyl dice: «La libertà spaventa più di una prigione e tutti cercano qualcuno per cui liberarsi. L’odio uccide, forse è vero come dicono ma so che è da un veleno che nasce un antidoto. Vieni con me, la strada giusta la troviamo solo quando ci perdiamo e restiamo da soli. Perché è dagli incubi che nascono i sogni migliori anche a Chernobyl ora crescono i fiori. Troverai un posto migliore un passo dopo la fine. Cammineremo a piedi nudi sopra queste spine. Diventando forti per smettere di soffrire.»

Un valore da conquistare ancora oggi

Papa Francesco parla di giustizia nell’enciclica Fratelli tutti: “Il bene, come anche l’amore, la giustizia e la solidarietà, non si raggiungono una volta per sempre; vanno conquistati ogni giorno. Non è possibile accontentarsi di quello che si è già ottenuto nel passato e fermarsi, e goderlo come se tale situazione ci facesse ignorare che molti nostri fratelli soffrono ancora situazioni di ingiustizia che ci interpellano tutti”. Il rapper Common e il cantante americano John Legend hanno raccontato nella canzone Glory, vincitrice dell’Oscar nel 2015, che la giustizia è un valore da conquistare giorno dopo giorno. La canzone infatti racconta la marcia da Selma a Montgomery di un gruppo di pacifici manifestanti afroamericani guidati da Martin Luther King che volevano esercitare i propri diritti. «Un giorno, quando arriverà, la gloria sarà nostra. Mani al cielo, nessun uomo, nessuna arma. Ogni giorno donne e uomini diventano leggende. I peccati che vanno contro la nostra pelle diventano benedizioni. La giustizia ci sta mettendo l’uno contro l’altro. La giustizia per tutti non è abbastanza chiara. Ora la guerra non è finita, la vittoria non è conquistata e combatteremo fino alla fine. Anche Gesù ha ricevuto la sua corona davanti a una folla. L’arma più grande è rimanere sereni. Cantiamo: la nostra musica sono i tagli attraverso i quali sanguiniamo. Da qualche parte nei nostri sogni abbiamo avuto un’illuminazione. Ora correggiamo i torti nella storia. Nessuno può vincere la guerra individualmente. Ci vuole la saggezza degli anziani e l’energia dei giovani. Benvenuti nella storia che chiamiamo vittoria. La venuta del Signore è vicina, i miei occhi hanno visto la gloria.»

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