“I giovani ci stanno educando”
“Il gusto di cambiare” è un libro intervista che raccoglie il dialogo di Stefano Arduini, Direttore del Magazine Vita e di vita.it, con l’economista gesuita francese Gaël Giraud e con l’italiano Carlo Petrini, agnostico, Fondatore del Movimento Slow Food e di Terra Madre. Tale modalità è un implicito insegnamento: “è il confronto che ci arricchisce, non l’essere fermi sulle nostre posizioni. È la conversazione che diventa occasione di crescita, non il fondamentalismo che sbarra la strada alla novità”. Giraud e Petrini argomentano gli urgenti cambiamenti di prospettiva per salvaguardare il creato proponendola non in senso moralistico ma come via per la felicità; elaborando un’analisi motivata del modello economico-alimentare, fornendo proposte concrete per dare un futuro al pianeta nel quale abitiamo, indicano la transazione ecologica come un processo di innovazione tecnologica, di rivoluzione ambientale, il quale favorirà economie che non tengano conto solo dei profitti economici ma anche del rispetto della sostenibilità ambientale. La realtà conferma che il modello alimentare-economico odierno è insostenibile per la Terra, come si evince dalle ingiustizie sociali, dal cambiamento climatico e, se a riguardo la classe politica non prende posizioni decise, la società civile è sollecitata a generare il nuovo paradigma dei beni comuni, del coinvolgimento attivo.
“Questo testo ha generato in me un sapore di speranza, di autenticità, di futuro”.
(Papa Francesco)
Il compimento della transizione ecologica, oltre alla società civile, necessita dei giovani, che sono già inseriti nel cambiamento, ci stanno indirettamente educando manifestando il proprio dissenso rispetto ad un sistema economico iniquo per i poveri, portando avanti le istanze della giustizia sia climatica che sociale, preferendo consumare di meno e vivere di più le relazioni interpersonali. Ci stanno chiedendo la via della felicità che, come consapevolezza della realtà, innalzi la qualità dell’esistenza perché sia piena e significativa.
Parole chiave per il futuro
Gli autori concordano che la transizione ecologica potrebbe essere così sintetizzata: “C’è più gioia nel dare che nel ricevere” (Atti degli apostoli 20,35) in quanto rintracciano nell’altruismo e nella fraternità le condizioni durevoli e pacifiche per vivere insieme, a prescindere da ogni credo. La Chiesa primitiva si presenta organizzata come bene comune, universale, e quello dell’amore di Dio è prioritario; è quanto Papa Francesco sta cercando di far comprendere perché “la costruzione ecclesiale si trasformi in una piramide rovesciata che abbia il popolo di Dio come protagonista, nelle sue diverse articolazioni”. Tale convinzione ha le sue radici nelle encicliche Fratelli tutti e Laudato si’, volutamente la prefazione del libro è di Francesco.
“La spiritualità non è un ambito esclusivo della religiosità. È una questione umana”.
(Carlo Petrini)
“Fraternità umana, amicizia sociale” sono le dimensioni umane del primo documento sopra indicato, potrebbero diventare le coordinate personali, comunitarie e politiche della spiritualità ecologica. La problematica ambientale si potrà risolvere a partire dalla fraternità universale, quindi non esclusivamente cattolica: siamo di fronte ad un cambiamento che chiede di passare a un’antropologia relazionale in grado di ricostituire un nuovo legame tra gli uomini e la natura, che non provochi disuguaglianze. Pertanto occorre scegliere di essere homo comunitarius: orientato alla solidarietà, pone al centro le relazioni, si impegna perché i beni primari siano garantiti a tutti. All’interno di tale prospettiva, i beni comuni e relazionali potranno diventare i pilastri di una nuova struttura organizzativa e di potere, che bloccherebbe l’attuale ed errata gestione finanziaria, e le parole chiave “antropologia relazionale e comunità”. Ciò fa comprendere che le encicliche danno a tutti l’opportunità di cambiare travalicando la prospettiva ecologica per dischiudersi sulla visione sociale; dunque “L’ecologia e la spiritualità sono fondamentalmente connesse, perché la profonda consapevolezza ecologica, in definitiva, è consapevolezza spirituale” (Fritjof Capra, fisico).