La questione della tutela dell’ambiente ha guadagnato un’importanza crescente nel dibattito pubblico internazionale. La lotta al cambiamento climatico è stata infatti assunta a scopo ineludibile dell’agenda 2030 promossa dalle Nazioni unite. Il tredicesimo dei 17 obiettivi previsti dal piano riguarda proprio il contrasto dei cambiamenti climatici, con una serie di azioni conseguenti. Dall’integrazione delle strategie ambientali nelle politiche nazionali alla mobilitazione di risorse per promuovere la transizione ecologica e mitigarne gli effetti.
Un orizzonte condiviso dai governi e da cui a cascata discendono una serie di politiche pubbliche e accordi internazionali, non sempre semplici da raggiungere data la complessità della materia e i diversi interessi contrapposti in gioco.
I giovani come motore di cambiamento
In questo quadro, un ruolo essenziale è quello svolto dai giovani di tutto il mondo nelle mobilitazioni a difesa dell’ambiente. Un impegno diventato evidente e oggetto di dibattito pubblico negli ultimi anni, a partire dalle manifestazioni dei Fridays for future. Manifestazioni che tuttavia non sono altro che la punta dell’iceberg di un interesse verso questi temi, molto ben radicato nelle giovani generazioni.
Nelle più recenti rilevazioni condotte da Eurobarometro su iniziativa del parlamento Ue, è emerso proprio come i giovani europei considerino l’ambiente una delle principali priorità per le politiche pubbliche dei prossimi anni. Alla domanda su quali questioni siano più urgenti, al primo posto a livello UE c’è la lotta alla povertà e alla disuguaglianza (43% dei rispondenti). Al secondo posto vi è proprio la lotta al cambiamento climatico e la tutela ambientale, con il 39% dei rispondenti che la indica tra le tre priorità principali.
Non ci sono solo Greta Thunberg e il popolo dei FridaysForFuture a tenere alta l’attenzione sulla questione ambientale. Tantissimi altri rappresentanti della Generazione Z hanno ben presente quanto sia urgente immaginare già oggi come affrontare il tema dell’esaurimento delle risorse naturali, delle energie rinnovabili, dell’ecosostenibilità per mettere al sicuro la Terra il prima possibile.
È quanto emerge da recenti sondaggi (Openpolis, Sorgenia e partners): su 3.500 giovani tra i 10 e i 25 anni, infatti, quasi tutti (96%) sono spaventati per la salute del Pianeta; la maggior parte (54%) non vede nell’immediato una soluzione, il 36% è invece preoccupato ma resta fiducioso, solo il 6% pensa che la situazione sia ancora sotto controllo. Una preoccupazione a cui corrisponde anche una condotta più o meno attenta a ridurre il proprio impatto ambientale.
Attenti a non sprecare
Le indagini che si stanno susseguendo in questi ultimi anni, in particolare post-pandemia, evidenziano che difendere l’ambiente è ritenuto un compito complesso, di cui i ragazzi sembrano comunque volersi fare carico, come dimostrano i voti dati al proprio impegno per l’ambiente: più di 9 su 10 danno la sufficienza al proprio spirito ecologista (il 48% si assegna un ‘buono’ e il 14% ‘ottimo’). Tra il dire e il fare, qualcuno si perde per strada ma l’attivismo dei ragazzi è comunque alto. Molto diffusi i comportamenti virtuosi: dalla raccolta differenziata a un limitato uso delle plastiche, dalla gestione attenta di elettricità e acqua all’acquisto di prodotti a scarso impatto ambientale. Gli altri? Dichiarano almeno una buona abitudine tra quelle elencate: differenziata e lotta alla plastica sono sicuramente più diffuse rispetto all’uso attento di risorse idriche o energetiche.
Mobilità elettrica e rinnovabili promosse a pieni voti
Un approccio costruttivo che li porta a vedere di buon occhio le soluzioni alternative che possiamo applicare per avere un basso impatto ambientale, inquinare il meno possibile e risparmiare risorse preziose. Usare trasporti pubblici e veicoli elettrici, per esempio, è considerata una ‘moda’ da sposare appieno. Lo stesso vale per le energie rinnovabili (eolico e fotovoltaico in primis): per quasi 7 su 10 tutto dovrebbe essere alimentato con queste fonti.
Preoccupati per il futuro
Le città di domani? Proiettandosi tra dieci anni, 2 su 3 se le immaginano più o meno uguali a quelle di oggi, se non addirittura più inquinate e ‘grigie’. Solo i giovanissimi, gli under14, appaiono fiduciosi: per 6 su 10 tra un decennio potremmo già vedere pannelli solari ovunque e fabbricati ricoperti dal verde.
Come hanno sviluppato questa sensibilità? Da quali fonti? Naturalmente da quelle più vicine al loro mondo. Circa 8 su 10, infatti, si informano soprattutto tramite le nuove tecnologie: il 48% preferendo motori di ricerca web e social network, il 30% puntando su documentari e serie tv in streaming. Qualche tradizionalista (14%) ha approfondito su riviste e giornali specializzati; meno di 1 su 10 si è affidato a insegnanti e familiari. E poi, ovviamente, ci sono i modelli da seguire. Quasi scontato che in cima alla lista ci fosse lei: Greta (la mette al primo posto il 42%). Più sorprendente, invece, chi si piazza immediatamente alle sue spalle: è Leonardo Di Caprio (16%).
Difendere il Pianeta può diventare un lavoro
Ma anche la scuola, ora, è pronta a fare la sua parte. Infatti, l’educazione alla sostenibilità è uno dei tre capisaldi dell’educazione civica. Una novità assoluta anche per i docenti, che dovranno mettersi al passo con i loro alunni su questo tema. Esistono diversi programmi di educazione alla sostenibilità a disposizione degli insegnanti, con percorsi didattici e borse di studio per future matricole di facoltà universitarie con focus ambientale.
Conclusioni
La Gen Z, dimostra anche di avere opinioni molto chiare e, soprattutto, decise anche su ciò che dovrebbe essere fatto per aiutare il pianeta, soprattutto con riferimento a quelle azioni che ritengono debbano essere intraprese, in funzione di quanto – o poco – avranno un impatto sulla loro vita. Per esempio, i giovani di tutti i gruppi di età, classificano piantare più alberi come la soluzione n.1 per affrontare il cambiamento climatico. Un’altra soluzione scelta riguarda il riciclare di più, usare materiali naturali rinnovabili e usare meno materiali artificiali, come la plastica. A proposito della plastica, consigliando al governo di abbandonare il proprio atteggiamento “prudente” e dilatorio sulla plastica, “il 73% dei giovani intervistati ha indicato che, se potesse, vieterebbe immediatamente la plastica monouso, seguita da rifiuti e buste di plastica.