150 anni di vita. L’educare. Non è dato ma conquistato.

Nel Convegno organizzato in occasione del 150° dell’Isti­tuto delle FMA sono stati presentati i risultati di una ricerca esplorativa sulla percezione e l’esperienza del Sistema preventivo oggi così come è vissuto dalle FMA e dai laici nelle comunità educanti dell’Istituto. Il progetto, che è stato ideato e realizzato da un’équipe internazionale di 24 FMA appartenenti ad alcune istituzioni educative e formative che hanno aderito all’iniziativa su proposta di alcune docenti della Pontificia Facoltà Auxilium di Roma, ha coinvolto circa 500 tra FMA e laici con la metodologia del focus group.

Da Mornese, piccolo paese del Piemonte, dall’Italia all’intero pianeta: l’agire educativo salesiano attraversa il mondo e lo trasforma. Il sistema educativo salesiano, non è dato a noi una volta per tutte ma va conquistato ogni giorno, nel senso di appreso e ri-appreso continuamente, e anche inculturato nei differenti contesti. 

Le oltre 3 mila risposte, raccolte nei focus group o interviste di gruppo, a cui hanno partecipato 410 intervistati da 72 Paesi dei 5 continenti pur non essendo del tutto rappresentative dell’intera popolazione di riferimento (tutte le FMA e tutti i laici che operano nelle comunità educanti), ci restituiscono uno spaccato significativo: l’agire educativo salesiano è vivace, dinamico, variegato (perché inculturato) ma allo stesso tempo unitario. È un agire che attraversa il mondo e lo trasforma con l’educazione. L’educare nello stile salesiano vissuto nel nostro Istituto ci è ‘dato’, l’abbiamo riceviamo da Dio e dai fondatori e abbiamo la responsabilità individuale e istituzionale di ri-conquistarlo ogni giorno, di ri-cercarlo e ri-trovarlo continuamente.

La domanda di fondo da cui si è partite per l’indagine, è stata: Come è compreso e vissuto oggi il modello educativo e formativo salesiano nelle comunità educanti dalle FMA e dai collaboratori laici che operano in vari contesti con adolescenti e giovani?

I nuclei esplorati sono stati tre. Il primo riguarda la disposizione a pensarsi e ad agire insieme in rete. Il secondo fa riferimento alla visione della persona e quindi del fine dell’educazione che è unitario e da cui deriva anche la visione integrale dell’educazione (‘prevenire’ è educare, cioè promuovere lo sviluppo integrale della persona “buon cristiano/credente e onesto cittadino”). Il terzo ha messo a fuoco alcune caratteristiche specifiche del metodo educativo basato su ragionevolezza, orientato alla spiritualità e animato dall’amorevolezza.

In relazione a questi nuclei, le domande hanno inteso esplorare tre dimensioni interconnesse di chi educa: i significati e le convinzioni (Che cosa pensano/credono?); le spinte motivazionali e i valori (Che cosa li attiva/li motiva?); le capacità e le strategie (Che cosa fanno nell’educare insieme come singoli e come comunità?).

Dall’analisi delle 120 ore di intervista di gruppo, quasi 5 giorni interi di dialogo, e delle oltre 539 mila parole, sono emersi tanti aspetti che saranno presto oggetto di studi e pubblicazioni. Il progetto di ricerca ideato da 24 FMA provenienti da tutti i continenti continua. Ma l’obiettivo è più ampio della sola indagine ed è stato animato anche da un intento formativo. L’esperienza dei focus group è stata innanzitutto un’occasione per riflettere, pensare, capire, ricordare, raccontare, condividere, ascoltare, valorizzare, sentirsi interpellati, provocati, stimolati. Sono state questi i verbi usati dai partecipanti per descriverla di averla vissuta. E ringraziare.

Le educatrici e gli educatori hanno parlato soprattutto di “presenza” e amorevolezza, mentre la dimensione dell’intenzionalità o progettualità educativa è stata meno esplicitata. Gli intervistati hanno espresso l’esigenza di confrontarsi e di aggiornarsi (e di farlo insieme) per rendere l’agire educativo sempre più pensato, organizzato, coordinato e convergente con attenzione al contesto e a dare risposta alle sfide attuali. Questo è un altro aspetto ricorrente nelle risposte. Sono numerosi i riferimenti a situazioni di attualità, tra cui in particolare la pandemia da Covid-19. L’attenzione al contesto è emersa in modo trasversale nelle risposte: si riconosce il tratto del radicamento in uno spazio e in un tempo che è caratteristico della tradizione salesiana e la dedizione creativa nel rispondere ai bisogni emergenti.

La sfida principale è quella della formazione e dell’autoformazione. Poco più della metà dei partecipanti ha riconosciuto di avere seguito una formazione sistematica con la partecipazione a corsi sul Sistema preventivo; tre quarti hanno però affermato di avere imparato facendo esperienza negli ambienti salesiani a conferma che… «il luogo della nostra missione è anche il luogo della nostra formazione»

Lo strumento del focus group ha creato occasione di condivisione e scambio e ha riaffermato l’opportunità e l’efficacia del pensarsi, agire e formarsi in rete: «Questo incontro sta favorendo ognuno di noi a percepire che come Famiglia salesiana siamo collegati, ci completiamo e ci rafforziamo a vicenda».

L’ampia base di dati richiede e merita ulteriori approfondimenti. Come gruppo di ricerca ci stiamo lavorando. E chi volesse unirsi a noi può segnalarcelo. Abbiamo in progetto di pubblicare alcuni approfondimenti, oltre al contributo che uscirà a breve con gli Atti del Convegno. Riconosciamo che questa ricerca esplorativa è un primo passo per conoscere l’attuazione del carisma nell’oggi e auspichiamo che si possano avviare anche ricerche sul campo basate sull’osservazione diretta dell’agire educativo in atto nei diversi contesti educativi e formativi in tutti i continenti che coinvolgano anche i giovani. Ci auguriamo di poter continuare a “ascoltare il suono della foresta che cresce”, cioè a intercettare la forza trasformatrice dell’educazione salesiana nella vita delle persone e nella società nel mondo intero.

Condividi

Dalla rivista

Parola

Vedendo la folla, salì sul monte, si mise a sedere, e i suoi discepoli gli si avvicinarono. Gesù, vedendo la gente che ti seguiva, povera ...

Camilla

C’è ancora un sassolino che vorrei togliermi dalla scarpa prima di chiudere l’argomento PACE. Un sassolino che a dir la verità non è poi tanto ...

Editoriali

Per molti, l’idea di pace è legata a una visione riduttiva che attribuisce ai governi la responsabilità esclusiva di garantire ai cittadini le condizioni necessarie ...

Dossier
Viviamo un tempo di guerre e tensioni, violenze che si consumano, sempre più spesso, fuori e dentro le mura di casa e che coinvolgono giovani ...