In che modo l’Ufficio dei diritti umani dell’IIMA, guidato dai principi del Sistema Preventivo, si impegna a promuovere la cooperazione e la vocazione dei giovani nel campo dei diritti umani, prevenendo situazioni di vulnerabilità e favorendo la crescita e lo sviluppo di comunità più giuste e inclusive?
Per favorire la crescita e lo sviluppo di comunità più giuste, inclusive e sostenibili, in cui “nessuno venga lasciato indietro” e in cui tutti possano promuovere i propri diritti umani e quelli degli altri, l’Ufficio per i diritti umani dell’Istituto Internazionale Maria Ausiliatrice (IIMA) di Ginevra, guidato dai principi del sistema preventivo, fa in modo che le voci dei più vulnerabili, in particolare quelle dei bambini, dei giovani, delle donne, delle minoranze e delle popolazioni indigene, siano portate all’attenzione delle Nazioni Unite.
L’Ufficio, in stretta collaborazione con i membri locali, fornisce agli esperti delle Nazioni Unite e ai rappresentanti degli Stati membri informazioni pertinenti e affidabili sulle modalità di attuazione dei diritti umani a livello locale, compresa la denuncia delle violazioni. Inoltre, forniamo ai difensori dei diritti umani locali, compresi gli educatori e i giovani, la possibilità di partecipare alle riunioni delle Nazioni Unite e di difendere i propri diritti a livello locale, nazionale, regionale e internazionale. Per far conoscere ai difensori dei diritti umani i meccanismi e le procedure internazionali delle Nazioni Unite per la tutela dei diritti umani, l’Ufficio organizza corsi di formazione e di capacity building a Ginevra, a livello locale e online, L’Ufficio diffonde pure informazioni per sensibilizzare i difensori dei diritti umani a livello nazionale.
Cosa l’ha spinta a intraprendere questo percorso di cooperazione e difesa dei diritti umani con l’Ufficio dell’IIMA?
Non sapevo molto dell’Ufficio IIMA di Ginevra e della sua attività di advocacy per i diritti umani, poiché ero principalmente impegnata nei compiti di formazione e di animazione comunitaria/ispettoriale. Ciò che mi ha spinto a dire “sì” alla richiesta di Madre Yvonne Reungoat, la nostra Madre generale di allora, a questa nuova chiamata, un terreno inesplorato, è stato Gesù Cristo e la sua missione, così da realizzare il piano di Dio per l’umanità, cioè che tutti potessero vivere la vita in pienezza con dignità e con i loro diritti umani garantiti.
Come descriverebbe la sua vocazione per questo lavoro con i giovani e le comunità più vulnerabili e quando ha capito che era la sua chiamata?
Le periferie geografiche ed esistenziali mi hanno sempre interpellato. È proprio qui che, lavorando nelle comunità emarginate di Cambogia, Myanmar, Papua Nuova Guinea, le Filippine, Vietnam, Timor Est e Indonesia, ho conosciuto e toccato in prima persona le condizioni di bambini, giovani e donne che vivono in povertà, precarietà, violenza e discriminazione. Tale orizzonte mi ha fatto capire che formare “buoni cristiani (persone di fede) e onesti cittadini” significa restituire la loro dignità e diritti, cioè educare, responsabilizzare e coinvolgere una nuova generazione di giovani, particolarmente quelli vulnerabili ed emarginati, in modo che possano ancora sognare e sperare, ed essere cittadini generativi e trasformativi della loro società. Gradualmente, ho capito che la visione e la missione dell’Ufficio fanno parte del nostro DNA salesiano, una vocazione da vivere, un impegno a essere co-creatori con loro di un mondo simile al sogno e al piano di Dio per l’umanità e l’universo.
Quali sono le sfide più grandi che ha incontrato in questo lavoro di empowerment e formazione dei giovani?
I giovani continuano ad affrontare molteplici ostacoli al loro impegno effettivo, attivo e significativo, in particolare nell’esercizio del loro diritto a partecipare ai processi decisionali per affrontare le questioni relative ai diritti umani che li riguardano. Anche quando la partecipazione formale dei giovani è garantita, la loro influenza nei processi decisionali è molto limitata.
Un’altra sfida è l’esclusione sociale dei giovani. Solo una parte relativamente piccola dei giovani viene raggiunta. I giovani che non sono affiliati ad alcun partito politico o altra organizzazione sono quasi automaticamente esclusi. La mancanza di un’integrazione sistematica dei diritti dei giovani a livello nazionale, regionale e internazionale rappresenta ancora una sfida grande. Dobbiamo lavorare insieme tra le Ispettorie dell’Istituto affinché l’Agenda per i giovani possa diventare un’Agenda globale per un impegno significativo dei giovani nella costruzione di società giuste, umane, pacifiche, inclusive e sostenibili.
Come l’Ufficio dei diritti umani dell’IIMA promuove la cooperazione tra le comunità locali e le organizzazioni internazionali per sostenere i diritti umani dei giovani?
L’Ufficio, in qualità di principale responsabile dell’advocacy internazionale sui diritti umani per conto dell’Istituto delle FMA, promuove la cooperazione tra le comunità locali e le organizzazioni internazionali per sostenere i diritti umani dei giovani tramite le seguenti azioni:
a) consentendo agli attori locali, compresi i bambini e i giovani, di esprimere il loro punto di vista sull’attuazione dei loro diritti umani e di condividere le migliori pratiche in tutto il mondo, al fine di sostenere i governi nell’adempimento dei loro obblighi internazionali in materia di diritti umani;
b) rafforzando l’uso dei meccanismi di difesa dei diritti dei bambini, dei giovani e delle donne, sia tra gli educatori dell’IIMA che nella società in generale;
c) condividendo strumenti di advocacy e altri materiali basati sui diritti umani con i difensori dei diritti umani locali e le organizzazioni internazionali.
Di conseguenza, l’IIMA è stato determinante nel richiamare l’attenzione del Consiglio per i diritti umani e di altri organismi delle Nazioni Unite per i diritti umani sulla situazione specifica dei bambini e dei giovani, al fine di garantire che i loro diritti siano messi in cima alla lista delle priorità (per maggiori informazioni è possibile visitare il sito web: www.iimageneva.org).
Infine, l’IIMA partecipa a diversi gruppi di lavoro e piattaforme di ONG come: il Forum delle ONG cattoliche di Ginevra e le sue piattaforme sul diritto all’istruzione, il diritto allo sviluppo e la solidarietà internazionale, il Gruppo di lavoro sull’educazione e l’apprendimento dei diritti umani (WGHREL), il Centro cattolico internazionale di Ginevra (CCIG) e il Forum internazionale delle ONG cattoliche (con sede a Roma).
Può fare un esempio di un progetto o di un’iniziativa specifica su cui l’IIMA sta lavorando per promuovere i diritti umani?
L’IIMA lavora a stretto contatto con VIDES International (un’altra ONG dell’Istituto con statuto consultivo presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC)) per promuovere i diritti umani, in particolare di bambini, giovani e donne. Nel 2022, l’IIMA ha collaborato con VIDES International nelle sue attività di advocacy per il Progetto multicongregazionale: Come stanno le ragazze? – Uno studio sui diritti delle bambine durante la pandemia di Covid-19 in Ecuador, Kenya, India, Nepal, Perù e Sud Sudan. L’IIMA è intervenuto all’evento online per lanciare lo studio con una presentazione sulle attività di advocacy evidence-based svolte sui diritti delle ragazze. L’IIMA collabora pure con VIDES International a un progetto triennale: Youth to Reshape the World, per la preparazione del Piano d’azione per l’advocacy 2023 e le relative attività di attuazione. Il progetto mira a rafforzare le capacità della rete giovanile del VIDES. Le attività si concentrano in particolare sulla formazione dei giovani per farli diventare “attori del cambiamento sociale” e metterli in grado di svolgere attività di sensibilizzazione e di advocacy a livello locale, europeo e internazionale. Molte attività avranno un focus specifico sulla Laudato Si’ e la sostenibilità. Inoltre sarà organizzato un webinar per il novembre 2023 sull’advocacy e l’impegno dei giovani nel sistema delle Nazioni Unite.
In che modo il lavoro di advocacy e di sviluppo dell’IIMA ha avuto un impatto sulla vita delle comunità emarginate?
Il lavoro di advocacy dell’IIMA ha avuto un impatto sulla vita delle comunità emarginate, fornendo agli attivisti locali le conoscenze e le competenze tecniche, le abilità e le strategie per migliorare le loro capacità di impegnarsi e portare la situazione dei diritti umani nei loro Paesi d’origine all’attenzione della comunità internazionale. Mettere i membri dell’IIMA e i loro partner in condizione di esprimere le loro preoccupazioni e di formulare raccomandazioni concrete per affrontare le sfide dei diritti umani che si trovano ad affrontare è una componente critica della missione dell’Ufficio. L’adozione di tali raccomandazioni da parte degli attori internazionali, come i rappresentanti degli Stati o gli esperti internazionali di diritti umani, è un requisito fondamentale per la realizzazione di politiche sui diritti umani che rispondano meglio alle esigenze delle popolazioni locali colpite.
Quali sono i traguardi più significativi che l’Ufficio ha raggiunto nella promozione della cooperazione e della vocazione dei giovani?
Riteniamo che l’adozione di risoluzioni da parte del Consiglio dei diritti umani su giovani e diritti umani sia un risultato importante degli ultimi anni. Dal 2011, l’Ufficio per i diritti umani dell’IIMA si è impegnato a fondo per garantire che i diritti dei giovani fossero inclusi e inseriti nell’agenda del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. È per noi motivo di orgoglio e di soddisfazione constatare che oggi questo tema è stato istituzionalizzato nell’agenda del Consiglio, attraverso l’adozione di risoluzioni, l’organizzazione di Panel Discussion e la presentazione di Studi approfonditi sul tema.
Tra i traguardi più significativi credo sia importante ricordare: i tanti attivisti locali, compresi i giovani, le suore salesiane e altri collaboratori laici, formati per impegnarsi nei meccanismi di tutela dei diritti umani delle Nazioni Unite; 88 rapporti sulla situazione dei diritti umani di 49 Paesi presentati alle Nazioni Unite; 155 dichiarazioni orali rilasciate al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite per dare voce alle preoccupazioni delle comunità locali; La formazione e l’accompagnamento di 113 volontari e stagisti che attraverso l’Ufficio si sono avvicinati al lavoro internazionale per la promozione dei diritti umani. Tutti questi giovani provenienti da 22 paesi di 4 continenti hanno arricchito il nostro ufficio apportando diverse esperienze personali e professionali e aprendo nuove prospettive. Allo stesso tempo ci auguriamo che, una volta conclusa la permanenza a Ginevra, ciascuno di loro sia tornato a casa con una visione più ampia e inclusiva di cosa significa promuovere i diritti umani nelle proprie comunità.
Quali sono i principali obiettivi dell’Ufficio dei diritti umani di IIMA per quanto riguarda la promozione della vocazione dei giovani nel campo dei diritti umani?
L’Ufficio promuove la vocazione dei giovani nel campo dei diritti umani attraverso:
a) azioni concrete a livello locale e internazionale per dare potere ai giovani e promuovere i loro diritti umani attraverso la partecipazione e la leadership giovanile;
b) monitoraggio sistematico dell’attuazione dei diritti umani dei giovani tramite meccanismi esistenti delle Nazioni Unite in materia di diritti umani;
c) corsi di formazione affinché i giovani difensori dei diritti umani siano consapevoli dei meccanismi e delle procedure internazionali delle Nazioni Unite per la tutela dei diritti umani. L’IIMA ha partecipato attivamente alla negoziazione delle risoluzioni del Consiglio dei diritti umani sul tema Giovani e Diritti Umani, richiamando l’attenzione del Consiglio dei diritti umani e di altri organismi delle Nazioni Unite sulla situazione specifica dei giovani, per garantire che i diritti dei giovani siano implementati.
Cosa pensa che i giovani possano offrire di unico come agenti di cambiamento nella società? Come possono realizzare il loro potenziale ed essere protagonisti del cambiamento?
Credo che i giovani possano far sì che il cambiamento avvenga, perché sono grandi sognatori, appassionati cercatori del bene, del vero e del bello. Inoltre sono tenaci e con forza interiore per raggiungere il loro obiettivo. Possiedono un’energia creativa, uno spirito innovativo e le competenze, unite all’impegno, sono i doni che possono offrire per costruire società più umane, giuste, sostenibili e pacifiche. Per realizzare il potenziale dei giovani ed essere protagonisti del cambiamento, è necessario educarli e formarli a rispettare, valorizzare e promuovere la loro dignità, i loro diritti umani e quelli degli altri. Inoltre, devono essere cittadini responsabili che sanno come utilizzare i meccanismi e le procedure dei diritti umani a livello locale, nazionale e internazionale diventare difensori dei diritti umani, promotori del bene comune e dell’inclusione sociale, sostenitori dell’ecologia integrale e della protezione ambientale. Gli Stati e gli organismi ONU interessati devono comunque adottare le misure necessarie per garantire l’effettiva partecipazione dei giovani nei processi decisionali riguardanti i diritti umani, in particolare quelli che li riguardano.
Qual è il messaggio più importante che vorrebbe trasmettere ai giovani che leggeranno questa intervista?
Il messaggio che vorrei trasmettere ai giovani si riassume in tre parole: ESSERE VERI, OSARE, IMPEGNARSI. Cari giovani, siate il vostro vero, autentico, migliore io. Osate essere diversi, rischiate di andare controcorrente scegliendo ciò che è vero, buono e bello. Impegnatevi, proteggete e promuovete la vita, i diritti umani di tutti e il bene comune. Irradiate la vostra bellezza e dignità interiore, perché siete fatti a immagine e somiglianza di Dio. È la vostra vera identità. La vostra bussola morale è essenziale per navigare nella vita e creare un mondo degno di ogni essere umano.