Il Sinodo: una conversazione nell’amicizia

Il filo rosso che attraversa tutti gli articoli di questo numero della rivista è: il dialogo, condizione della pace. Mi inserisco in questa stessa linea condividendo un aspetto particolare del Sinodo dell’ottobre 2023.

Una lunga conversazione

Durante l’Assemblea sinodale, il dialogo è stato vissuto come una lunga conversazione durata l’intero mese di ottobre e, penso, che si prolungherà in tutto il mondo a partire dai partecipanti. Effettivamente, non c’è sinodalità senza conversazione. 

La conversazione è parte integrante della vita quotidiana ed è essenziale per costruire l’essere umano. Siamo consapevoli di quello che rappresenta questa esperienza ordinaria nella nostra vita, della qualità della comunicazione, della dinamica e dei legami che si creano tra le persone? 

Pensiamo spontaneamente all’episodio dei due discepoli di Emmaus che in cammino da Gerusalemme verso Emmaus, dopo la morte di Gesù, conversavano tra loro di quanto era accaduto. Gesù in persona si avvicinò e disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi durante il cammino?». In un momento così drammatico i discepoli non potevano sostenere da soli questo peso insopportabile per la delusione provocata dalla morte di Gesù. Lungo il cammino, condividono la loro triste esperienza e Gesù s’interessa di quello che stanno dicendo. Solo dopo averli ascoltati, egli spiega a loro le Scritture. 

È la stessa esperienza vissuta durante il Sinodo. In esso, la conversazione spirituale ha segnato in modo significativo il clima dell’Assemblea. Sono stata colpita da una riflessione di Padre Timothy Radcliffe, durante il Ritiro che ha preceduto il Sinodo, sul tema: una spiritualità di sinodalità. Egli ha evidenziato l’importanza dell’amicizia. Prima della sua Passione, Gesù ha pregato: «Padre Santo, custodiscili nel tuo nome, quelli che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi» (Gv 17,11). I discepoli erano divisi e Gesù ha pregato il Padre per la loro unità. 

Una preghiera per l’unità dei cuori

I partecipanti al Sinodo, arrivando da tutto il mondo segnati da diversità culturali e con varie esperienze, avevano bisogno di pregare per l’unità dei cuori e degli spiriti, per andare oltre le differenze. Siamo stati invitati ad accogliere la Parola di Gesù ai suoi discepoli: «Vi ho chiamati amici» (Gv 15,15). Padre Timothy ha sottolineato che «questo Sinodo sarà fecondo, e porterà frutto se ci condurrà ad una amicizia più profonda con il Signore e tra di noi, con ogni partecipante. Il fondamento di quello che faremo durante il Sinodo sarà l’amicizia che creeremo. Abbiamo il compito creativo di stringere amicizie improbabili, specialmente con le persone con le quali non siamo d’accordo».

La conversazione spirituale era lo spazio in cui si è creata questa esperienza di amicizia che lungo il cammino è diventata sempre più realtà, nonostante le difficoltà. L’amicizia fiorisce nella condivisione di convinzioni profonde, ma anche di dubbi e nella ricerca della verità. 

Siamo stati continuamente invitati a passare dall’”io” al “noi”, passaggio più autentico quando si vive nell’amicizia. Lo Spirito Santo ci ha guidati in questa esperienza inedita di amicizia, impensabile all’inizio del Sinodo. Egli ci ha resi progressivamente disponibili ad un ascolto attivo e profondo di ogni persona e realtà; di accoglienza rispettosa delle differenze, delle divergenze, delle sofferenze, delle speranze, espresse o non espresse, e capaci di parole generative. In realtà il sentirci abbracciati dall’amicizia divina ha fatto superare gradualmente le paure, le resistenze che erano presenti nei cuori all’inizio del viaggio sinodale. 

L’amicizia è fonte di gioia ed è molto significativa l’esperienza vissuta la sera del 29 ottobre 2023. Dopo la conclusione della votazione sulla Relazione di Sintesi, assistiamo ad una spontanea esplosione di gioia! I vescovi, sacerdoti, laici, consacrati e consacrate, uomini e donne: tutti si abbracciano e i volti sono luminosi: una esperienza di grazia e di pace! In questo momento si rivela che davvero l’amicizia è stata costruita nello Spirito. La conversazione fondata sull’amicizia evangelica conosce sviluppi impensati, si moltiplica e diventa costruttrice di pace nel mondo. 

Quanto importante è sentirci abbracciati dall’amicizia divina quando camminiamo insieme nella vita quotidiana!

La conversazione nelle nostre comunità

La vita consacrata è chiamata a vivere e sviluppare l’arte della conversazione nelle comunità e nella missione. Forse esiste il rischio di vivere le varie occasioni di conversazione quotidiane con una certa routine, o come una banalità. In realtà, ogni conversazione è uno spazio abitato da Dio e, nella misura in cui lo accogliamo, Egli comunica il Suo amore. In questa luce, nessuna conversazione è banale. È importante rendersi consapevoli di questa opportunità straordinaria nell’ordinarietà della vita di ogni giorno, e fare le scelte che ne derivano.

La forza che regge il mondo è l’amore e coloro che lo capiscono e lo traducono concretamente possono cambiare il mondo! «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi» (GV 15,12).

Immaginiamo che Gesù ci raggiunga oggi e chieda ad ogni comunità: «Di che cosa state parlando tra di voi?». La risposta a questa domanda può darci l’opportunità di una lettura di fede della nostra vita e della realtà? 

Siamo chiamate a stabilire conversazioni significative, generative che ci fanno entrare in un’avventura che non può non trasformarci. L’ascolto attivo vissuto con speranza, permette di entrare nell’orizzonte dell’altra persona, di lasciarsi toccare da quello che lo Spirito dice al cuore, dove può scaturire una parola profonda. È indispensabile Il silenzio che non è assenza di comunicazione, ma è entrare nel più profondo della relazione con ogni persona che incontriamo lungo il cammino. Sentiamoci invitate a rinnovare l’arte della conversazione in stile sinodale, nelle nostre comunità, nella missione e con le diverse vocazioni nella Chiesa. La conversazione con gli altri si vive contemporaneamente nella conversazione con Dio in un intreccio di amore, fonte di felicità e di pace.

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