Viviamo in pace, care sorelle FMA di tutto il mondo! E perdonatemi, se faccio proclami da…Papa, ma mi sento proprio di dirla così, con parole semplici! Viviamo in pace! Punto. Se siamo in pace tra noi, il mondo prenderà esempio, e migliorerà! Se siamo sempre in guerra tra noi, invece…allora abbassiamo il mondo intero! Lo inabissiamo! Come il Titanic!
Ma voi direte: “si, ok, Camilla, ma apri gli occhi! Non vedi com’è diventato difficile anche nelle nostre case fare la pace? Non vedi il conflitto generazionale, la fatica degli anni che avanzano, non vedi che siamo poche ormai, al punto che qualcuna (giovane) deve sempre correre per fare tutto e altre (anziane) rischiano di sentirsi inutili o disorientate perché… “ai miei tempi si faceva così non cosà…”?
E poi, dai, spesso in comunità “come la fai la sbagli”! Essendo tutte donne precise, pignole, puntigliose, osservanti, usiamo la lente di ingrandimento sugli errori e i difetti delle sorelle e le fette di salame sulle virtù! La pace è un’utopia, cara Camilla!”.
No! Non è vero! La pace è possibile! Intendo la pace “domestica”, che è semplicemente vivere da sorelle. Vivere accettandosi (non nel senso che usiamo l’accetta l’una contro l’altra, eh?), ascoltandosi e amandosi. Beh, cosa ci vuole? Solo un po’ di buona volontà! E sarebbe il Paradiso per davvero!
Pensate un po’: io parlo e l’altra mi capisce, io sbaglio e l’altra mi perdona, io ho bisogno di qualcosa e l’altra mi previene, io sono stanca e l’altra mi sostituisce, io ho dei doni e l’altra mi valorizza, io non obbedisco e la superiora mi incoraggia, io voglio una cosa e gli altri me la danno subito (??) Beh, no, forse sul finale sono andata un po’ in confusione! Sarà l’età!
Ma non è questa la strada della pace. Perché non dobbiamo pensare di essere al centro di questa logica, di essere le destinatarie della pace e della fraternità. Ciascuna di noi ad esempio si aspetta lo spirito di famiglia! E grida allo scandalo se non lo trova dove lo vuole, come lo vuole e nella quantità desiderata! Ma tu cosa fai per lo spirito di famiglia? Per crearlo? Cosa fai per la pace? Devi sentirti responsabile. Responsabile dei gesti e delle parole.
Come dialoghiamo tra noi? A volte le suore che intervengono in comunità (io no, perché io prego quando si fanno i gruppi o c’è la conferenza. Mi dico il quarto o quinto rosario della giornata. Santasubito!) parlano con una tale animosità che sembrano lanciare proiettili non parole. Io a quel punto rimango con l’Ave Maria a mezz’aria e mi verrebbe da finire col requiem!
Care sorelle le emozioni vanno addomesticate! Non si parla sfogarsi. Non si dice tutto quello che ci passa per la testa. Si può anche tacere. O pregare. O parlare per costruire, per accarezzare. E adesso la chiudo davvero qui, altrimenti rischio che mi fanno superiora e alla mia età il cuore non regge più!
Parola di Camilla