“Terra e Pace” è il motto degli “Stati Uniti del Mondo”, federazione mondiale di 181 Paesi e oltre 16.000 organismi della società civile che vede la Famiglia salesiana – in particolare le FMA – tra i primi fondatori e primi sottoscrittori della “Costituzione”: è stata approvata il 18 novembre 2022 e stabilisce diritti e doveri per gli abitanti del pianeta, avendo come riferimento le encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti. Il denominatore comune che contraddistingue 37 anni di impegno con oltre 11.000 eventi svolti nei 5 continenti è “Il Dialogo per la Pace”. (Michele Capasso, Stati Uniti del Mondo, Ed. Magma, 2024)
Insieme per la Terra e per la Pace
Roma, 2 maggio del 2024. Ritorno in Italia dalla martoriata Gaza. Nella mente le immagini strazianti di migliaia di bambini in nocenti trucidati da una guerra insensata e assurda: la sofferenza umana non si può riassumere. Camminando tra centinaia di sacchi avvolti in bianche lenzuola contenenti i corpi di bambini innocenti, stretti da madri che non hanno più lacrime, mi vengono in mente le parole che San Giovanni Paolo II pronunciò durante l’Angelus di domenica 29 maggio 1994: “… la famiglia è minacciata, la famiglia è aggredita. Deve essere aggredito il Papa, deve soffrire il Papa, perché ogni famiglia e il mondo vedano che c’è un Vangelo, direi, superiore: il Vangelo della sofferenza, con cui si deve preparare il futuro, il terzo millennio…”.1 Durante il viaggio verso Napoli rileggo un libriccino intendendo con questo termine l’uso antico con il quale ci si riferiva ad un libro particolare stampato da Éditions Gérard & C. e lanciato il 31 marzo 1966 all’8° Salone internazionale del libro di Montreal: Bâtir la Paix (Costruire la Pace), di padre Dominique Pire. Nel 1958 gli fu assegnato il “Premio Nobel per la Pace”. Due anni dopo, nel 1960, fondò, a Huy, l’Università di Pace. Scrive padre Pire: “Sin da giovane mi son reso conto della differenza tra le classi sociali e del le diverse scelte circa il problema dell’esistenza di Dio. Le diversità costituiscono l’eredità umana e spesso si incontrano quelle che non possono essere armonizzate: casi di ingiusti zia, miseria, ignoranza costituiscono una diminuzione dell’essere umano”. Rileggendo queste parole mi viene in mente un colloquio con Suor Maria Pia Giudici, FMA, del 2010, durante il quale mi disse: “Michele, tu che navighi sul mare della pace con indomito coraggio e il cuore di bambino, hai ben compre so che le diversità del mondo, se armonizzate, costituiscono una forza buona e una fonte di arricchimento per l’umanità intera, completandosi a vicenda invece di contrapporsi”. Ho avuto una lunga frequentazione con Suor Maria Pia durata oltre un decennio, durante la quale abbiamo affrontato i temi fonda mentali dell’esistenza umana: tra essi la salvaguardia del creato e il dialogo per la pace. Fu lei a suggerire il motto “Terra e Pace” per gli “Stati Uniti del Mondo”. Il caro Naguib Mahfouz, Premio Nobel per la Letteratura, in uno dei nostri incontri agli inizi di questo secolo disse: “Michele, ricordati che hai un dono: trasformare l’amore per il potere nel potere dell’amore. Non si tratta di perseguire un sistema di armonia universale, come auspicava Fourier o Leibnitz: se in un’orchestra ognuno suonasse per conto proprio, ne nascerebbe una cacofonia; se tutti gli strumenti fossero identici, sarebbe mono tono; è molto meglio la disuguaglianza degli strumenti e l’armonizzazione dei suoni per giungere ad una grande sinfonia universale indispensabile per salvare il pianeta e vivere in pace. Gli ‘Stati Uniti del Mondo’ devono attuare questa difficile azione”. La verità contenuta nel motto di Suor Ma ria Pia, che ritroviamo già nel colloquio con Naguib, alimenterà profondamente il nostro comune sentire è costituirà la base dell’azione corale e condivisa, per la pace e la salvaguardia del creato, degli “Stati Uniti del Mondo”. Fu Gustavo Adolfo Rol, uomo illuminato e molto religioso legato alla Famiglia salesiana e a Don Bosco, vissuto a Torino dal 1903 al 1994 a lanciare l’11 gennaio 1987 l’“Appello per gli Stati Uniti del Mondo”. Sul piano politico e sociale Rol caldeggiò sin dagli anni ’40 del secolo scorso l’idea di “Sta ti Uniti del Mondo” al seguito della seconda guerra mondiale, che non sarebbe scoppiata se fossero già esistiti gli “Stati Uniti d’Europa”. Non ci sarebbero state una Germania e una Italia contro una Francia e un Regno Unito così come non è pensabile che possano esserci, per esempio, un Wyoming e Colora do contro un Utah e un Idaho.
In una lettera inviata al quotidiano La Stampa e pubblicata il 27 gennaio 1987, Rol scrive va: “I primi uomini si fecero la guerra: successivamente due famiglie, due tribù, due città, poi cominciò la guerra tra nazioni. Ora si vagheggiano gli ‘Stati uniti d’Europa’, ma dopo? Sarebbe la guerra fra continenti. Si vada dunque agli ‘Stati Uniti del Mondo’. Tutto oggi si muove velocemente; tanto vale anticipare sul tempo per mettere fine alle attuali sciagure e scongiurare quelle a venire. Io sono certo che gli ‘Stati Uniti del Mondo’ sono già scritti nella storia e mi sembra dimostrar lo la scienza nella sua continua, appassionata esplorazione di un universo la cui conoscenza appartiene a tutti i popoli del nostro minuscolo pianeta. La scienza, al di sopra di qualsiasi considerazione politica e in perfetta unità etica, è un bene comune”. Idee simili Rol le aveva anche prima della guerra, sin dal 1937. Conobbi Gustavo Adolfo Rol nel gennaio del 1987 a casa sua, a Torino, accompagnato dallo “scultore del colore” Mario Molinari e dalla moglie Pia Balducci: in quella occa sione mi posi l’obiettivo di mettere in prati ca l’appello di Rol di creare gli “Stati Uniti del Mondo”, che aveva fatto l’11 gennaio di quell’anno in un intervento telefonico durante la trasmissione televisiva Domenica In, chiamato in diretta dal regista Franco Zeffirelli e dalla conduttrice Raffaella Carrà. Da allora ho cambiato vita, vendendo gran parte dei miei beni per aiutare le vittime delle guerre e per promuovere il dialogo e la convivenza pacifica tra i popoli. L’appello e l’idea di Gustavo Adolfo fu subito trasformata in un progetto politico-istituzionale che avrebbe coinvolto negli anni successivi, partendo dall’area del “Grande Mediterraneo”, oltre 180 Paesi e 16.000 organismi ed istituzioni della Società Civile: tra i primi membri fondatori i Salesiani di Don Bosco e le Figlie di Maria Ausiliatrice.
Nel 2017, nella sede di Napoli degli “Stati Uniti del Mondo” e del “Museo della Pace”, abbiamo istituito l’“Oratorio Salesiano Mondiale” con la Cappella contenente le reliquie di San Giovanni Bosco e Santa Maria Dome nica Mazzarello e un percorso “emozionale” distribuito sui cinque piani del museo dal ti tolo “Don Bosco, il potere dell’Amore”. Dopo l’inaugurazione con il Rettor Maggiore don Ángel Fernández Artime e con Madre Yvonne Reungoat, tante Figlie di Maria Ausiliatrice provenienti da tutto il mondo visitano questo luogo unico nel suo genere: in particolare tan ti giovani restano colpiti dal messaggio e dal carisma di Don Bosco che invita loro, soprattutto in questo momento difficile della storia, a trasformarsi in “cacciatori del positivo”.
Il 18 novembre 2022, a Napoli nella sede degli “Stati Uniti del Mondo”, presenti i rappresentanti della Famiglia salesiana, si corona il sogno coltivato per 35 anni: 181 Paesi e i membri fondatori sottoscrivono la “Costituzione degli Stati Uniti del Mondo” contenente i diritti e i doveri degli abitanti del pianeta e fondata sul le encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti. Gli “Stati Uniti del Mondo” riuniscono Pae si, istituzioni internazionali, città, università, congregazioni religiose ed organismi della società civile al fine di condividere le conoscenze per contrastare le ingiustizie sociali, le guerre, le pandemie, la dissipazione delle ri sorse, i cambiamenti climatici: l’obiettivo fondamentale è affermare libertà e uguaglianza attraverso l’applicazione dei diritti fondamentali della persona umana. Dal 1987 abbiamo costruito una “grande cordata” composta da uomini e donne dei cinque continenti con la quale, con una comune azione corale, è sta to sostenuto un cambiamento del paradigma di sviluppo del mondo attraverso una diversa geopolitica che deve porre al centro il Bene Comune, attuando inedite strategie di crescita, competitività e cooperazione fondate sull’etica, sulla giustizia sociale e sull’equa ripartizione dei beni e delle risorse. Gli “Stati Uniti del Mondo” rappresentano un laboratorio di idee per azioni concrete e condivise che hanno al centro la salvaguardia dei valori fondamentali per l’umanità nel rispetto delle differenti identità e culture, coniugando “Pace” e “Sostenibilità”.
Il Dialogo per la Pace
L’Articolo 15 della “Costituzione degli Stati Uniti del Mondo” – unico organismo inter nazionale ad averne adottata una – recita: “Gli Stati Uniti del Mondo perseguono il Dialogo per la Pace e operano concretamente per la sua tutela, con la partecipazione di tutti gli abitanti della Terra: in base al principio di fratellanza e sotto l’egida degli organismi internazionali, contribuiscono a promuovere la regolazione diplomatica dei conflitti tra gli Stati e le diverse realtà culturali, etniche, politiche e religiose”. Il Dialogo per la Pace necessita soprattutto di uomini e donne di buona volontà che assumano il ruolo di “Dialoganti” ma, soprattutto, di “Perdonatori”. È il “Perdono” l’elemento fondamentale per sostenere la Pace. Dopo l’attentato di Hamas a Israele del 7 ottobre 2023, durante un viaggio a Gerusalemme a Tel Aviv, cercai di convincere qualificati e influenti interlocutori sulla necessità di “Per donare”: dinanzi alle immagini improponibili di corpi mutilati, straziati, decapitati, bruciati e violentati dai terroristi di Hamas richiamai l’attenzione sulla opportunità e necessità di “Perdonare”, anziché vendicarsi. Se i governanti di Israele avessero avuto la forza di perdonare e di addivenire subito alla costituzione di “Due Popoli in due Stati” – da decenni auspicata – promuovendo però sui media di tutto il mondo le immagini atroci che solo una piccola parte di addetti ai lavori hanno potuto visionare, sarebbe stato il mondo intero e gli stessi Paesi arabi a con dannare e a isolare il movimento terrorista e fondamentalista per l’eccidio compiuto. Così non è stato: ai duemila morti israeliani si sono aggiunti ad oggi più di 35.000 morti palestinesi – in massima parte bambini innocenti – ed oltre 100.000 feriti, con un popolo di più di due milioni di persone in continuo pellegrinaggio in una striscia di terra diventata la loro prigione a cielo aperto, senza cibo e senza speranza. Alla base del Dialogo per la Pace c’è soprattutto una corretta informazione: nel caso in esame, per esempio, informare che solo per eliminare 18 milioni di tonnellate di macerie causate a Gaza dalle bombe israeliane ci vorranno 14 anni e l’intera area sarà inquinata per sempre, o ancora che il mercato delle armi a livello globale ha raggiunto la cifra astronomica di oltre tre miliardi di dollari per il 2023 o che i costi sostenuti per la guerra in Ucraina e in altre parti del mondo avrebbero potuto se utilizzati in altro modo eliminare la povertà dal pianeta e aiutare la ricerca internazionale a salvare la terra dai danni scellerati che noi stessi abbiamo causato, aiuterebbe certamente a una riflessione utile per dialogare. Uno dei problemi di questo difficile momento della storia del mondo che ostacola il Dialogo per la Pace è la mediocrità, l’ignoranza e spesso la malafede di chi ci governa. Oggi è una grande disgrazia che un “costruttore di pace” debba rivolgersi alla gente con le parole del politico. E la disgrazia è talmente grande da non poter essere più grande. Un tempo, come l’eroe di Andrej Platonov, credevo che per l’uomo la cosa più importante fosse non disturbare l’altro nella sua vita. Adesso la penso un po’ diversamente: è ancora più importante fare tutto il possibile perché nessuno possa disturbare la vita degli altri. Nell’arte, nella politica, in tutte le sfere della vita, oggi viviamo in un mondo di persone di second’ordine. Forse la tragedia ucraina, il conflitto israelopalestinese, le guerre “a pezzi” (come dice Papa Francesco) in più di 50 Paesi del mondo sarebbero potuti accade re anche al tempo di Sartre, Camus, Picasso, Krleza, Iwaszkiewicz, De Nerval, Ehrenburg, Chruscev, Eisenhower, Charles de Gaulle, Willy Brandt, Sandro Pertini, Olof Palme, Nehru, Neruda, Brecht, Heinrich Böll, Alberto Moravia, Arthur Miller, Max Frisch, ma sarebbero stati certamente minori per la dimensione dei crimini. E cosa è rimasto dei veri ma stanchi intellettuali, dei veri artisti, dei veri scrittori, che ne è di loro? Molto poco. Ecco quindi apparire dinanzi a noi il compito arduo e difficile di sostenere il Dialogo per la Pace anche in presenza di una giungla infetta di strumenti di comunicazione di massa, in assenza di valori fondanti per l’umanità e con il prossimo avvento della cosiddetta “intelligenza artificiale” che, se non gestita, sarà una vera catastrofe etica e morale. Un barlume di speranza è la partecipazione, proprio su questo tema, di Papa Francesco al prossimo G7.
I giovani cacciatori del positivo
“Il mio unico pensiero va soprattutto ai giovani: devono diventare cacciatori del positivo, perseguendo il Vero, il Bello e il Buono”. Con queste parole Suor Maria Pia rispose a una mia domanda sul suo testamento spirituale, a conclusione di una lunga vita dedicata al Signore2. E ai giovani Suor Maria Pia ha ve amente dedicato l’intera vita comprendendo che i produttori di futuro sono proprio loro. Il Dialogo per la Pace significa, oggi, riassumere la capacità di dialogare con i giovani. Partendo dalle fami glie, dove sempre più spesso si creano barriere, incomprensioni e fraintendi menti che causano tragedie inimmaginabili. Un ruolo importante spetta ai genitori che devono saper dialogare con i propri figli con umiltà e fermezza, ponendosi soprattutto come esempio. Non a caso il carisma di Don Bosco e l’insostituibile azione di Madre Mazzarello ancora in questi difficili tempi costituiscono un’àncora fondamentale per i giovani, contro le derive consumistiche della società odierna: la parola chiave è “condivisione”. “Sono qui per condividere!”: queste le prime parole rivolte da Papa Francesco ai 1.500 giovani del Triveneto presenti sul sagrato della Basilica di Santa Maria della Salute a Venezia, alle 10 del mattino del 28 aprile 2024. Siamo invitati ad assistere, con una piccola delegazione degli “Sta ti Uniti del Mondo”, alla breve visita che dura solo cinque ore, sufficienti però a scrivere una pagina di storia importante per una città come Venezia, già meta di presenze papali. Ai ragazzi e alle ragazze Papa Francesco rivolge l’invito ad “alzarsi da terra perché siamo fatti per il cielo, alzarsi dalle tristezze per levare lo sguardo in alto, alzarsi per stare in piedi di fronte alla vita, non seduti sul divano”. Con la tenerezza ma, al tempo stesso, la fermezza di un padre, Francesco esorta i giovani dicendo: “Remate con costanza per andare lontano”. Molte le parole del Papa che mi sono rimaste impresse: “I grandi traguardi si raggiungono con il tempo, attraverso l’amore e la fede, dialogando per la pace”; “Il segreto delle grandi conquiste è la costanza”; “Il cellulare è utile ma impedisce di incontrare le persone; è necessario un abbraccio, una stretta di mano, un bacio: usate pure il cellulare ma abbraccia te le persone!”; “Il fai da te nelle grandi cose non funziona: prendete la vita tra le mani ma insieme”; “Vi prego portate con voi sempre un piccolo Vangelo tascabile e ogni tanto leggete un brano”; “La preghiera del Padre Nostro è la più bella perché la prima parola è ‘Padre’: colui che ama il figlio e non lo abbandona”. Prima di congedarsi da noi, a braccio come spesso ama fare, Papa Francesco dice: “Com’era la cosa che vi ho detto prima?”. Un grido forte e convinto si alza da tutti i giovani: “Alzati e vai!”
- Architetto e ingegnere, fondatore, nel 1987, della Fondazione Mediterraneo e degli Stati Uniti del Mondo. Nel 1990 sospende la sua attività vendendo gran parte dei suoi beni per aiutare le vittime delle guerre. Professore honoris causa in varie università, è autore di studi e pubblicazioni in diverse lingue. ↩︎
La sintesi nel docufilm “Maria Pia Giudici. La gioia in una vita semplice” https://www.youtube.com/watch?v=KQvcHQ1d3h0&t=251s ↩︎