La pace ancora prima di essere una politica è uno spirito. Ancora prima di esprimersi nelle vicende storiche, si esprime, si forma e si afferma nelle coscienze, in quello stile della vita che ciascuno è chiamato a procurare a se stesso come lampada ai suoi passi nei sentieri del mondo.
Questo chiama in causa l’importanza dei processi educativi. Attraverso l’educazione si può ricominciare il tirocinio della trasformazione della mentalità; essa ci permette di smontare i pregiudizi che non devono essere regolatori dei rapporti umani e di imparare che l’interesse proprio non deve prevalere su quelli altrui. Alla radice della vita quotidiana sarebbe importante porre la fame e la sete della giustizia insieme alla ricerca di pace che non è un’utopia: oggi più che mai è progresso!
Abbiamo un singolare dovere: essere buoni, che non vuole dire essere deboli, ma promotori del bene con la pazienza e il perdono, spezzando la triste logica della catena del male.
Le 12 “fatiche” dei bimbi
Sempre più le guerre di oggi toccano i civili: quanti innocenti, quanti bambini, su 32.000 persone morte a Gaza quasi la metà sono bambini.
Dostojeski ci ricorda che «nessuna rivoluzione, nessuna guerra, potrà mai valere anche solo una piccola lacrima di bambino». Sono tanti i bambini che portano dentro l’angoscia, la paura delle guerre. Un bambino che si trova a vivere in una zona di conflitto deve affrontare numerose fatiche, 12 le più comuni.
- NO – ACQUA: l’acqua inquinata è la prima causa di mortalità infantile in guerra.
- NO – CIBO: un bambino su due soffre di malnutrizione nelle zone di conflitto.
- NO – CURE: 100mila neonati muoiono ogni anno a causa della guerra.
- NO – SCUOLA: 100 milioni di bambini non vanno a scuola a causa della guerra.
- NO – CASA: sono 30 milioni i bambini sfollati a causa della guerra.
- NO – LUCE: si hanno al massimo 4 ore di corrente elettrica al giorno in guerra.
- NO – SONNO: il disturbo del sonno è la prima patologia presente nei bimbi della guerra.
- SI – GELA: nei campi profughi dove manca l’elettricità il riscaldamento non esiste.
- NO – GIOCO: i bambini soldato sono più di 300mila.
- NO – MERAVIGLIA: 1 bambino su 5 al mondo vive in guerra (420 milioni).
- NO – AMICI: sono 300mila i bambini resi orfani dalla guerra ogni anno.
- SI – SCAPPA: 28 milioni di bambini sono in fuga dalle guerre.
L’associazione Per far sorridere il cielo (https://www.perfarsorridereilcielo.it) nasce nel 2015 e ha come obiettivo di prendersi cura di bambini che hanno subito traumi fisici e psichici in conseguenza di una guerra vissuta o che la stanno ancora vivendo. Il motto dell’associazione, fondata da Marco Rodari, in arte il Pimpa, è: un bambino a cui hai regalato meraviglia sarà portatore di pace.
Rodari, laureato in storia moderna, ma appassionato di clownerie, realizza la sua attività di clown tra Gaza, l’Iraq, la Siria e in questi ultimi anni l’Ucraina. Organizza laboratori per le scuole, centri educativi e altre realtà educative. Le attività sono numerose e varie: servizi e spettacoli di magia e clown-terapia in ospedale, creazioni di scuole di magia e laboratori per i piccoli, sostegno alimentare e medico alle famiglie bisognose, creazione di scuole di magia e clown per operatori adulti nei luoghi dove si soffre a causa della guerra.
Una “meraviglioteca” ad Izjum
Uno degli ultimi progetti è quello di restaurare la Biblioteca di Izjum, gravemente danneggiata dai bombardamenti durante il conflitto russo-ucraino. Izjum è una piccola città della Regione di Kharkiv al confine col Donbass a circa 100 chilometri dalla città di Backmut. La città era stata conquistata, isolata e quasi totalmente distrutta nel marzo del 2022. Izjum è una città martire di questa guerra.
L’incontro con i bambini sopravvissuti di Izjum (oggi sono circa 1000 i bambini presenti in città) con il Claun il Pimpa è avvenuto nei primi giorni di settembre del 2022, la loro straordinaria forza nel saper tornare a meravigliarsi e poi a sorridere con il pagliaccio ha dimostrato, ancora una volta, quanto fosse prezioso il dono della meraviglia e quanto potesse risvegliare la speranza anche fra gli adulti, soprattutto mamme e nonne, che da mesi non vedevano sorridere i propri bambini.
Nei mesi successivi l’attività è continuata con laboratori e piccoli spettacoli aperti a tutti nelle cantine-bunker della città con il determinante aiuto di associazioni locali. In seguito a questo lavoro l’associazione Per far sorridere il cielo ha deciso di contribuire al restauro della Biblioteca di Izjum.
L’intenzione è quella di risistemare l’intera biblioteca e riservare uno spazio (350 m²) nella stessa per i bambini che diventerebbe la “Meraviglioteca della Biblioteca” un luogo per continuare a meravigliarsi nonostante l’orrore della guerra.
Oltre alla biblioteca per i bambini sarà adibito uno spazio polivalente dove i clown dell’associazione Per far sorridere il cielo e tanti artisti-professionisti ucraini (e non solo), che già hanno dato la loro disponibilità, potranno esibirsi o creare laboratori per vivere la riscoperta della meraviglia.
Far tornare un bimbo e una bimba a meravigliarsi attraverso la lettura di un libro o un piccolo gioco di magia fa sì che si riaccenda in loro la fantasia e la creatività per poter immaginare un mondo diverso da quello che hanno davanti agli occhi, costituito solo da macerie. E perché no, magari partecipare concretamente a cambiarlo.
Mosader Kindergarten. Una “Meraviglia” di Scuola
Da anni il Pimpa percorre la striscia di Gaza per regalare sorrisi ai bambini ed è lì che ha incontrato l’unica scuola dell’infanzia del piccolo villaggio di Al Mosader. Il piccolo centro abitato formato da 5000 persone, trovandosi al confine con Israele, in prima linea, è più esposto al conflitto e purtroppo è stato più volte distrutto.
Il Pimpa, nel portare “pane e sorrisi” all’interno della Striscia, ha toccato con mano le difficoltà estreme della popolazione, soprattutto dei bambini più piccoli.
Attraverso un’équipe di insegnanti e l’intervento clown-terapico dei pagliacci si vuole riaccendere la fantasia, la creatività e, soprattutto, si intende provocare il sorriso nei bimbi, così che possano tornare a meravigliarsi e ad immaginare una realtà diversa da quella che sono costretti a vivere ogni giorno.
Il sorriso dei bimbi sarà sostenuto da un progetto alimentare che permetterà di mangiare un pasto sano ed equilibrato e di bere acqua “realmente potabile”. Perché con la pancia piena e il sorriso in forma si può tornare tutti a stupirsi, consapevoli che un bambino che sa meravigliarsi della vita, nonostante le difficoltà, sarà capace di custodire il dono della pace e soprattutto di diffonderlo.
“Beati gli operatori di pace” ha detto Gesù ed è grazie a loro che in questo contesto di guerra a pezzi noi osiamo sperare in un futuro positivo e non dalle tinte fosche.
La nostra speranza, nonostante tutto, è certa.