Le testimonianze di pace

La musica possiede il potere di unire le persone, attraversare confini culturali e linguistici, e portare un messaggio di pace in questo mondo che vediamo ancora oggi diviso da conflitti e discordie. Gli artisti di tutto il mondo trovano nella musica un potente strumento per esprimere e diffondere un messaggio di unità e solidarietà. In un mondo dove troppo spesso le differenze dividono anziché unire, la musica ha il potenziale di creare ponti tra le persone attraverso le note, le armonie e le parole che arrivano direttamente al cuore di chi le ascolta. E sicuramente possiamo asserire che il cuore dell’umanità non ha confini o colore o razza.

Infatti Jim Morisson, famoso front man della band statunitense The Doors, disse che “Un giorno anche la guerra s’inchinerà al suono di una chitarra.” Esistono anche festival internazionali, concerti di beneficenza, associazioni e collaborazioni musicali tra cantanti e musicisti di diverse provenienze che testimoniano come la musica possa essere un veicolo per la pace e la comprensione reciproca. Come ad esempio la Playing for Change Foundation che è una organizzazione non a scopo di lucro che si propone di creare e supportare le scuole musicali in paesi in via di sviluppo come Mali, Ghana, Nepal, Ruanda, Sudafrica.

  La testimonianza è prima di tutto personale

La canzone With my own two hands di Ben Harper è un brano significativo che affronta il tema dell’azione diretta e del cambiamento personale per creare un impatto positivo sul mondo. La storia raccontata nella canzone parla della consapevolezza e del potere che ciascuno di noi ha di contribuire al cambiamento e alla pace nel mondo, semplicemente agendo con le proprie mani. Ben Harper invita l’ascoltatore a riflettere sulle proprie azioni e sulle conseguenze che queste possono avere sugli altri e sul pianeta. «Posso cambiare il mondo, con le mie stesse mani. Creare un posto migliore, con le mie stesse mani. Creare un posto più gentile, con le mie stesse mani. Posso portare la pace sulla terra con le mie sole mani. E posso ripulire la terra, con le mie stesse mani. E posso raggiungerti, con le mie stesse mani. Lo renderò un posto più luminoso. Lo renderò un posto più sicuro. Aiuterò la razza umana con le mie stesse mani.» È un invito a prendere in mano la personale responsabilità e a compiere il proprio dovere per costruire un mondo migliore. Questo brano è una dichiarazione di speranza e di fiducia nel potere dell’individuo di compiere la differenza. Ogni gesto, pur piccolo che sia, può contribuire a creare un impatto significativo.

  La testimonianza deve essere anche sociale

Brothers in arms dei Dire Straits è una canzone iconica del 1985, scritta dal front man della band, Mark Knopfler. La canzone è famosa per il suo suono riconoscibilissimo e per il suo potente messaggio di pace e di riflessione sulle conseguenze della guerra. La storia raccontata nella canzone parla di soldati impegnati in conflitti armati e dei legami stretti che si formano tra di loro durante il caos e la paura della battaglia. Infatti il termine brothers in arms si riferisce ai soldati che diventano dei compagni di combattimento, fianco a fianco, sostenendosi a vicenda in momenti di necessità estrema. «Questa nebbia copriva le montagne. Sono la mia casa adesso per me. Ma la mia casa è la pianura e sempre sarà. Un giorno tornerai alle tue valli e alle tue fattorie. Non ti incendierai più nell’essere commilitoni. Attraverso questi campi di distruzione: battesimi di fuoco. Sono stato testimone della tua sofferenza mentre la battaglia infuriava e anche se mi hanno fatto così male, nella paura e nel pericolo non mi hai abbandonato. I miei fratelli d’armi. Ci sono così tanti mondi diversi. Tanti soli diversi e abbiamo un solo mondo, ma viviamo in luoghi diversi.»

La canzone ancor oggi è di attualità perché è in grado di raccontare la cruda realtà della guerra e fa riflettere sull’impatto devastante che essa ha sulla vita umana e sulle relazioni interpersonali. Ci porta a pensare quando un uomo è costretto ad uccidere un altro uomo, simile a lui, un possibile fratello in quanto parte dell’umanità. Questa canzone è la testimonianza della fraternità, della solidarietà e della compassione tra coloro che si trovano a fronteggiare situazioni di conflitto e sofferenza.

Anche il rapper italiano Ghali nella sua recente canzone intitolata Casa mia affronta il tema della testimonianza della pace. La canzone è un dialogo immaginario con un extraterrestre dotato di “occhi puri” con cui osserva il mondo. Occhi che vorrebbe anche il rapper milanese che invece si manifesta come immerso nella società iperconnessa e nel presente dominato da interessi privati e conflitti bellici. «Mi manca la mia zona. Mi manca il mio quartiere. Adesso c’è una sparatoria. Sempre stessa storia. Ma come fate a dire che qui è tutto normale. Per tracciare un confine con linee immaginarie bombardate un ospedale. Per un pezzo di terra o per un pezzo di pane. Non c’è mai pace.» L’extraterrestre però invita Ghali a guardare la grande bellezza che c’è intorno a lui, la bellezza della natura e dei sogni non ancora infranti.

La testimonianza della pace contenuta nelle canzoni è un tema di straordinaria attualità e importanza che può permettere alle nuove generazioni di superare le barriere che ci dividono e creare un mondo migliore, più unito e pacifico.

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