Vedendo la folla, salì sul monte, si mise a sedere, e i suoi discepoli gli si avvicinarono.
Gesù, vedendo la gente che ti seguiva, povera ed emarginata, ti sei commosso fino al midollo, hai cercato un luogo strategico per parlare con loro e confortarli, sei salito sul monte dove sei stato tante volte solo con il Padre.
Una grande folla ti seguiva vicino a Cafarnao, ma solo i tuoi “discepoli si sono avvicinati” per ascoltarti più da vicino. Volevano sentire quelle stesse parole che il Padre ti aveva detto nell’intimità, che rivelavano i segreti del Regno.
Quando ogni giorno ascoltiamo la tua Parola, ti ascoltiamo con le orecchie e con il cuore dei discepoli? Cosa ci dici oggi, Maestro?
E, presa la parola, insegnò loro, dicendo:
Gesù, i tuoi discepoli si sono avvicinati aspettando parole di vita eterna… Avevi l’autorità del “Maestro”, non eri come gli altri rabbini, la tua legge non era di peso o di giudizio, di adempimenti o formalismi, la tua legge ha liberato gli oppressi, guarito i cuori feriti, restituito salute e dignità. Il tuo messaggio ha cambiato la mentalità chiusa del popolo, legata a una legge nazionalista che prevedeva solo un messia politico. Il tuo messaggio era provocatorio e controculturale, ti sei mostrato come Messia universale, venuto non solo per loro, ma dai poveri per tutte le nazioni del mondo.1 Anche oggi siamo invitati ad ampliare la tua missione, in dialogo con la contemporaneità, dai più poveri all’intera umanità.
Riveliamo questo Dio infinitamente misericordioso, che guarda tutte le sue creature con amore tenero e incondizionato, senza differenza di persone? Comunichiamo con i nostri gesti e la nostra vicinanza questo Dio Padre-Madre che ama ogni persona umana nella dignità di essere suo figlio?
Felici…
In realtà, Gesù, non hai pensato molto alla tua felicità. La tua vita ruotava attorno a un progetto che ti ha completamente impegnato, emozionato e che hai chiamato “Regno di Dio”. Eri felice solo quando rendevi felici gli altri. Non sapevi essere felice senza includere gli altri. Perché hai creduto nel “Dio Felice”, amico della Vita e non della morte. Dalla fede in quel Dio, hai rotto gli schemi sociali e religiosi del tuo tempo, annunciando paradossalmente una proposta di felicità sconcertante.2
Il nostro cammino quotidiano di conversione è radicato in una fede ferma e tenace per questo Dio di Gesù?
…coloro che lavorano per la pace…
Gesù, tu sei il Maestro che ci insegna la pace e tu stesso ce la doni: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace, non come la dà il mondo”. La pace è il frutto dello Spirito Santo che Tu ci hai mandato. Tu stesso ti sei impegnato per la pace fino al punto di dare la tua vita e sul monte delle Beatitudini hai annunciato che quella pace è possibile non solo dopo la morte, ma qui e ora, se lavoriamo fedelmente e pazientemente per un mondo più felice per tutti. Vuoi contare su di noi, come costruttori e artigiani di pace, nella cura degli altri, nella solidarietà e nella perseveranza, dove la forza e la gioia si rinnovano con una profondità inaspettata. Tu sogni un’umanità in pace, impegnata per il bene comune.
In che misura siamo impegnati nella ricostruzione della convivenza umana a partire dal Vangelo della Pace?
…perché saranno chiamati figli di Dio.
Gesù, sembra davvero folle e inconcepibile chiamare felice chi, oggi, vive sommerso in conflitti armati, terrorizzato da un’insicurezza e da una violenza che non finisce mai, chi è afflitto da maltrattamenti, diffamazione e persino tortura; chi soffre per l’apatia e l’invisibilità della propria sofferenza, chi lotta per la pace e rischia persino la vita per salvare la vita degli altri. In questo tempo incerto e travagliato, Gesù, risuonano le tue parole promettenti, che animano la nostra instancabile lotta per la pace.
Siamo “figli di Dio, l’Amico dei sofferenti”, portiamo nel nostro essere la tua stessa impronta, che ci spinge a vivere come Te, a non essere indifferenti alla sofferenza degli altri. Il grido dei giovani, dei poveri e della terra ci interpella. Non vogliamo metterli a tacere, ma far risuonare ancora più forti quelle grida, affinché coloro da cui dipende il destino del popolo possano ascoltarle. Non possiamo essere insensibili al dolore così lacerante dei “crocifissi” di oggi e ci impegniamo per la loro liberazione e il rispetto della loro dignità. Sappiamo, Gesù, che Tu sei al nostro fianco e ci educhi ad essere artefici della tua Pace per rendere il nostro mondo un luogo più umano, vivibile e felice per tutti. Vogliamo essere la tua Chiesa, impegnata per la riconciliazione e una pace duratura, di fronte a tutte le discordie e gli scontri. Se viviamo alla tua maniera, Gesù, ti sentiremo dire con gioia: Benedetta la mia Chiesa perché sarà chiamata FIGLIA DI DIO!