La Pace… “è cosa di cuore”

Female hands with paper dove and heart on color background. International Day of Peace

Per molti, l’idea di pace è legata a una visione riduttiva che attribuisce ai governi la responsabilità esclusiva di garantire ai cittadini le condizioni necessarie per un’esistenza vivibile e dignitosa. Ma è sufficiente? Assolutamente no! Un ruolo strategico, indispensabile per creare una cultura della pace, è e sarà sempre quello dell’educazione. La grande pedagogista Maria Montessori era convinta che “Costruire la pace è l’opera dell’educazione, la politica può solo evitare la guerra”. Cosa, se non l’educazione, è in grado di trasmettere quel mondo di valori che sostengono relazioni serene e armoniose? Non si può improvvisare la capacità di dialogo costruttivo per superare gli inevitabili conflitti,
l’impegno fattivo nella ricerca di una società più giusta e inclusiva. È un processo che si apprende nell’arco di tutta la vita, che contribuisce alla crescita della persona e della comunità attraverso una sempre nuova consapevolezza della responsabilità verso l’altro: il rispetto, l’empatia, la capacità di interazione, di cooperazione sono qualità che contraddistinguono una sincera ricerca del bene comune da portare avanti con pazienza, tenacia, mitezza. Non sono altro che valori evangelici, sono la via insegnata dal Maestro per eccellenza che affida oggi a noi, proprio come un tempo a Don
Bosco e a Madre Mazzarello, la missione di affrontare con coraggio e resilienza le complesse e articolate sfide all’educazione. Lo stile educativo salesiano ci pone in una posizione privilegiata nell’opera di costruzione della cultura della pace, oggi quanto mai necessaria e urgente. Le innumerevoli
risorse del Sistema Preventivo ci incoraggiano a riscoprire il valore della ‘presenza salesiana’, la comunicazione non ostile, le dinamiche di sana gestione dei conflitti, l’inclusione, la solidarietà. E
soprattutto ci ricordano che “l’educazione è cosa di cuore”, quel cuore che mobilita anche la mente, risveglia le energie e sa trovare sempre la strada giusta per andare incontro agli altri con benevolenza, astenendosi da giudizi, cercando di “Capire, accarezzare, confortare le fragilità” (Papa Francesco). Riconoscere la fragilità, la vulnerabilità come parte integrante della nostra natura umana e, quindi, come componente da considerare in qualsiasi relazione, ci apre a una sensibilità nuova che si
traduce in vicinanza, cura, amore, solidarietà. Non dimentichiamo che l’educatore salesiano sa guardare prima di tutto nel suo “cuore” per lasciare spazio al Dio della Pace e per poter raggiungere il “cuore” dei
giovani che, in un mondo segnato da una forte crisi di interiorità, vivono un senso di smarrimento, di difficoltà relazionale con se stessi e con gli altri e hanno bisogno di chi si prenda cura di loro, susciti domande di senso per aiutarli a vivere la vita in modo autentico, crescendo come persone e come cittadini attivi e responsabili di un mondo di Pace.

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