La pace tra generazioni: utopia?

C’è ancora un sassolino che vorrei togliermi dalla scarpa prima di chiudere l’argomento PACE. Un sassolino che a dir la verità non è poi tanto piccolo: ha le dimensioni di una pietra, di un mattone sullo stomaco. Dato che non ho nulla da perdere, me lo tolgo, e lo faccio per dare voce – ne sono sicura – a tutte le suore della mia generazione. Che apprezzeranno. Oh, sì! E spero che mi scrivano una di quelle belle lettere su carta che si usavano una volta per dirmi: “Brava Camilla! Quando ci vuole ci vuole!”

Dunque: la pace, questa benedetta pace che cerchiamo, che speriamo, che auspichiamo, dicono, giustamente, che si realizzi attraverso l’educazione. Ma a miei tempi l’educazione era cosa di cuore, adesso è cosa di macchine, di computer, di connessioni, di ‘ciat’! Una volta c’era il cortile per stare con i giovani e tra noi, e parlarsi, oggi c’è la rete! Una volta c’era la parolina all’orecchio adesso c’è la faccina sul cellulare! Mi sento un marziano! Oggi si fa tutto con quegli arnesi di cui noi anziane non capiamo nulla. E siamo tagliate fuori! 

E il bel trinomio di don Bosco: RAGIONE RELIGIONE AMOREVOLEZZA sembra essere diventato: INTERNET CONNESSIONE VIDEOCONFERENZA! Senza connessione non si fa più nulla! Persino in chiesa le nuove generazioni pregano con il cellulare in mano! Ma si può? Così a noi, povere suore “vecchia maniera”, non ci dicono neppure più le pagine dove trovare i salmi. Essere in comunione le une con le altre è diventato essere connesse le une alle altre. E allora noi anziane che la connessione non ce l’abbiamo siamo tagliate fuori! Altro che essere in pace tra noi! Siamo lasciate in pace, questo sì, perché non sappiamo più muoverci in questo labirinto della tecnologia. E non serviamo più a nulla! La forza delle connessioni? Noi non ce l’abbiamo! Abbiamo la forza delle novene, delle ginocchia e delle coroncine! I miei nipoti volevano regalarmi un cellulare, ma io ho detto categoricamente di no. I fondatori lo hanno avuto? No! E allora lasciatemi morire senza ‘wuosap’, senza faccine e cuoricini! Per la connessione con Dio mi basta un segno della croce e nessuna password! 

Un giorno mi hanno detto che per prenotare la mia visita dal reumatologo non si poteva più telefonare al medico e neppure andare allo sportello. O bella! Ero disperata. Allora ho chiamato una suora giovane e le ho esposto il mio problema! Lei ha tolto dalla tasca (quella in cui io ho il fazzoletto e la corona del rosario) il suo telefonino e senza parlare con nessuno, senza uscire di casa, di domenica, in meno di un quarto d’ora, mi ha detto che la mia visita era stata fissata: luogo, giorno, ora, nome del medico, costi. L’ho guardata un po’ di traverso! Mi sono detta: Ma vuoi vedere che questa qui si prenota il Paradiso e ci arriva magari prima di me e più in alto di me? E da quel giorno la pace l’ho persa quasi del tutto e ho telefonato ai miei nipoti…

PS: per tutti i termini astrusi che ho usato mi sono fatta aiutare da una suora giovane. Non crediate che io sia così aggiornata, eh!

Parola di Camilla!

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