Quali segni di speranza nella tua missione?

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…in Africa

Sono Suor Giusi Bechero, missionaria originaria di Torino. Attualmente mi trovo nell’Ispettoria Africa Equatoriale (Cameroun, Congo Brazaville; Gabon, Guinea Equatoriale), dove sono arrivata 15 anni fa e la mia prima destinazione è stata Yaounde in Camerun, precisamente a Mimboman. È stata un’esperienza molto bella perché quando sono arrivata ho potuto vivere la mia missione collaborando con la famiglia salesiana e questo mi ha permesso di conoscere facilmente la cultura di questo popolo e anche di conoscere più in profondità la famiglia salesiana.

Una delle esperienze più belle che ho vissuto è stata in Congo Brazaville, Repubblica a Sud del Congo, dove da cinque anni abbiamo una nuova casa, abbastanza grande, da subito aperta all’accoglienza dei giovani che, però, inizialmente avevano paura di venire perché la casa si trova in una zona dove c’è stata la guerra. La nostra accoglienza ha dato fiducia alla gente e Maria Ausiliatrice è arrivata in questa zona, in questo popolo per unire le persone e aiutarle a vivere nella pace.

Un’altra esperienza commovente, vissuta in Guinea Equatoriale, è stata la morte di Suor Pilar Alvarez, di 98 anni, dopo 40 anni trascorsi in mezzo alla gente fino all’ultimo respiro. Il giorno del funerale è stato per noi la festa della vita, l’espressione del grazie del popolo e, soprattutto, del Governo. Insieme al Presidente è venuta la moglie, ex alunna di Suor Pilar. Constatare questa unità della Chiesa e dell’Istituto con il governo mi ha dato tanta speranza.

Anche la presenza costante dei benefattori mi aiuta a vivere con passione il carisma. L’Africa cresce grazie a due polmoni: il polmone più grande è la comunità locale dove ci sono le consorelle, tanti laici impegnati, giovani famiglie; l’altro è quello dei benefattori locali e del mondo intero, presenti con l’amicizia, la fraternità l’aiuto spirituale e l’aiuto materiale. Vorrei lasciare un messaggio a tutti i giovani, consorelle o confratelli, che sognano di partire in missione con due parole del Papa contenute nel messaggio del 2024: rispetto e gentilezza. L’esperienza di questi anni di missione mi ha insegnato che davvero ci vuole tanto rispetto per la cultura del luogo, è necessario arrivare in punta di piedi, guardare, ascoltare per comprendere; ed è necessario essere gentili per vivere l’atteggiamento più salesiano, l’amorevolezza, per vivere in profondità quello che Don Bosco ripeteva ai confratelli e alla gente: studia di farti amare!

Video della testimonianza

…in America

Mi chiamo suor Mercedes Jiménez e provengo dall’Ispettoria “Sacro Cuore di Gesù” in Ecuador, dove ho lavorato per 30 anni con gli Shuar, nelle missioni dell’Amazzonia. Fin dall’inizio della mia vita religiosa avevo chiesto di essere missionaria, ma il Signore mi ha fatto aspettare. Ora mi trovo a Cuba, sono arrivata nell’Ispettoria San José Antilles (Cuba, Santo Domingo e Portorico), nella Repubblica Dominicana, il 19 ottobre 2020. L’ispettrice e tutte le suore mi hanno riservato una calorosa accoglienza salesiana. Sono rimasta in casa ispettoriale per sette mesi e, dopo aver ottenuto la documentazione necessaria, sono arrivata nella mia destinazione, L’Avana, il 18 maggio 2021, durante il periodo di quarantena. Nella casa dell’Immacolata Concezione ho trascorso cinque giorni e il 23 maggio sono arrivata in comunità dove erano riuniti anche i salesiani per condividere il pranzo della festa di Maria Ausiliatrice. Ed è stato anche un momento di festa per il mio arrivo. Ringrazio il Signore per questa accoglienza fraterna e spero anche di essere in comunità un segno di gioia, pace e lavoro.

In questa missione mi dedico ai bambini dai due ai cinque anni per accompagnarli nel cammino di formazione cristiana. Anche se sono molto piccoli, sono loro che portano l’evangelizzazione nelle loro famiglie perché è un luogo di comunismo. L’evangelizzazione è davvero difficile, ma ci sono persone che apprezzano la nostra educazione e ci affidano i loro figli. Ho anche accompagnato, durante la Settimana Santa, le persone povere a tutti i livelli: mancano le medicine, manca il cibo e manca anche la Parola del Signore.

Il lavoro dei missionari è molto bello e molto interessante perché porta realmente il Vangelo di Cristo a tutte le persone che ne hanno più bisogno. Non è facile, ma non è nemmeno difficile se stringiamo le mani di Gesù e di Maria, senza paura. Così, come dice Madre Mazzarello, i pesi diventano più leggeri e possiamo portare l’Annuncio dove il Signore vuole inviarci.

Video della testimonianza

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