L’esperienza sinodale a Valdocco, al Colle Don Bosco e a Mornese ha segnato la fine di un lungo processo, preceduto da mesi di pianificazione. L’incontro a livello mondiale è stato più di una semplice conferenza; è stato una viva testimonianza della potenza delle voci giovanili, oltre che un faro di speranza per il futuro del Movimento Giovanile Salesiano (MGS) nella Chiesa e nella società in generale. Questa assemblea di circa 400 giovani provenienti da 93 Paesi, in rappresentanza di culture ed esperienze diverse, è stata un esempio convincente di sinodalità in azione, che rispecchia l’enfasi generale della Chiesa sulla partecipazione dei giovani.
Il programma del nostro sinodo rispecchiava le legittime preoccupazioni, i desideri e le aspirazioni dei giovani. Le celebrazioni, vissute nei luoghi chiave salesiani di Valdocco, Colle Don Bosco e nel pellegrinaggio a Mornese, hanno dato all’occasione un significato storico e spirituale. Questi luoghi, fortemente legati al carisma salesiano, hanno offerto uno scenario stimolante per la riflessione e il discernimento. Valdocco, luogo originario dell’oratorio salesiano, Colle Don Bosco, luogo di nascita di Don Bosco, e Mornese, luogo di nascita di Madre Mazzarello e della fondazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ci hanno fatto riflettere sul significato di una vita di speranza indipendentemente da ciò che il proprio background può offrire nella propria educazione. Questi ambienti non sono stati dei semplici luoghi, ma spazi colmi dello spirito dei Fondatori, che hanno incoraggiato i partecipanti a riconnettersi con le radici della missione salesiana e a trarre forza dalla sua dinamica eredità.
La spiritualità giovanile salesiana
Il sinodo è stato organizzato e condotto secondo la spiritualità giovanile salesiana: una spiritualità su misura dei giovani, una spiritualità quotidiana che propone la vita ordinaria come luogo di incontro con Dio, una spiritualità “pasquale” della gioia nell’azione, che sviluppa un atteggiamento positivo di speranza, una spiritualità dell’amicizia e della relazione personale con Gesù, una spiritualità della comunione ecclesiale, del servizio responsabile, una spiritualità mariana.
Questa spiritualità è stata chiaramente visibile e vissuta durante il Sinodo dei giovani, che ci ha coinvolto attivamente nella condivisione in piccoli gruppi per approfondire meglio e discutere su temi critici. Il confronto non è stato un semplice scambio di punti di vista, ma occasione di discernimento collettivo, in cui i partecipanti si sono ascoltati a vicenda, hanno condiviso le proprie esperienze e hanno collaborato per articolare una visione comune. Questo processo di elaborazione collaborativa è stato fondamentale per lo sviluppo del documento finale. Il testo non è stato prodotto da pochi eletti; piuttosto, è nato dalla saggezza collettiva dei giovani presenti, assicurando che esprimesse accuratamente la loro visione e i loro obiettivi condivisi. Oltre ai momenti formativi, siamo stati coinvolti nei momenti di celebrazione e di preghiera, nelle ricreazioni libere in cui potevamo incontrarci l’un l’altro.

Una famiglia globale: incontri e scambi
Uno degli aspetti più arricchenti del sinodo è stata l’opportunità di incontrare altri giovani e salesiani (SDB e FMA) provenienti da varie parti del mondo. La condivisione di storie, la conoscenza di culture diverse e la ricerca di un terreno comune hanno creato un forte senso di appartenenza a una famiglia globale. Questi confronti hanno superato i limiti geografici e le barriere culturali, formando legami di solidarietà e comprensione reciproca. I partecipanti hanno riconosciuto di essere parte di qualcosa di più grande di loro: un movimento globale per la crescita e la formazione dei giovani. Questi scambi hanno aperto prospettive, sfidato ipotesi preconcette e migliorato l’esperienza sinodale nel suo complesso. In un mondo colpito da guerre, violenze e divisioni, il Sinodo Salesiano dei giovani è una testimonianza del mondo che desideriamo e sogniamo come Giovane Generazione.
Tornare a casa: condividere la fiamma
Il Sinodo non è stato un evento isolato, ma è servito da catalizzatore per il cambiamento. I partecipanti sono stati esortati a portare la scintilla della loro esperienza nelle loro comunità, condividendo i loro pensieri e la loro passione con i loro coetanei, le loro famiglie e gli ambienti salesiani locali. Questo effetto a catena è fondamentale per l’efficacia a lungo termine del sinodo. Assicura che l’energia e le idee sviluppate a Roma si traducano in azioni pratiche sul campo, mettendo i giovani in condizione di essere agenti di un buon cambiamento nelle loro comunità. Il sinodo non si è limitato a ciò che è accaduto in Italia, ma ha riguardato anche ciò che sarebbe accaduto dopo, nella vita dei partecipanti e delle comunità che rappresentavano.
Segni di Speranza

L’esperienza del Sinodo dei giovani fornisce diversi indicatori di speranza:
Giovani responsabilizzati: Il Sinodo ha dimostrato la forza dei giovani nel contribuire in modo significativo alle discussioni sulla loro vita, sulla Chiesa e sul mondo quando viene data loro voce.
Rinnovata vitalità: L’entusiasmo e la passione dei partecipanti indicano un’esperienza rivitalizzata per il MGS, così come una forte dedizione alla missione salesiana.
Un’esperienza sinodale: L’evento è stato guidato secondo lo spirito sinodale che riguarda la comunione, la partecipazione e la missione. Possiamo ascoltare e condividere e arrivare a una visione comune, indipendentemente dalle nostre differenze.
Connettività globale: Il sinodo ha dato luce e significato alla connettività globale della famiglia salesiana di Don Bosco, che implica il superamento delle differenze, l’abbraccio reciproco, specialmente con coloro che sono in difficoltà, il lavoro per la pace e la giustizia.
Futuri leader: L’esperienza ha coltivato i futuri leader nella Chiesa e nella società, poiché ha fornito ai giovani le competenze e la fiducia necessarie per assumere ruoli di leadership.
Risultati pratici: Il testo finale, sviluppato attraverso la deliberazione di gruppo, indirizzerà la direzione futura del MGS e motiverà attività specifiche sia per gli educatori e collaboratori sia per la Famiglia Salesiana che ha il ruolo di lavorare con e per le giovani generazioni. Questo è un segno di speranza, perché tutti noi possiamo trarre riflessioni da ciò che i giovani di tutto il mondo hanno condiviso. Il Sinodo Salesiano dei giovani è stato soprattutto un’esperienza trasformativa di interazione, discernimento e visione comune. È un segno di speranza non solo per il Movimento Giovanile Salesiano, ma anche per la Chiesa in generale, che dimostra il potere trasformante dell’accompagnamento e del cammino con i giovani nella realizzazione del sogno che Dio ha per ciascuno di loro.