L’approccio educomunicativo consente uno sguardo ampio sulla questione ambientale, partendo da una prospettiva inter e transdisciplinare, tenendo conto anche degli aspetti sociali, economici e politici. La prospettiva educomunicativa favorisce lo sviluppo del senso critico verso le istituzioni, i soggetti e i fattori sociali che generano rischi e conflitti socio-ambientali e ricerca strategie pedagogiche per affrontare tali conflitti, avendo come punto di partenza l’esperienza della cittadinanza e la riflessione sulle politiche pubbliche finalizzate alla gestione democratica dell’ambiente (Layrargues, 2006).
Non è possibile discutere la questione ambientale senza tener conto degli aspetti sociali, politici ed economici che vi sono interconnessi. Il modello di produzione e consumo e le relazioni che da esso si innescano, devono essere ripensati. L’educazione socio-ambientale vuole riflettere sulle forme dominanti di sfruttamento, l’appropriazione e la distribuzione delle risorse naturali, la netta differenza tra ricchi e poveri, le politiche neoliberiste che aggravano la situazione di povertà e ingiustizia sociale in cui vivono migliaia di esseri umani. In questo modo, l’educazione socio-ambientale cerca di pensare a un nuovo modello di società, con profonde trasformazioni nei sistemi di produzione e consumo, nelle relazioni sociali e nell’organizzazione politica (Vila-Merino, Caride Gómez, & Buxarráis Estrada, 2018).
Nel corso degli anni si è affermato in tutto il mondo un modello di società basato sulla crescita economica, ovvero “più produci, più vendi e più ricchezza accumuli”. Tuttavia, i cambiamenti climatici e l’intero contesto sociale hanno dimostrato che questo modello è insostenibile. È in questa prospettiva che l’ONU ha proposto gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, attraverso l’Agenda 2030 (UNESCO, 2015), adottati da tutti gli Stati Membri delle Nazioni Unite nel 2015. Come sottolineato dall’UNESCO (2020), l’educazione allo sviluppo sostenibile deve basarsi su tre dimensioni: un’azione trasformatrice che richiede il coinvolgimento di ciascuno; i cambiamenti strutturali che rivelano le radici profonde di situazioni di povertà e vulnerabilità; e lo sviluppo tecnologico che porta progressi e nuove sfide.
L’area di intervento dell’Educazione Socio-Ambientale, dunque, si colloca in questo contesto di riflessione critica di fronte a una società che soffre il degrado ambientale ed esclude migliaia di persone dallo sviluppo umano e sociale. In una linea educomunicativa si può parlare anche di Ecologia Integrale, visto che l’Ecosistema è costituito dal rapporto tra ambiente e società. Questa idea di Ecologia Integrale è una proposta sollevata con grande insistenza da Papa Francesco, secondo il quale: “Non ci sono due crisi separate: una ambientale e l’altra sociale; ma un’unica e complessa crisi socio-ambientale”. (Francesco 2015)
Questo sguardo umanista sulla realtà, da una prospettiva di Ecologia Integrale, è un’opportunità per ripensare l’attuale stile di vita che si è rivelato a dir poco insostenibile. È interessante osservare che un’educazione integrale non separa ragione, religione e affetti, perché l’essere umano è un insieme complesso e interconnesso. Quando tutte le istituzioni assumono un atteggiamento critico e riflessivo, proponendo valori, etiche e impegni per lo sviluppo sostenibile della società, è più facile creare alleanze, cambiare atteggiamenti e avanzare movimenti che cercano la trasformazione della società.
In un mondo segnato dall’indifferenza verso l’altro, dall’individualismo consumistico e da un relativismo dei valori, l’educazione emerge come “un atto di speranza che invita alla partecipazione, trasformando la logica sterile e paralizzante dell’indifferenza in una logica diversa, capace di accogliere la nostra comune appartenenza” (Francesco, 2020).
L’educomunicazione, proprio perché opera nel campo del rapporto tra Comunicazione ed Educazione, può contribuire enormemente all’educazione delle nuove generazioni, alla formazione dell’opinione pubblica e all’impegno di un maggior numero di persone nelle tematiche socio-ambientali in un’ottica di lo sviluppo sostenibile della società.
Sebbene la questione socio-ambientale sia un contenuto curriculare su cui generalmente si lavora nelle scuole, come ambito di intervento educomunicativo, incoraggia azioni più ardite, come:
- Progetti in ottica di tutela dell’ambiente, riciclaggio, utilizzo dell’acqua, cura degli spazi sociali, progetti di rimboschimento, cura e trasformazione di piazze, sorgenti o altri spazi pubblici;
- Uso dei media per promuovere la consapevolezza ambientale e una cultura della cura, del giornalismo e dell’attivismo ambientale;
- Riflessioni, studi e lavori sul rapporto tra crisi ambientale e crisi sociale, questioni sulla produzione agricola e il problema della fame nel mondo, distribuzione della produzione alimentare e filiere produttive, questione agraria e conflitti nelle campagne, distribuzione e accumulazione del reddito;
- Progetti finalizzati alla riflessione e all’azione in vista del riscaldamento globale, cambiamento climatico, impatti del riscaldamento globale sul clima locale, nazionale e mondiale, relazione tra cambiamento climatico e problema della fame, penuria alimentare, desertificazione, disastri naturali;
- Progetti finalizzati alla riflessione tra la questione ambientale e la città, la mancanza di urbanistica, la localizzazione delle periferie, le condizioni di vita, i servizi igienici di base, la distribuzione dell’acqua potabile, i trasporti pubblici e la mobilità urbana, i rapporti tra la periferia e il centro, ecc.
Allargare l’orizzonte…
Agenda 2030: L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o traguardi. Scopri di più visitando il link: https://unric.org/it/agenda-2030/
RedEducom: Un progetto che cerca di articolare i processi, le aree di intervento e gli assi trasversali dell’Educomunicazione nello sviluppo integrale e solidale di bambini e adolescenti in America Latina e nei Caraibi, sviluppato attraverso una partnership tra la Conferenza Episcopale Italiana, la Conferenza Episcopale Consiglio dell’America Latina (CELAM), Associazione latinoamericana e caraibica di comunicazione cattolica (Signis ALC) e Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA). Per saperne di più, visita: https://www.rededucom.org/
AbpEducom: L’Associazione Brasiliana di Educomunicazione è stata fondata nel 2012, funzionando come una rete di prassi educomunicative, mettendosi al servizio di professionisti e ricercatori nel nuovo campo, affinché dialoghino tra loro, in condizioni di parità, a beneficio di sul campo, in tutto il Brasile. Rede Salesiana Brasil è una delle istituzioni associate, per saperne di più visita: https://abpeducom.org.br/
Libro “I mezzi di comunicazione come diffusori del cambiamento climatico”. Questo libro è una raccolta di articoli, in cui diversi ricercatori nel campo della comunicazione e dell’educazione affrontano il rapporto tra comunicazione digitale e cambiamento climatico. Si tratta di articoli scientifici che approfondiscono i temi attraverso ricerche e studi effettuati. Vi si può accedere attraverso il link: https://egregius.es/catalogo/los-medios-de-comunicacion-como-difusores-del-cambio-climatico/