Spesso questa esperienza di “Chiesa in uscita” si realizza insieme a padre Zdzislaw Ksiazek, sdb, per raggiungere comunità indigene fino a circa 40 km di distanza.
Ogni visita è uno spazio di formazione per gli agenti pastorali, è accompagnamento e condivisione della vita con le comunità cristiane. Questo ministero itinerante richiede, generalmente, la permanenza di due o tre giorni.
Le quattro comunità dell’Alto Paraguay attuano la pastorale dell’ascolto di bambini e giovani, indigeni, famiglie, anziani e malati. Le suore si prendono cura della casa, perché sia accogliente, e in particolare dell’orto biologico, che rifornisce di frutta e verdura la comunità religiosa, felice di condividere con i più bisognosi ciò che Madre Terra dona generosamente, dopo un’attenta cura, in sintonia con la Laudato si’.
Allo stesso modo, suor Martina González, coordinatrice pastorale nella scuola agraria Monseñor Alejo Ovelar, a Ñu Apu’a, afferma: “Abbiamo fatto un lavoro intercomunitario molto forte per prenderci cura dell’acqua nelle cisterne, tajamares e lagune, per evitare incendi, per prenderci cura degli animali selvatici, della cooperazione e della solidarietà tra gli abitanti, per promuovere e valorizzare ogni cultura attraverso la condivisione in un ambiente multietnico e multiculturale.”
L’Alto Paraguay fa parte di una regione nota come Chaco Paraguayo, una pianura tra i 300 ei 600 metri sul livello del mare. La prolungata siccità seguita da piogge torrenziali è una caratteristica peculiare della zona, modificata dai cambiamenti climatici. Gruppi indigeni di Moskoy, Ayoreos e Ishir sono presenti nel territorio vicino al fiume Paraguay, dove ogni villaggio mantiene in qualche modo il suo modo di vivere e le sue tradizioni. Questi paesi sono i più colpiti dai cambiamenti climatici, la prolungata siccità rende difficile la sopravvivenza, la possibilità di trovare il cibo che la natura offre come miele, frutta e animali selvatici.
In uno studio del 2014, promosso dalla Andean Development Corporation (CAF) sull’Indice di vulnerabilità e adattamento ai cambiamenti climatici nella regione latinoamericana e caraibica, il Paraguay è stato classificato ad estremo rischio, con un punteggio di 1,58 su scala da 1 a 10. Le grandi alluvioni e le grandi siccità colpiscono l’economia del Paese e hanno un impatto anche sulla salute, con l’aumento delle malattie infettive e delle epidemie. Le inondazioni impediscono la normale circolazione delle persone a causa delle strade impraticabili e nei periodi di siccità l’estrema bassa marea impedisce il transito delle barche. Il cambiamento climatico è una sfida per l’intera popolazione, dai produttori rurali alle popolazioni urbane, ma specialmente per le popolazioni indigene e più povere che dipendono dalle risorse naturali.
Le grandi siccità provocano anche il rischio di incendi, che devastano campi e foreste minacciando l’estinzione di alcune specie e compromettendo la biodiversità locale. La massiccia deforestazione contribuisce fortemente al cambiamento climatico, incidendo sulla vita delle comunità locali. In queste comunità l’accompagnamento è molto importante per affrontare sfide così grandi.
I problemi locali sono molto complessi, sono anche il risultato di una crisi ambientale globale e richiedono uno sforzo congiunto tra le autorità civili, le autorità ecclesiastiche e tutti i cittadini. Il riscaldamento globale non è una teoria accademica sul lontano futuro, piuttosto è una realtà che si sta già sperimentando in tutto il mondo, con gravi conseguenze soprattutto per le popolazioni più povere che dipendono maggiormente dalle risorse naturali e dall’equilibrio degli ecosistemi locali.