Intervista a Pina Del Core, fma
Nel contesto contemporaneo ci sono tante sfide per la vita consacrata. Quale scenario formativo emerge e quali orizzonti generativi interpellano l’Istituto FMA?
«Molte sono le sfide poste alla vita consacrata dalla complessità del mondo contemporaneo in questo momento storico di emergenza a tutti i livelli. La mega-crisi che si è abbattuta sull’umanità a causa di questa pandemia terribile e violenta sta scuotendo in profondità il mondo intero e non si conoscono quali saranno gli esiti sulle persone e sulle istituzioni, sulle dinamiche sociali, economiche e politiche. Ne resta fortemente interpellata anche la vita consacrata, che, oltre alla crisi pandemica, si ritrova a vivere anch’essa un tempo di prova. Sfidare la complessità in un’epoca di grandi incertezze e gestire il vortice incontrollabile dei mutamenti culturali con le conseguenti implicanze sulle scelte e sugli stili di vita, è un compito arduo e rischioso. Ogni scelta, educativa o pastorale, carismatica o formativa è divenuta più difficile e problematica e non è facile discernere o prendere decisioni per il futuro sempre più imprevedibile. Solo “insieme”, come esorta Papa Francesco, si potrà uscire dall’emergenza divenuta ormai esistenziale e spirituale. Abbiamo bisogno di trovare Qualcuno o qualcosa che ci aiuti ad affrontare insieme rischi e pericoli, angosce e paure, che incoraggi a non perdere la speranza, ma a dimorare fiduciosi gli uni accanto agli altri, prendendoci cura reciprocamente, dando spazio a nuovi significati del vivere, a nuovi progetti e desideri, e generando nuovi figli e figlie di cui prenderci cura.
La sfida più grande allora per la vita consacrata e, in particolare per l’Istituto FMA con il suo peculiare carisma educativo, è quella di tornare ad essere «comunità generative», a re-imparare la grammatica delle relazioni, a ritrovare un nuovo paradigma che ci faccia vivere e lavorare insieme in nome del Vangelo, a servizio della vita dei giovani, specie dei più piccoli e più poveri.
Cosa significa e cosa comporta concretamente essere generative? Siamo dinanzi a uno dei nodi più cruciali dell’oggi, ma che in modo ‘antico e sempre nuovo’ costituisce una delle tensioni polari attorno a cui si struttura la vita umana. Ed è la linea che Papa Francesco sta tracciando – dalla Laudato si’ alla Fratelli tutti – come antidoto all’individualismo e al consumismo delle nostre società: l’essere, cioè, in relazione, immersi in reti di relazioni, bisognosi gli uni degli altri, come famiglia, come comunità, come popolo, reciprocamente collegati da legami sociali e di appartenenza, solidali e aperti all’amore di Dio, Padre di tutti.
Essere generativi, sia come persone che come comunità, comporta non solo la trasmissione della vita e dei valori che danno senso alla vita. Generare non è soltanto un’azione biologica e sociale o pedagogica, ma si estende a tutti gli ambiti dell’umano.
Essere generativi comporta non solo la generazione del nuovo, la flessibilità dinanzi alla complessità della società, ma soprattutto la capacità di lasciare un segno nel mondo, attraverso la cura e la preoccupazione attiva per le nuove generazioni, creando e lasciando in eredità nuove fonti di significato e di valore.
La generatività, quale caratteristica tipica della persona adulta e matura, è stata descritta dallo psicologo E. Erikson come la capacità di creare nuove vite, di portarle allo sviluppo della loro personalità, in grado di distaccarsi da chi le ha generate; e ancora di produrre e dar vita a opere d’ingegno e di cuore, anch’esse da condurre alla maturità, cioè in grado di sussistere e andare avanti anche senza di lui: l’uomo diventa così «padre», e la donna «madre», in senso fisico e spirituale. Guardando al futuro l’adulto amplifica dentro di sé il desiderio di contribuire alla crescita degli altri e della società offrendo il suo personale apporto e assumendosi la responsabilità nei confronti dell’umanità, mediante la cura, l’interessamento, l’investimento delle proprie risorse ed energie. E ciò non solo nei confronti di quello che ha generato o costruito. La generatività, per Erikson, è anzitutto la preoccupazione di creare e dirigere una nuova generazione. In tal senso si contrappone alla stagnazione, cioè al ripiegamento in sé stessi privo di ogni utilità per gli altri e la società, all’autoreferenzialità che è sempre sterile. La generatività assorbe in sé i caratteri della procreatività, della produttività e della creazione, e quindi la capacità di generare nuovi individui, nuovi prodotti e nuove idee inclusa una sorta di potere auto-generativo relativo all’ulteriore sviluppo dell’identità» (Erikson, 1987, 85).
Come formarsi e formare ad “essere generativi nel cuore del mondo”?
«Il tempo nuovo e inedito che stiamo vivendo ci prospetta un futuro carico di interrogativi e di incognite, ma anche di opportunità. Quali sono, dunque, le priorità educative di cui farci carico per far crescere le nuove generazioni segnate profondamente da questa difficile emergenza? Quali linguaggi e quali percorsi o processi educativi per ripensare la formazione e riorganizzarla attorno al paradigma della generatività?
Negli scenari formativi futuri e di innovazione della vita consacrata femminile e salesiana la generatività rappresenta l’essenza della formazione in quanto trasforma la persona nella direzione del dono di sé per una fecondità che va oltre se stessa. Chi per vocazione si occupa di educazione apprende dalla vita che educare è generare, è scommessa sul futuro, è capacità di scoprire o creare potenzialità nelle nuove generazioni, è un processo generativo, aperto alla novità, è atto creativo fondato sulla speranza.
La formazione, che per sua natura è trasformativa, è generativa in quanto crea nella persona un dinamismo allargato che smuove e fa convergere risorse e capacità sopite e nascoste, rendendola capace non solo di far emergere nuove progettualità, ma di immaginare e prefigurare il futuro, di costruire ponti e alleanze con gli altri, con la realtà e con Dio. La generatività getta così le basi della cooperazione, della fiducia, del senso condiviso.
E perché la formazione possa diventare strumento sempre più qualificato per aumentare la generatività delle nostre vite nella comunità globale, è necessaria la presenza di un’autorità generativa: questione chiave per la formazione».
Sapremo cogliere questa sfida? In questa prospettiva lasciamoci rimettere in cammino per una riflessione e ricerca condivisa, perché con l’aiuto dello Spirito possiamo individuare percorsi e strategie formative per una nuova rigenerata missione educativa.
Gabriella Imperatore, FMA
gimperatore@cgfma.org