Alla Casa degli Angeli, nella periferia di Bangkok, ogni giorno, si fa esperienza del prendersi cura con tenerezza. Il Centro ospita bambini con varie disabilità, di cui quasi la metà sono abbandonati, altri hanno ancora la loro famiglia e la loro mamma presta servizio nella Casa. Alcuni sono residenti stabili, altri sono ospiti della Casa solo durante il giorno. È una famiglia, dove le mamme imparano ad amare i loro figli in modo più vero, come un’occasione di crescita, di riconciliazione e di pace anche per loro stesse. I bambini ricevono il servizio di fisioterapia e assistenza infermieristica seguono sessioni di sviluppo intellettivo con le maestre e, poi, vengono inseriti nelle attività di gruppo per sviluppare il più possibile le loro potenzialità. È un’occasione di umanizzazione e di evangelizzazione attraverso la tenerezza per dire, con gesti, semplici e concreti, ciò che non si riesce a dire con le parole. Le mamme imparano a tenere pulito l’ambiente, a preparare il cibo adatto alle esigenze dei piccoli (alcuni si nutrono col sondino), a fare la fisioterapia e a prendere decisioni di ordinaria amministrazione riguardo i turni di lavoro e le spese per il menu quotidiano. Imparano a risparmiare qualcosa dal loro salario giornaliero per amministrare in modo costruttivo l’economia della loro casa. Attraverso l’esperienza del ricevere gratuitamente le mamme sperimentano l’abbondanza della tenerezza dell’amore di Dio. La missione, alla Casa degli Angeli, è l’annuncio del Vangelo con il linguaggio della tenerezza, della vicinanza concreta ai più bisognosi.
La tenerezza, più che un sentimento, può costituire un vero antidoto ai comportamenti aggressivi che si verificano in contesti di emarginazione e solitudine.
La pace è frutto dell’amore e della tenerezza. Nel promuovere la pace serve impegno verso la speranza. I veri rivoluzionari della storia, hanno cambiato il cuore, le relazioni e hanno portato la pace ai poveri, costruendo un popolo solidale, lottando per la pace promuovendo la vita. Perché la Pace non sia un’utopia è necessario, però, che tutto ciò parta da ciascuno di noi.
“Per fare la pace ci vuole coraggio, molto di più che per fare la guerra”, ha detto Papa Francesco. Ci vuole il coraggio per dire sì all’incontro e no allo scontro; sì al dialogo e no alla violenza; sì al rispetto dei diritti e no alla schiavitù; sì al bene e no al male!
Gabriella Imperatore, FMA
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