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Viaggiatori del XXI secolo

Marshall McLuhan (1911-1980), Filosofo, Scienziato e Insegnante canadese, un grande visionario, ha rivoluzionato gli anni Sessanta proponendo una teoria sull'influenza e il potenziale dei media della comunicazione sulla realtà. Affermava che, a causa della velocità delle comunicazioni, tutta la società umana avrebbe iniziato a trasformarsi e il suo stile di vita sarebbe diventato simile a quello di un villaggio. 

Grazie al progresso tecnologico, tutti gli abitanti del pianeta iniziavano a conoscersi gli uni gli altri e a comunicare in maniera istantanea e diretta; si trattava di flussi di comunicazione unidirezionali, in cui, come in un villaggio, tutti potevano parlare, comunicare con tutti.

La visione di McLuhan rappresenta il “villaggio globale” ed è l’origine della globalizzazione, un termine molto conosciuto per definire la società attuale; il motivo di tante iniziative nello spazio della comunicazione e della tecnologia che hanno portato alla nascita dei social network, con lo scopo di accorciare le distanze e di avere “tutto” a portata di mano.

Soprattutto a partire dalla seconda metà del XX secolo, questo processo di globalizzazione ha raggiunto dimensioni planetarie e si è rafforzato con fenomeni quali la multiculturalità e le tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione.

Muoversi in questo “villaggio globale” non è facile, è un viaggio di andata e ritorno, tra spazi abitati, periferie, storie, cambi di paradigmi e significati. Il cittadino del 21° secolo è il nuovo viaggiatore, che dovrà preparare bagagli diversi da quelli tradizionali e adattarli al tempo presente. È necessario ridefinire, con nuovi contenuti, il significato di essere “viaggiatore“, perché il viaggio ha una duplice direzione: al cuore dell’essere umano e all’ambiente che lo circonda.

 

Più vado avanti, più mi avvicino a me stesso (Andrew McCarthy).

 

Cosa motiva il viaggio?

All’inizio di un nuovo decennio, le parole acquistano maggiore rilevanza influenzando diversi ambiti a livello mondiale. La Chiesa, e ciascuno dei suoi membri, non possono rimanerne fuori; tantomeno l’Istituto delle FMA. In preparazione al Capitolo generale XXIV, una delle parole rilevanti che sollecita ad una riflessione è Contemporaneità, che nella Circolare 985 presenta bene la Road Map del viaggiatore:

“Il mondo contemporaneo non è solo una categoria temporale, è un rapporto complesso con il tempo stesso per la lettura dell’ambiente sociale, politico, religioso, istituzionale, educativo e culturale in cui si vive. L’uomo contemporaneo è colui che, pur percependo l’oscurità del presente, è in grado di coglierne la luce, di interpretare il proprio tempo rapportandolo al passato, di leggerne la storia e il valore in modo diverso, di trasformarlo da Kronos, un tempo di finitudine, in Kairos, un tempo di salvezza aperto alle sorprese di Dio. Essere consapevoli del momento in cui siamo chiamati a “collocarci” è una condizione per la nostra missione”.

Nella misura in cui si approfondisce e si cerca di comprendere il significato di “contemporaneo“, si parla di costruzione dell’identità, di un nuovo valore del tempo e dello spazio, di un significato differente di ‘casa’, infine, di stare nell’oggi della storia, con l’esperienza e l’apprendimento del vissuto, della memoria. Lasciare da parte le storie locali per trasformarle in un’unica Storia Universale, piena di interconnessioni, è il volto del nuovo umanesimo. Questo è il modo di trasformare il Kronos (il vissuto) in Kairos (il tempo di Dio).

In questa contemporaneità emerge la “cultura digitale”: l’insieme di conoscenze, competenze e capacità, interazioni con i diversi strumenti e media digitali. Essi impattano l’esistenza della persona e la sua relazione con l’ambiente e la società. I nuovi media della comunicazione rendono possibile la comunicazione tra milioni di persone generando una “coscienza collettiva globale”.

Chi vive nell’ambiente digitale non è solo un fruitore, Egli è chiamato ad essere un interlocutore che interagisce, crea, partecipa e promuove nuove conoscenze a livello globale; è questo il nuovo modo di fare cultura, caratteristico degli spazi e piattaforme digitali.

È qui che si parla di influencer, cioè coloro che hanno la capacità di influenzare le persone, provocando reazioni e incoraggiando la costruzione di opinioni attraverso Internet e i media digitali. Molte proposte sono sui social network tanto che le grandi aziende trovano in essi un modo accessibile, veloce e massiccio per fare pubblicità; influenzare il marketing, così viene chiamato.

In ambito cristiano un esempio di influencer sono i racconti di Papa Francesco attraverso Instagram e Twitter che ha milioni di followers. Due religiose spagnole Suor Xiskya Valladares che ha una forte presenza evangelizzatrice sui Social Network ed è la Fondatrice della Rete@iMission delle missionarie nell’era digitale. C’è anche il Sacerdote Daniel Pajuelo, youtuber e rapper.

 

Camminare da soli è possibile, ma il buon camminatore sa che 
il grande viaggio è quello della vita e richiede dei partner (Dom Helder Camer).

 

L’UNICEF, nel presentare il rapporto sullo “Situazione mondiale dell’Infanzia”, Niños en un mundo digital (link https://www.bibliotecaunicef.uy/doc_num.php?explnum_id=189), nel 2017, affermava: “Se adeguatamente sfruttata e universalmente accessibile, la tecnologia digitale può cambiare la situazione dei bambini lasciati indietro – sia a causa della povertà, della razza, dell’etnia, del genere, della disabilità, dello spostamento o dell’isolamento geografico – collegandoli a un mondo di opportunità e dotandoli delle competenze necessarie per avere successo in un mondo digitale.

Ma se non ampliamo l’accesso, la tecnologia digitale può creare nuove lacune che impediscono ai bambini di raggiungere il loro pieno potenziale. E se non agiamo subito per stare al passo con i rapidi cambiamenti, i rischi online possono rendere i bambini vulnerabili più suscettibili allo sfruttamento, agli abusi e persino alla tratta, oltre ad altre minacce meno evidenti per il loro benessere”.

È arrivato il momento di mettersi in viaggio, là dove ci si trova con il compito che ci è affidato, preparandoci il bagaglio per il 2020. È evidente che la Road Map, l’ambiente in cui muoversi è la Contemporaneità: Abitare il proprio cuore e il proprio contesto con intenzionalità!

La bussola che orienta è anch’essa chiara: Cristo e il suo Vangelo. Egli orienta i passi, accompagna lungo la strada e incoraggia alla realizzazione dei propri sogni.

Come Comunità Educanti di questo nuovo Kairos ci chiediamo: cosa non può mancare nella valigia? Quali sfide interpellano le nostre realtà locali e ispettoriali? Qual è il percorso da seguire?

Coraggio e buon viaggio nella vita!

 

Maria Baffundo, FMA
hmariab@gmail.com

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