Anche i cantanti da sempre si sono dimostrati sensibili nel raccontare il rispetto del nostro pianeta e a prendersene cura. Come il cantautore italiano Simone Cristicchi che canta: «Lo chiederemo agli alberi come restare immobili fra temporali e fulmini. Invincibili. Risponderanno gli alberi che le radici sono qui e i loro rami danzano all’unisono verso un cielo blu. Se d’autunno le foglie cadono e d’inverno i germogli gelano come sempre, la primavera arriverà. Se un dolore ti sembra inutile e non riesci a fermar le lacrime già domani un bacio di sole le asciugherà.»
L’ambiente da difendere
L’esploratore Robert Swan, che è stato il primo uomo a raggiungere entrambi i poli a piedi, oggi ambientalista convinto afferma che: “La più grande minaccia al nostro pianeta è la convinzione che lo salverà qualcun altro”. Lo stesso concetto è stato espresso molti anni prima, già nel 1971, dal cantautore e produttore discografico statunitense Marvin Gaye che è stato un artista di spicco della musica soul e R&B nella significativa canzone dal titolo Mercy mercy me (the ecology) in cui chiede perdono per il comportamento degli uomini: «Dove sono finiti tutti i cieli blu? Il veleno è il vento che soffia da nord, da sud e da est. Pietà, pietà di me. Le cose non sono più come erano. Petrolio sprecato negli oceani e nei nostri mari pesce pieno di mercurio. Oh Gesù, sì, abbi pietà, pietà di me.» Anche Michael Jackson ha scritto numerose canzoni sulla vicina distruzione del nostro pianeta utilizzando la sua popolarità per promuovere questa sensibilità. In Earth song infatti dice: «Ero solito sognare. Ero solito guardare al di là delle stelle. Ora non so dove siamo. Nonostante io sappia che abbiamo sbagliato troppo. I cieli stanno crollando, non riesco neanche a respirare. Che dire del valore della natura? È il ventre del nostro pianeta. Che dire degli animali? Abbiamo polverizzato regni. Che dire degli elefanti? Abbiamo perso la loro fiducia. Che dire di balene piangenti? Stiamo devastando i mari. Che dire dei sentieri nei boschi? Bruciati nonostante le nostre suppliche.»
L’ambiente che ci unisce
La giovanissima e famosissima attivista per l’ambiente Greta Thunberg ha dichiarato: “La crisi climatica è la più grande crisi che l’umanità si sia trovata ad affrontare, e se non facciamo niente ora, siamo rovinati. Ho pensato che da grande vorrò ripensare al passato e dire: ho fatto quel che potevo all’epoca e ho l’obbligo morale di fare tutto il possibile”. Bisogna quindi parlare della sostenibilità del nostro pianeta in molto pragmatico, perché potremmo essere già arrivati in ritardo. Diviene così importante prendere coscienza che la cura dell’ambiente naturale sia strettamente legato alla cura delle persone. La cantautrice italiana Laura Pausini, ora famosa in tutto il mondo, aveva saputo già anni prima esprimere questo concetto in musica nella toccante canzone Sorella terra in cui racconta la terra con queste parole potenti e sincere: «Sorella terra, che pace dai coi tuoi deserti e i tuoi ghiacciai. Così sento nel mio spirito, di te, quell’infinito anelito, perché le tue foreste sono il mio respiro, e non è più terrestre l’emozione che mi dai. Così, fino a perdermi nell’armonia celeste, di quest’estasi.» La crescita esponenziale dei fabbisogni degli uomini pone interrogativi significativi sulle questioni ambientali, sociali ed economiche, perché l’incremento ci sarà: è inevitabile. Ma è importante che sia sobrio e compatibile con i limiti del nostro pianeta. La solidarietà universale diviene il concetto chiave su cui misurarsi attraverso il dialogo e la collaborazione modificando i nostri stili di vita e di consumo nella prospettiva di una sostenibilità reale.
Ma possiamo essere sicuri che ci saranno sempre più cantanti pronti a prendere le difese del pianeta. Come recentemente ci è riuscita Arianna che ha pubblicato la bellissima canzone Terra Madre, un inno alla natura in cui cerca con la sua potente voce di ispirare e risvegliare l’umanità alla realtà del cambiamento climatico, instillando la speranza che possiamo ancora salvare questo bellissimo pianeta che ognuno di noi chiama casa. Nel suo testo scrive: «Come puoi dire ai tuoi figli e ai tuoi nipoti che hai avuto la possibilità di fare qualcosa e non l’hai fatto?»