L’economia di Camilla!

Eccomi a voi, care consorelle di tutto il mondo, per la seconda puntata. Dicevamo l’altra volta che quest’anno l’Istituto vuole riflettere sul tema dell’ecologia integrale. Anche questa è bella! Ai miei tempi questi paroloni non esistevano neppure. Il vocabolario della santa FMA di inizio ‘900 aveva un lessico limitato: sacrificio, lavoro, zelo, pratiche di pietà, mortificazione. Poche parole. Ma chiarissime. Pane al pane, vino al vino! Ci si capiva subito. Non si dovevano fare conferenze-lavori di gruppo-verifiche-capitoli generali… no! Si stava di più in chiesa e tutto andava bene!

Adesso invece ogni anno esce uno slogan diverso. E si perde la testa. Io avevo a mala pena imparato a dire “sussidiarietà” quando è arrivata la sinodalità, e poi la generatività nella contemporaneità… ma insomma! Quando lo capiremo che non basta cambiare le parole se non si cambia il cuore?

Quest’anno poi le nostre superiore (che il Signore le benedica!) hanno il “pallino” dell’ecologia integrale. E mi hanno spiegato che anche l’economia deve diventare ecologica. Cioè??? Fatemi capire. Alla fine, leggendo Papa Francesco, che è davvero alla portata di tutti, ho capito che significa rimettere la fraternità al centro dell’economia, fare in modo che i soldi, le ricchezze, le risorse diventino un mezzo per diventare più fraterni, più solidali, più buoni e più generosi. Con tutti. Ecco, l’ho detto con parole mie, e sarete d’accordo con me che potrei quasi essere la segretaria del Papa e preparargli io i discorsi tanto sono semplice e chiara!

Ora mi chiedo: noi viviamo una economia solidale? Siamo comunità economiche?

Ebbene, io direi proprio di sì!! E mi spiego! Col passare del tempo, secondo me, viviamo sempre più a risparmio energetico. Non ci scappa proprio un saluto in più, una parola in più! Incontrando a volte qualche seria e santa consorella mi verrebbe da chiedere: “Ma che hai, perché non parli?” – “Sto facendo economia!” Economia?? Ma non si fa economia di sguardi, di parole, di gesti buoni, solidali e fraterni! Non è quella l’economia che vuole il Signore! Perché le dobbiamo proprio prendere tutte al contrario le cose? Riflettiamoci su, care consorelle, superiore comprese!

Comunque una proposta per arrivare ad una vera economia nuova e solidale, fraterna e creativa io modestamente ce l’avrei! Quale sarebbe? Tornare a credere alla Provvidenza. Ma sul serio, però! Come faceva don Bosco. Non accumulava, non investiva in banca, lui. Quello di cui aveva bisogno gli arrivava in giornata. 

E poi una nuova economia potrebbe passare anche attraverso una nuova anatomia: il braccio del donare sia lungo lungo lungo, il braccio del prendere corto corto. “Squilibrate è meglio!” Mi è venuto pure lo slogan, cosa volete di più?

Parola di Camilla

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