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I bambini tra guerra e pace

Oggi la società attribuisce diritti e doveri a tutti i membri della comunità. La pace è dovere di tutti, sia perché non ha il suo regno solo nella politica, ma lo ha in tante altre sfere interiori, che impegnano anche di più la nostra personale responsabilità, sia perché la pace ha la sua operativa sorgente nelle idee, negli animi, negli orientamenti morali. La pace in astratto non esiste: esistono uomini e donne che fanno la pace. La responsabilità è davvero di ciascuno, siamo chiamati a vigilare sulla nostra umanità, sui nostri orizzonti e sogni. Sogniamo effettivamente un futuro di pace? Pensiamo forse che è solo utopia?

La pace ancora prima di essere una politica è uno spirito. Ancora prima di esprimersi nelle vicende storiche, si esprime, si forma e si afferma nelle coscienze, in quello stile della vita che ciascuno è chiamato a procurare a se stesso come lampada ai suoi passi nei sentieri del mondo.

Questo chiama in causa l’importanza dei processi educativi. Attraverso l’educazione si può ricominciare il tirocinio della trasformazione della mentalità; essa ci permette di smontare i pregiudizi che non devono essere regolatori dei rapporti umani e di imparare che l’interesse proprio non deve prevalere su quelli altrui. Alla radice della vita quotidiana sarebbe importante porre la fame e la sete della giustizia insieme alla ricerca di pace che non è un’utopia: oggi più che mai è progresso!

Abbiamo un singolare dovere: essere buoni, che non vuole dire essere deboli, ma promotori del bene con la pazienza e il perdono, spezzando la triste logica della catena del male.

  Le 12 “fatiche” dei bimbi 

Sempre più le guerre di oggi toccano i civili: quanti innocenti, quanti bambini, su 32.000 persone morte a Gaza quasi la metà sono bambini. 

Dostojeski ci ricorda che «nessuna rivoluzione, nessuna guerra, potrà mai valere anche solo una piccola lacrima di bambino». Sono tanti i bambini che portano dentro l’angoscia, la paura delle guerre. Un bambino che si trova a vivere in una zona di conflitto deve affrontare numerose fatiche, 12 le più comuni.

  1. NO – ACQUA: l’acqua inquinata è la prima causa di mortalità infantile in guerra.
  2. NO – CIBO: un bambino su due soffre di malnutrizione nelle zone di conflitto.
  3. NO – CURE: 100mila neonati muoiono ogni anno a causa della guerra.
  4. NO – SCUOLA: 100 milioni di bambini non vanno a scuola a causa della guerra.
  5. NO – CASA: sono 30 milioni i bambini sfollati a causa della guerra.
  6. NO – LUCE: si hanno al massimo 4 ore di corrente elettrica al giorno in guerra.
  7. NO – SONNO: il disturbo del sonno è la prima patologia presente nei bimbi della guerra.
  8. SI – GELA: nei campi profughi dove manca l’elettricità il riscaldamento non esiste.
  9. NO – GIOCO: i bambini soldato sono più di 300mila.
  10. NO – MERAVIGLIA: 1 bambino su 5 al mondo vive in guerra (420 milioni).
  11. NO – AMICI: sono 300mila i bambini resi orfani dalla guerra ogni anno.
  12. SI – SCAPPA: 28 milioni di bambini sono in fuga dalle guerre.

L’associazione Per far sorridere il cielo (https://www.perfarsorridereilcielo.it) nasce nel 2015 e ha come obiettivo di prendersi cura di bambini che hanno subito traumi fisici e psichici in conseguenza di una guerra vissuta o che la stanno ancora vivendo. Il motto dell’associazione, fondata da Marco Rodari, in arte il Pimpa, è: un bambino a cui hai regalato meraviglia sarà portatore di pace.

Rodari, laureato in storia moderna, ma appassionato di clownerie, realizza la sua attività di clown tra Gaza, l’Iraq, la Siria e in questi ultimi anni l’Ucraina. Organizza laboratori per le scuole, centri educativi e altre realtà educative. Le attività sono numerose e varie: servizi e spettacoli di magia e clown-terapia in ospedale, creazioni di scuole di magia e laboratori per i piccoli, sostegno alimentare e medico alle famiglie bisognose, creazione di scuole di magia e clown per operatori adulti nei luoghi dove si soffre a causa della guerra.

Una “meraviglioteca” ad Izjum

Uno degli ultimi progetti è quello di restaurare la Biblioteca di Izjum, gravemente danneggiata dai bombardamenti durante il conflitto russo-ucraino. Izjum è una piccola città della Regione di Kharkiv al confine col Donbass a circa 100 chilometri dalla città di Backmut. La città era stata conquistata, isolata e quasi totalmente distrutta nel marzo del 2022. Izjum è una città martire di questa guerra.

L’incontro con i bambini sopravvissuti di Izjum (oggi sono circa 1000 i bambini presenti in città) con il Claun il Pimpa è avvenuto nei primi giorni di settembre del 2022, la loro straordinaria forza nel saper tornare a meravigliarsi e poi a sorridere con il pagliaccio ha dimostrato, ancora una volta, quanto fosse prezioso il dono della meraviglia e quanto potesse risvegliare la speranza anche fra gli adulti, soprattutto mamme e nonne, che da mesi non vedevano sorridere i propri bambini.

Nei mesi successivi l’attività è continuata con laboratori e piccoli spettacoli aperti a tutti nelle cantine-bunker della città con il determinante aiuto di associazioni locali. In seguito a questo lavoro l’associazione Per far sorridere il cielo ha deciso di contribuire al restauro della Biblioteca di Izjum.

L’intenzione è quella di risistemare l’intera biblioteca e riservare uno spazio (350 m²) nella stessa per i bambini che diventerebbe la “Meraviglioteca della Biblioteca” un luogo per continuare a meravigliarsi nonostante l’orrore della guerra.

Oltre alla biblioteca per i bambini sarà adibito uno spazio polivalente dove i clown dell’associazione Per far sorridere il cielo e tanti artisti-professionisti ucraini (e non solo), che già hanno dato la loro disponibilità, potranno esibirsi o creare laboratori per vivere la riscoperta della meraviglia.

Far tornare un bimbo e una bimba a meravigliarsi attraverso la lettura di un libro o un piccolo gioco di magia fa sì che si riaccenda in loro la fantasia e la creatività per poter immaginare un mondo diverso da quello che hanno davanti agli occhi, costituito solo da macerie. E perché no, magari partecipare concretamente a cambiarlo.

  Mosader Kindergarten. Una “Meraviglia” di Scuola

Da anni il Pimpa percorre la striscia di Gaza per regalare sorrisi ai bambini ed è lì che ha incontrato l’unica scuola dell’infanzia del piccolo villaggio di Al Mosader. Il piccolo centro abitato formato da 5000 persone, trovandosi al confine con Israele, in prima linea, è più esposto al conflitto e purtroppo è stato più volte distrutto.

Il Pimpa, nel portare “pane e sorrisi” all’interno della Striscia, ha toccato con mano le difficoltà estreme della popolazione, soprattutto dei bambini più piccoli.

Attraverso un’équipe di insegnanti e l’intervento clown-terapico dei pagliacci si vuole riaccendere la fantasia, la creatività e, soprattutto, si intende provocare il sorriso nei bimbi, così che possano tornare a meravigliarsi e ad immaginare una realtà diversa da quella che sono costretti a vivere ogni giorno. 

Il sorriso dei bimbi sarà sostenuto da un progetto alimentare che permetterà di mangiare un pasto sano ed equilibrato e di bere acqua “realmente potabile”. Perché con la pancia piena e il sorriso in forma si può tornare tutti a stupirsi, consapevoli che un bambino che sa meravigliarsi della vita, nonostante le difficoltà, sarà capace di custodire il dono della pace e soprattutto di diffonderlo.

“Beati gli operatori di pace” ha detto Gesù ed è grazie a loro che in questo contesto di guerra a pezzi noi osiamo sperare in un futuro positivo e non dalle tinte fosche.

La nostra speranza, nonostante tutto, è certa.

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