Una presenza che si prende cura e si batte per la giustizia è la risposta delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) al grido della terra e dei poveri. Significa esserci nella contemporaneità in un atteggiamento di profondo ascolto del battito del cuore di Dio che batte in armonia con quello della terra e dell'umanità, soprattutto di coloro che sono esclusi, discriminati, emarginati e lasciati indietro. Al centro c'è il rispetto, lo stupore e il senso del sacro.
“Scriviamo in questi giorni questa pagina nuova di vita e di speranza con gratitudine e disponibilità come Maria. Lei, l’umile serva del Signore, ha permesso a Dio di operare grandi cose nella sua povertà per il bene dell’umanità intera. Lasciamoci stupire anche noi come lei dalla potenza dell’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” (Madre Yvonne Reungoat).
«La sinodalità non è una semplice discussione. Non è un “aggettivo”» e «non è neppure la ricerca del consenso della maggioranza» né «un piano» o «un programma», ma «uno stile da assumere». (Papa Francesco alla Delegazione dei Movimenti dell’Azione cattolica francese. Vaticano 13 gennaio 2022). Il Capitolo Generale XXIV è stato un tempo sinodale di verifica, di studio, di riflessione e di progettazione sulla chiamata ad essere missionarie generatrici di vita e di speranza nel cuore della contemporaneità, per “Risvegliare la freschezza originaria della fecondità vocazionale dell’Istituto”, a partire dall’intuizione lasciata da Madre Mazzarello e Don Bosco: “A te le affido” e “Da mihi animas, cetera tolle”.
L’uomo è pienamente se stesso solo se è in relazione con se stesso, con gli altri, con tutto il creato e con Dio. È questa la verità che siamo chiamati a riconoscere per prenderci veramente cura della casa comune. La fonte d’ispirazione dell’Enciclica Laudato sì’ di Papa Francesco si rivela fin falle prime righe: San Francesco D’Assisi, “esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale vissuta con gioia e autenticità” (Laudato sì’, n. 10) e che manifestò un’attenzione particolare verso i più poveri e abbandonati. In Lui, infatti, si riscontra fino a che punto sono inseparabili la preoccupazione per la natura e per la giustizia verso i poveri.
Il mondo contemporaneo è in continua trasformazione, non solo culturale, anche antropologica e genera nuovi paradigmi esistenziali e nuovi linguaggi. Ogni cambiamento ha bisogno di un cammino educativo che coinvolga tutti. Per questo è necessario costruire un “villaggio dell’educazione” dove si condivide l’impegno a generare una rete di relazioni umane e aperte (Papa Francesco, Messaggio per il Lancio del Patto Educativo Globale, Roma 2020).
La vita e la missione educomunicativa di educatrici ed educatori è una continua ricerca e chiamata a mettersi in sintonia con il cuore dei giovani, per individuare i modi e i luoghi attraverso cui esprimere il mandato “A te le affido”. L’amorevolezza si percepisce nelle relazioni vitali, valorizzanti, capaci di aprire alla fiducia, di coinvolgere i giovani nella missione.
Vieni e vedi, per conoscere, comunicare, rivolgere lo sguardo e mettersi in relazione con gli altri, è l’invito rivolto da Papa Francesco nel Messaggio per la 55ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2021, “Vieni e Vedi (Gv 1, 46). Comunicare incontrando le persone dove e come sono”.
La generatività è l’essenza della formazione, perché trasforma e contribuisce alla realizzazione della persona, la promuove fornendole possibilità per la vita. La generatività è la forza interiore, naturale per cambiare, modificare, variare qualcosa della vita consacrata e missione. La profezia è frutto fecondo della generatività. Si è profeti se generativi!