Due giovani, due culture, due scelte religiose. Luca e Zakia si sono incontrati nel loro magico Marocco. Luca, console generale, e Zakia Seddiky, manager nel settore alberghiero. Due settori totalmente diversi. Un incontro dopo tre mesi dell’arrivo di Luca a Casablanca, il giorno di San Valentino. Un amico comune propone una pizza insieme. Inizia una storia, un amore che supera ogni differenza grazie al dialogo e al rispetto. Quando le differenze diventano ricchezza… La storia continua con un matrimonio che incarna le scelte, i valori condivisi. Una famiglia che cresce… I due si moltiplicano in cinque con gioia, fino al giorno tragico del febbraio 2021 con una notizia internazionale: la morte dell’ambasciatore Luca Attanasio insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e l'autista Mustafa Miambo.
Da 24 anni la comunità delle Figlie di Maria Ausiliatrice offre il suo servizio e il suo amore agli abitanti del villaggio di Moatize. La comunità e la missione sono state affidate alla Protezione di Suor "Vera Occhiena" "Vera Wacucena", che secondo la lingua locale significa Santa del Mozambico. È una missione che nasce dall'iniziativa salvifica di Dio, e implica il dono della predilezione per le fasce più vulnerabili (C 63) della nostra società: i giovani, gli adolescenti e i bambini, che la divina Provvidenza ci affida, perché con loro e attraverso di loro possiamo essere sempre madri generatrici di vita, in una società che esclude, emargina e chiude le orecchie al grido dei più poveri.
Sono arrivata a Timor nel 1992, quando la missione aveva solo quattro anni, ma già si vedevano i primi frutti del lavoro delle pioniere. Un grande contributo era stato dato anche dai salesiani che, sicuri di una risposta positiva da parte della Madre alla loro richiesta di una nostra presenza in Timor, avevano già coinvolto alcune giovani nella loro missione, preparandole a vivere nello spirito salesiano. Accanto alla prima casa, che accoglieva gli orfani causati dall’occupazione indonesiana e i bambini i cui genitori stavano combattendo la guerriglia nella foresta, era stata già aperta una seconda casa, nella capitale, in collaborazione con una scuola cattolica, ma soprattutto con lo scopo di aprire un oratorio frequentato da moltissimi giovani, desiderosi di capire come la fede poteva aiutarli a leggere la situazione di oppressione che stavano vivendo.
Il progetto del Ciofs/Formazione Professionale Piemonte “Training of food production operator”, realizzato nelle sedi di Nizza Monferrato e Tortona, è stato selezionato come candidato italiano dalla Regione Piemonte al “VET excellence award 2022”, conquistando il premio per l’eccellenza nell’Istruzione e formazione professionale (IFP) assegnato dalla Commissione dell’Unione Europea.
“Non puoi passare un solo giorno senza avere un impatto sul mondo che ti circonda. Ciò che fai fa la differenza e devi decidere che tipo di differenza vuoi fare. (Jane Goodall)
Le FMA sono presenti nel territorio Sud Sudanese dal 1983. Fin dall’inizio si sono dedicate all’educazione di bambini, adolescenti e giovani con scuole, dispensari e centri di promozione delle donne. Nel 2008 nel villaggio di Tonj, le suore hanno dato vita al Centro Educativo Bakhita aprendo le porte ai bambini di scuola materna con la grande sfida dell’accesso delle bambine all’educazione. Gradatamente la scuola è cresciuta e oggi conta 202 bambini nella materna, di cui 114 sono femminucce, 709 nella scuola elementare, di cui 356 sono ragazze, e 242 nella scuola superiore di cui solo 73 sono ragazze. Nella missione ci sono 42 insegnanti, 10 persone che lavorano in servizi generali, 5 FMA e 2 volontari.
Suor Emilia Benítez è una FMA che vive nell'Obra Social María Auxiliadora de Puerto Casado. La sua missione inizia presto con le suore della comunità nella cappella della casa con la preghiera del mattino e la condivisione della Parola di Dio. Dopo il riordino della casa si reca in paese per visitare famiglie in difficoltà, operatori pastorali, malati in casa o in ospedale. Quando gli operatori sanitari si trovano in difficoltà con un paziente indigeno, la chiamano, poiché conosce i loro costumi e la loro cultura e si fa intermediaria in molte occasioni, in modo che il paziente riceva le cure necessarie.