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Venerdì, 05 Luglio 2024 16:21

Una strada veramente nuova

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Una sfida reale nella nostra contemporaneità è senza dubbio quella del dialogo.

Assistiamo con frequenza a confronti accesi assimilabili più a scontri che a reali scambi di idee. Nella contesa politica si riscontrano toni sempre più aggressivi e un lessico ben lontano da forme eleganti e diplomatiche. Paradossalmente, anche nel sostenere un principio di non violenza, ci si imbatte in forme aggressive e irrispettose. Quel che è peggio è la ricaduta sui cittadini, che assorbono inconsapevolmente uno stile di dibattito davvero molto discutibile. Da questo linguaggio non emerge il desiderio di reale confronto con l’altro in vista del bene comune, con la logica conseguenza di una deriva a livello culturale e sociale. Altra questione inquietante è la banalità di molti contenuti veicolati dai media, indirizzata a un’audience anestetizzata, che galleggia su una tranquilla mediocrità, priva di spirito critico. Sono solo due aspetti dello scenario mondiale che ci sfida.

Come possiamo collocarci in esso per affrontare la sfida impegnativa del dialogo? È importante prima di tutto consolidare la propria identità, formarsi convinzioni proprie, approfondire le motivazioni della nostra scelta di vita, informarsi sugli eventi rilevanti della comunità locale, nazionale e internazionale, con il desiderio e la volontà di “scegliere la via dell’incontro e rifiutare quella dello scontro” (Papa Francesco). Per dialogare è necessario avere qualcosa da dire, la disponibilità ad ascoltare l’altro e a comprenderlo anche oltre le parole. Non è semplice, non mancano gli impedimenti che vanno certamente guardati con realismo, ma non per questo devono costringerci alla resa. Anche la capacità di dialogo è frutto di un artigianato paziente, di un apprendimento quotidiano di un’arte propriamente umana che può produrre significativi cambiamenti nelle nostre relazioni, nel mondo che ci circonda e a tutti i livelli. L’esercizio di quest’arte consente una maggiore conoscenza, una crescente fiducia tra le parti e può arrivare a un bel traguardo che esprime bene Antoine de Saint-Exupery: “Amico mio, accanto a te non ho nulla di cui scusarmi, nulla da cui difendermi, nulla da dimostrare: trovo la pace... Al di là delle mie parole maldestre, tu riesci a vedere in me semplicemente l’uomo”. È un amore realistico che accoglie pregi e difetti dell’altro, risorse e fragilità, nella consapevolezza che ognuno, anche nelle relazioni più belle, ha sempre qualcosa da perdonare e qualcosa da farsi perdonare. “Al cuore di ogni dialogo sincero c’è, anzitutto, il riconoscimento e il rispetto dell’altro. Soprattutto c’è l’”eroismo” del perdono e della misericordia, che ci liberano dal risentimento, dall’odio e aprono una strada veramente nuova” (Papa Francesco).

Maria Ausilia De Siena, FMA
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